Pronuncia pregeminante di alcuni monosillabi

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Millermann
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Pronuncia pregeminante di alcuni monosillabi

Intervento di Millermann »

Salve! Vorrei aprire questo filone perché ho notato che di quest'argomento non si parla quasi da nessuna parte (né qui, né altrove). Se non fosse per il DiPI, anzi, non si riuscirebbe neppure a stabilire se una pronuncia pregeminante esista davvero!

Per chi non conoscesse il fenomeno, mi riferisco al fatto che, in alcune varietà centro-meridionali (ma non in italiano stàndaro) alcuni monosillabi, quali piú, qui/qua, lí/là (e talvolta o localmente anche altri) sono pronunciati sempre [piú o meno] rafforzati, anche quando seguono una parola ageminante.

Nel mio italiano regionale, ad esempio, la pregeminazione riguarda piú, qui/qua, che (pronome/aggettivo interrogativo ed esclamativo) e ci. Non pregeminano, invece, e . ;)
Ad alcuni parlanti "scappa" pure la pregeminazione di per, che invece dai piú è avvertita come dialettale.

Naturalmente, la causa principale di questo fenomeno è proprio l'influenza del dialetto, i cui corrispettivi termini sono sempre [pre-]geminanti. Tuttavia, l'ascolto dei doppiaggi televisivi non aiuta piú di tanto, visto che il fenomeno pare essere presente anche a Roma...;)

Il DiPI marca la pregeminazione di piú, qui/qua, lí/là come "tollerabile", ma poco o nulla dice a proposito di «che» e «ci».
Vi presento, in proposito, uno specchietto riassuntivo delle raccomandazioni del DiPI ("depurato" dagli esempi):
Il DiPI, alle rispettive voci, ha scritto:piú
pju*; *- •
[T*, °/*UM*, *L*/°, *R*]

qui
(↓-í) ˈkwi*; *- •
[T*, °/*U*/°, */°M*, *L*/°, *R*]


(↓la, ↓lá) ˈla*; *- •
[T*, °/*U*/°, */°M*, *L*/°, *R*]

che
(cong., rel., inter., escl., ↕ch’V-) ke*
(cong. ↓*k-) •
[TL*/°, UMR*]

ci
(avv., pron.) ʧi° + /C/ •
[…]
(c) ˈʧi*, *-
[T*, *ULR*, */°M*]
Riassumendo, si avrebbe:
Piú, qui/qua, lí/là: geminanti; pregeminazione "tollerata", presente al centro ma non in Toscana.
Che: geminante; pregeminazione (di che congiunzione) "trascurata". (E negli altri casi? :?)
Ci: ageminante; pregeminazione (unicamente di c, lettera alfabetica) "accettabile".

Sulla base di quanto esposto, mi piacerebbe sapere che cosa ne pensano gli esperti (e no ;)) di questo fenomeno.
È da correggere o evitare?
Può essere invece mantenuto (come il raddoppiamento fonosintattico), dal momento che conferisce piú espressività al parlato?

A questo punto, non volendo risultare troppo prolisso, rimanderei gli esempi e le altre domande che ho intenzione di proporvi a un intervento successivo. Spero, nel frattempo, che l'argomento susciti anche il vostro interesse, e che troviate il tempo d'esprimere il vostro parere.
Come al solito, non esitate a chiedere chiarimenti, se necessario: sarò pronto a fornirveli! :D
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Re: Pronuncia pregeminante di alcuni monosillabi

Intervento di Infarinato »

Millermann ha scritto:Sulla base di quanto esposto, mi piacerebbe sapere che cosa ne pensano gli esperti (e no ;)) di questo fenomeno.
È da correggere o evitare?
Può essere invece mantenuto (come il raddoppiamento fonosintattico), dal momento che conferisce piú espressività al parlato?
Da evitare come la peste. :-P

Nulla che vedere col raddoppiamento fonosintattico, che non viene certo «mantenuto […] ⟨perché⟩ conferisce piú espressività al parlato», ma in quanto tratto fondamentale e inalienabile della fonologia italiana.
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Millermann
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Intervento di Millermann »

Grazie per la rapidità del suo intervento, caro Infarinato. Speravo proprio in una sua risposta, anche se, forse, avrei preferito una posizione leggermente piú... moderata! :P
Dunque è da evitare. Eppure, davvero, cosí mi sembrerebbe di rinunciare a una parte dell'espressività del linguaggio, in qualche modo "appiattendolo".

