Rima non grafica

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G. M.
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Rima non grafica

Intervento di G. M. »

In italiano, come sappiamo, in certi casi la rima non richiede una perfetta identità di suono. Da M. Pelaez, voce rima nell'Encliclopedia Italiana (1936):
I trovatori provenzali rimavano rigorosamente vocali chiuse con vocali chiuse e vocali aperte con aperte, e così pure, secondo l'opinione oggi prevalente, gli antichi rimatori siciliani e certamente l'anonimo autore di un'ampia raccolta di rime genovesi della fine del sec. XIII; ma i rimatori toscani, e poi tutti i poeti italiani che seguirono fino ai tempi moderni, non fecero e non fanno alcuna distinzione fra le due specie di vocali. Per quanto riguarda le consonanti, i poeti italiani fino al sec. XVI fecero distinzione fra z aspra e sonora e non rimarono mai, p. es., mezzo (metà) con prezzo; ma dopo quel secolo la norma non fu rigorosamente seguita da tutti, finché cadde interamente in disuso.
Quello che mi chiedo è: si può avere una rima con identità di suono, ma invece senza identità grafica? Per esempio: vige ~ valigie (/-ˈiʤe/); pernice ~ camicie (/-ˈiʧe/). Mi scuso se è un quesito banale, ma ho provato a consultare diverse fonti e non ho trovato proprio niente in proposito. :?
Mi vengono in mente le rime con parole straniere di Pascoli in Italy (febbraio ~ Ohio; gelo ~ fellow), ma non so se sia proprio la stessa cosa...
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Re: Rima non grafica

Intervento di Infarinato »

G. M. ha scritto: dom, 02 ago 2020 12:45 Quello che mi chiedo è: si può avere una rima con identità di suono, ma invece senza identità grafica? Per esempio: vige ~ valigie (/-ˈiʤe/); pernice ~ camicie (/-ˈiʧe/).
Certo! :)
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G. M.
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Re: Rima non grafica

Intervento di G. M. »

Grazie, Infarinato. Saprebbe gentilmente indicarmi (senza fretta) una fonte dove possa trovare o almeno cercare quest'informazione? Non perché non le creda (le credo al 100%! :mrgreen:) ma perché mi servirebbe un riferimento bibliografico per un testo che sto preparando.
Basterebbe anche un esempio da un poeta classico, se le venisse in mente. :)
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Infarinato
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Re: Rima non grafica

Intervento di Infarinato »

G. M. ha scritto: lun, 03 ago 2020 16:24 Saprebbe gentilmente indicarmi (senza fretta) una fonte dove possa trovare o almeno cercare quest'informazione?
Fuori tema
Per piacere/favore, non gentilmente (che in questo senso è un meridionalismo). :P
Non me ne viene in mente nessuna, ma, a ben pensarci, è una richiesta che non ha molto senso. ;)

Tralasciando le grafie non propriamente Italiane di forestierismi non adattati, gli unici esempi di rima non grafica sono appunto quelli che contengano una i meramente diacritica dopo la vocale accentata (o no), quindi praticamente solo i plurali di sostantivi femminili terminanti in cia/gia.

Infatti, in casi come cielo/gelo (quest’ultimo comunque scritto gielo in italiano antico, ed entrambi pronunciati con [-j-]) la differenza grafica si avrebbe prima della vocale accentata, e quindi fuor di rima.

Ma allora comprendiamo bene l’assurdità del quesito, ché la norma [empirica] per cui certe parole uscenti in cia/gia avrebbero il plurale in -cie/gie e altre in -ce/ge è relativamente recente, e ancor oggi non universalmente accettata (si pensi al titolo dell’ultimo libro della Fallaci). Non crederemo davvero che camicie possa far rima con pernice solo quando sia scritto camíce?? :shock: (Ai tempi di Dante non potremmo mai trovar una rima del genere, ché sarebbe soltanto grafica: /ʃ ~ ʧ/, mentre dalla metà del Trecento entrambe avrebbero [ʃ] in toscano [e poi /ʧ/ in italiano normale, per ipercorrettismo]).

Gli unici esempi di diverso tipo che mi vengono in mente (dove la diversa grafia consiste nella presenza/assenza di uno spazio) sono i danteschi cielo / ne lo / candelo e vela / ne la / cela [la pronuncia della /l/ di ne lo/la era scempia a quei tempi].
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Millermann
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Re: Rima non grafica

Intervento di Millermann »

I vari tipi di rima sono trattati diffusamente nella relativa voce dell'Enciclopedia dell'italiano Treccani. Come penso avrà già visto, anche là non si fa cenno al tipo di rima in questione, probabilmente perché, come ha spiegato Infarinato, è un problema che non si pone, e camicie fa sempre rima con pernice, comunque si scriva.