Posso permettermi di fare qualche piccolo esempio?
Prendiamo il che. Da me c'è una netta distinzione tra il °che° congiunzione o pronome relativo (in dialetto «ca», dal lat. quia), che non è né geminante, né pregeminante, e il *che* pronome/aggettivo interrogativo o esclamativo (in dialetto «cchi*», dal lat. quid), che è invece geminante e pregeminante.
Cosí, ad esempio, le frasi:
1) Dimmi che stai mangiando (cong.)
2) Dimmi che stai mangiando (pron. interr.)
sono pronunciate in modo diverso, e inequivocabile. Non è, questo, conferire piú espressività? ;)

Poi, sono d'accordo con lei sul fatto che la pregeminazione, in alcuni casi, è pesante e caratterizza negativamente l'accento.
Come dicevo prima, in Calabria una parte dei parlanti pregemina anche le preposizioni con e, in minor misura, per (e derivati: col, coi, cogli, ecc.). Ebbene, ciò basta a far credere ad alcuni che i calabresi pronuncino i suoni /k/ e /p/ sempre rafforzati! :P

Mi piacerebbe, comunque, sapere se in altre parti d'Italia questo tipo di pregeminazione è totalmente assente.
Ad esempio, le due frasi di prima le pronunciate in modo identico? Ancora, pronunciate qui e qua proprio come i nomi dei nipotini di Paperino? :mrgreen:
«Sono Qui e sono qui!»

Immagino di sí! E vi capita di notare questo fenomeno quando ascoltate (o parlate con) qualcuno che lo mostra?
Io stesso, ad esempio, noto sempre la pregeminazione di e (che non fa parte del mio accento), e quella di per dei miei corregionali, mentre non noto (o quasi) tutte le altre che ne fanno parte. :)
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Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

Per quel che riguarda la mia zona, che, ci, là e non sono mai pregeminanti. Qua e qui, invece, a volte pregeminano, per esempio quando sono preceduti da di o da. Ma in vieni qui/qua non c'è alcuna pregeminazione.
Ultima modifica di Ivan92 in data sab, 10 giu 2017 15:06, modificato 1 volta in totale.
Avatara utente
Millermann
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Intervento di Millermann »

Grazie anche a lei, caro Ivan! :)
Ero particolarmente curioso di leggere un eventuale suo contributo giacché le Marche rappresentano una delle regioni «standardizzanti», e nello stesso tempo non hanno (come pronuncia) una notorietà pari a quella di Roma o Firenze.

Dunque, focalizzando l'attenzione su piú, qui/qua, lí/la, che sono i monosillabi che piú m'interessano (sia perché anche il DiPI ne considera la pregeminazione, sia perché a volte li sento pronunciare cosí anche da "doppiatori professionisti" :?), lei mi dice che non riscontra la pregeminazione di piú, lí/la, mentre nota talvolta quella di qui/qua. Ciò sembrerebbe confermare (o, almeno, non contrasta) l'affermazione del DiPI che per tutti e tre i casi riporta il simbolismo «*/°M*».
Chissà che anche per piú non esista qualche caso in cui la pronuncia sia pregeminante... :) Ad esempio, che mi dice di «di piú»? Lei lo pronuncia con grado debole come in «di piume»?

Io, in tv, non dico di sentirlo (a volte/spesso) pronunciare proprio raddoppiato come «dippiú», ma almeno con grado medio, come in «in piú». :)
(Peraltro, il DiPI stesso marca questa pronuncia come «tollerata», cioè «meno consigliabile», e non proprio inaccettabile...)

Se l'argomento è di suo interesse, e troverà il tempo di rispondere, continuerei la discussione molto volentieri (anche con gli altri, naturalmente)! :)
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Intervento di Ivan92 »

Sì, certo: questioni di questo genere sono sempre di mio interesse! :)

Di più, da noi, si pronuncia /di'pju/: non c'è alcuna pregeminazione. Il fatto, però, è che le Marche sono un guazzabuglio di dialetti e parlate, ragion per cui è probabile che altrove le cose siano diverse. Nel maceratese, per esempio, oltre a qui e qua anche e sono pregeminanti.
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Animo Grato
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Intervento di Animo Grato »

Ivan92 ha scritto:Qua e qui, invece, a volte pregeminano, per esempio quando sono preceduti da di o da.
Domanda: sono qua e qui pregeminanti o di e da geminanti?
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

Allora, dalle mie parti di e da non sono cogeminanti. Qui e qua, invece, sono pregeminanti, ma solo in alcuni casi. Se preceduti da di e da, avremo per esempio /dik'kwi/, /dik'kwa/, /dak'kwi/, /dak'kwa/. Ma ciò accade non perché le due preposizoni siano cogeminanti. Insomma, qui e qua sono pregeminanti in alcuni casi e in altri no. Perché? Boh! :P
Ultima modifica di Ivan92 in data mar, 30 mag 2017 10:47, modificato 1 volta in totale.
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Millermann
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Intervento di Millermann »

Sí, mi sembra chiaro.
Quindi, se ho ben capito, si dirà invece /vjeni'kwi/ e /sono'kwi/. Curioso! :)
A questo punto mi chiedo: com'è la situazione nel suo dialetto? I termini corrispondenti sono pregeminanti? E in quali casi?