Però la categoria delle rime «non grafiche», come lei le definisce, meriterebbe forse almeno un accenno, un «nome» distintivo. Allora, perché non glielo dà lei? :)

Dall'articolo citato, esiste, tra i vari tipi di rima, la rima per l'occhio:
Nella rima per l'occhio si ha identità grafica, ma non fonetica (tipicamente, per cambio di accento: «lo qual io dissi e mando / a lei che mel comandò» [...])
Nel caso in oggetto, invece, si ha identità fonetica ma non grafica; si potrebbe allora chiamarla... rima per l'orecchio (il che, lo riconosco, è una tautologia, dato che le rime sono fatte per essere ascoltate). :P

Ammetterà comunque che, almeno per rime del tipo febbraio~Ohio,
la definizione di rima per l'orecchio ci starebbe benissimo. Che ne pensa? ;)
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Marco1971
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Re: Rima non grafica

Intervento di Marco1971 »

Si chiama proprio rima per l’orecchio. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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G. M.
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Re: Rima non grafica

Intervento di G. M. »

Infarinato ha scritto: mar, 04 ago 2020 13:24 Non me ne viene in mente nessuna, ma, a ben pensarci, è una richiesta che non ha molto senso. ;) [...]
È quello che sospettavo, ma non trovando indicazioni ho preferito chiedere... Quindi grazie mille a lei per l'ampiezza e la precisione. :)
Millermann ha scritto: mar, 04 ago 2020 16:23 Però la categoria delle rime «non grafiche», come lei le definisce, meriterebbe forse almeno un accenno, un «nome» distintivo. Allora, perché non glielo dà lei? :)
Non penso di meritare tanto onore, e... sembra che l'intervento di Marco abbia già risolto il problema. :mrgreen:
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Re: Rima non grafica

Intervento di valerio_vanni »

Millermann ha scritto: mar, 04 ago 2020 16:23 Nel caso in oggetto, invece, si ha identità fonetica ma non grafica; si potrebbe allora chiamarla... rima per l'orecchio (il che, lo riconosco, è una tautologia, dato che le rime sono fatte per essere ascoltate). :P
Le rime tradizionali sono a cavallo dei due piani (grafico e fonetico): le quattro vocali medie, pur essendo distinte a livello fonematico, vengono messe in rima alla rinfusa considerando solo l'identità nello scritto.
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Millermann
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Re: Rima non grafica

Intervento di Millermann »

Grazie delle vostre precisazioni! E io che mi chiedevo come mai la rima per l'orecchio non esistesse... :oops:
Avrei dovuto consultare la guichipedia anziché la Treccani! :mrgreen:
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Re: Rima non grafica

Intervento di Daphnókomos »

Marco1971 ha scritto: mar, 04 ago 2020 16:54 Si chiama proprio rima per l’orecchio. :)
O rima straniera.
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Re: Rima non grafica

Intervento di G. M. »

Infarinato ha scritto: mar, 04 ago 2020 13:24 Non crederemo davvero che camicie possa far rima con pernice solo quando sia scritto camíce?? :shock: (Ai tempi di Dante non potremmo mai trovar una rima del genere, ché sarebbe soltanto grafica: /ʃ ~ ʧ/, mentre dalla metà del Trecento entrambe avrebbero [ʃ] in toscano [e poi /ʧ/ in italiano normale, per ipercorrettismo]).
Allora è sbagliato quanto scritto in Camilli & Fiorelli (1965, p. 60, § 29):
Quando la grafia latina dei nessi cie, cia, cio, ciu; gie, gia, gio, giu; scie, scia, scio, sciu, passando in italiano, s'è conservata intatta, la i ha primitivamente mantenuto il valore di vocale sillabica che aveva in latino. Poi nell'Italia centrale (pronuncia normale) è divenuta in breve semplice segno distintivo, tantoché il Petrarca rima tranquillamente rifugio (da re-fu-gi-um) con indugio (da indutiae) e Dante ancor più tranquillamente fece e lece con specie (da spe-ci-es), affige e indige con effigie (da ef-fi-gi-es).
In effetti qui (un'edizione a caso) vedo che in rima c'è scritto direttamente spece e effige (ma all'interno di verso specie, sicuramente bisillabo: «secondo specie, meglio e peggio frutta»).
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Re: Rima non grafica

Intervento di Infarinato »

Scusi, ma non vedo la contraddizione… :?
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Re: Rima non grafica

Intervento di G. M. »

Mi sembra chiaro: lei ha scritto che in Dante non potremmo mai trovare una rima -V̀cie ~ -V̀ce, perché al tempo le due sequenze avevano pronuncia diversa, mentre Camilli e Fiorelli, al contrario, scrivono che proprio Dante rima fece e lece con specie perché la pronuncia era già la stessa. Se la prima affermazione è giusta, allora la seconda è per forza sbagliata... :)
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Re: Rima non grafica

Intervento di Infarinato »

Non è assolutamente ciò che ho scritto, caro G.M., ma proprio per nulla. :P Ho scritto che pernice non poteva rimare con camicie, perché ai tempi di Dante la prima aveva [ancora] [ʧ], mentre la seconda aveva [ʃ] (scempio, ovviamente), come in toscano moderno. Al contrario, fece, lece e specie avevano tutte [ʧ]. :)
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Re: Rima non grafica

Intervento di G. M. »

...Allora ho fatto bene a ritornare sul punto, perché avevo ampiamente frainteso. :mrgreen: Grazie. Prima o poi dovrei studiare un po' la pronuncia dell'italiano antico...
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