Nel mio dialetto, come ho già spiegato, sono pregeminanti [k:ju*] (piú), [k:a*] (qua) e [l:a*] (là).
La pregeminazione si "propaga" all'italiano piú, qui/qua, ma non a lí/là, perché? :?
Potrebbe darsi che ciò avvenga proprio per poter "differenziare" (italiano) da [l:]à (dialetto). In altre parole, pregeminare anche suonerebbe quasi come inserire una parola dialettale in una frase italiana! :)
Naturalmente è soltanto una mia teoria, che non spiegherebbe perché, altrove, anche lí/la siano pregeminanti.
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Intervento di Ivan92 »

Millermann ha scritto:Sí, mi sembra chiaro.
Quindi, se ho ben capito, si dirà invece /vjeni'kwi/ e /sono'kwi/.
Sì, esatto! O meglio, da me si dirà /vjɛni'kwi/ e /sɔno'kwi/. :)
Millermann ha scritto:A questo punto mi chiedo: com'è la situazione nel suo dialetto? I termini corrispondenti sono pregeminanti? E in quali casi?
Mi scusi, non capisco: non ci stavamo riferendo già al dialetto?

P.S. In verità, devo parzialmente correggere quanto detto sin ora. Qui e qua non sono mai pregeminanti, se non quando preceduti da di (in dialetto de) e da, per l'appunto. Ma già a 10-15 chilometri da casa mia, nel maceratese, si possono sentire vieni qqui, ti trovo sempre qqua, etc.
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Millermann
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Intervento di Millermann »

Ivan92 ha scritto:
Millermann ha scritto:Sí, mi sembra chiaro.
Quindi, se ho ben capito, si dirà invece /vjeni'kwi/ e /sono'kwi/.
Sì, esatto! O meglio, da me si dirà /vjɛni'kwi/ e /sɔno'kwi/. :)
Bene! Mi scusi la domanda, dato che non sono molto esperto in materia: in una trascrizione fonematica (del tipo /.../) si possono usare anche allofoni (ɛ, ɔ) come ha fatto lei o in tal caso sarebbe stato necessario usare le parentesi quadre? :?
Ivan92 ha scritto:Mi scusi, non capisco: non ci stavamo riferendo già al dialetto?
Io, invece, credevo che i suoi esempi si riferissero al suo italiano regionale: se
/vjɛni'kwi/ e /sɔno'kwi/ è dialetto, è praticamente identico all'italiano! :D
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Intervento di Infarinato »

Millermann ha scritto:
Ivan92 ha scritto:…da me si dirà /vjɛni'kwi/ e /sɔno'kwi/. :)
Bene! Mi scusi la domanda, dato che non sono molto esperto in materia: in una trascrizione fonematica (del tipo /.../) si possono usare anche allofoni (ɛ, ɔ) come ha fatto lei o in tal caso sarebbe stato necessario usare le parentesi quadre? :?
Ma (ɛ, ɔ) non sono degli allofoni, sibbene dei fonemi in [italiano regionale] marchigiano! ;) Se invece si riferisce al fatto che non portano accento primario [di enunciato], non essendo in «tonía», proprio il fatto che in presenza di accento primario sarebbero/sono resi da [ɛ, ɔ] «pieni» (e lunghi in questo caso, e non lievemente piú alti, come invece qui, fuor d’accento primario), ci dice che essi realizzano appunto /ɛ, ɔ/, e non /e, o/.
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Intervento di Ivan92 »

Millermann ha scritto:Io, invece, credevo che i suoi esempi si riferissero al suo italiano regionale: se
/vjɛni'kwi/ e /sɔno'kwi/ è dialetto, è praticamente identico all'italiano! :D
Ah, mi scusi, non avevo afferrato! Allora, in generale il nostro italiano regionale combacia con il dialetto, ché i vernacoli marchigiani della zona mediana sono soltanto storpiature dell'italiano, e dunque molto più semplici da capire rispetto a un dialetto settentrionale o meridionale. Nel caso specifico, invece, c'è una lieve differenza: il corrispettivo dialettale di vieni qui è vie' chi; quello di sono qui, so' chi. Ovviamente, essendo vie' e so' dei monosillabi, ci sarà cogeminazione.* Per cui, /vjɛni'kwi/ ma /vjɛk'ki/; /sɔno'kwi/ ma /sɔk'ki/.

*In realtà, non tutti i monosillabi garantiscono sempre e comunque la cogeminazione. Per esempio, vo sa babbo (vado con babbo): /vɔsab'babbo/, e non /vɔssab'babbo/.
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