Consulenza musicale (!)

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giulia tonelli
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Consulenza musicale (!)

Intervento di giulia tonelli »

Esiste un madrigale di Luca Marenzio, o meglio, una "villanella a 3 voci", scritta nella seconda metà del '500, il cui testo è questo (lo scrivo senza punteggiatura):

dagli occhi il dolce giro e 'l guardo ond’ardo s’io miro sospiro
e s’io no 'l miro partir o fuggire non so voglio morire


Altre versioni danno, come prima parola, "degli" invece di "dagli". Secondo voi cos'è più plausibile? La versione con "dagli" è più diffusa, ma a me non torna proprio.
Ci sono altre due strofe, anch'esse non chiarissime, che vi riporto, caso mai potessero aiutare a inquadrare stilisticamente:

di gioia or chi mi priva ch'io moro, adoro, una diva ch'è schiva
pietà omai se non ch'ardendo e struggendo vivrò sempre e piangendo

amor, deh, dammi pace, ch'invero io pero e la face mi sface
o dagli occhi col dardo forte in sorte ormai mi dona morte


Grazie a tutti
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bubu7
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Re: Consulenza musicale (!)

Intervento di bubu7 »

giulia tonelli ha scritto: Esiste un madrigale di Luca Marenzio, o meglio, una "villanella a 3 voci", scritta nella seconda metà del '500, il cui testo è questo (lo scrivo senza punteggiatura):

dagli occhi il dolce giro e 'l guardo ond’ardo s’io miro sospiro
e s’io no 'l miro partir o fuggire non so voglio morire


Altre versioni danno, come prima parola, "degli" invece di "dagli". Secondo voi cos'è più plausibile? La versione con "dagli" è più diffusa, ma a me non torna proprio.
Ci provo, ma non le garantisco la correttezza della mia interpretazione. Non ho sottomano neanche il Battaglia...

Uno dei nuclei del primo verso è la parola giro o meglio, la locuzione il dolce giro, che doveva essere, riferita ad occhi, una figura stilistica cristallizzata di quel periodo.
Legando questa locuzione al verbo sospirare, si possono avere le interpretazioni delle due versioni.
Con dagli, si personificano gli occhi, desiderando che essi decidano di compiere l'azione del "dolce giro".
Con degli, si specifica da chi dovrebbe essere compiuta l'azione del "dolce giro".
Questa seconda interpretazione mi appare meno poetica perché la locuzione "dolce giro" mi sembra che si riferisse naturalmente agli occhi.

Le riporto alcune citazioni estratte dalla LIZ 4.0, in due delle quali è comunque preferito il complemento di specificazione.
FRANCO, Veronica (1546-1591) Rime
1) / volgete il guardo a me con dolce giro,/ ed a la mia devozione atteso,/ - Terze rime 19.217

BANDELLO, Matteo (1485-1561). Rime
2) più bramate,/ occhi, di que' begli occhi il dolce giro,/ s'i' mi sento morir quando lo miro? - 32.2

TASSO, Torquato (1544-1595). Rime
3) / S'apre un riso costei, se 'n dolce giro/ lieta rivolge i begli occhi lucenti,/ - 99.5
[…]
5) / ma se quel dolce giro/ di sì begli occhi e quel sereno sole,/ - 1450.94
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giulia tonelli
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Intervento di giulia tonelli »

Grazie bubu del suo apporto, ma se devo essere sincera non ho capito perché con "dagli" si personificherebbero gli occhi.
Con "degli", mi sembra la struttura della frase sarebbe:

Se io miro il dolce giro degli occhi, e lo sguardo per cui io ardo, allora sospiro.

Come sarebbe la struttura della frase con "dagli"? Sarò dura, ma contintuo a non capire.
Bue
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Intervento di Bue »

giulia tonelli ha scritto: Con "degli", mi sembra la struttura della frase sarebbe:

Se io miro il dolce giro degli occhi, e lo sguardo per cui io ardo, allora sospiro.

Come sarebbe la struttura della frase con "dagli"? Sarò dura, ma contintuo a non capire.
aaahh! forse bubu intende:

Io sospiro (agogno, desidero) dagli occhi quel dolce giro e quel guardo tali che, se li miro, ardo.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Non volevo intervenire in questo filone, ma siccome ho fatto qualche ricerchina, dico comunque la mia. Per me dev’essere «degli occhi il dolce giro», come riporta una pagina di Handlo Music (sebbene l’unica certezza sarebbe il manoscritto, appare problematica l’interpetazione con «dagli»).

Da una parte perché questa struttura iperbatica con di è della piú chiara tradizione (Del prigioniero misero / conforta l’egra mente; Di quella pira l’orrendo foco / tutte le fibre m’arse, avvampò, ecc.); dall’altra, perché, sintatticamente, mal tornerebbe la sintassi con la preposizione da:

Degli occhi il dolce giro e ’l guardo ond’ardo s’io miro sospiro…

Parafrasando: Se io contemplo il dolce giro degli occhi e lo sguardo per cui ardo, io sospiro…

Giro nel senso di “forma tonda” (Battaglia – e “i giri”, al plurale, sono gli occhi). Difficilmente si potrebbe interpretare, AMMA, Se io contemplo il dolce giro e lo sguardo per cui ardo, sospiro dagli occhi; tutto è possibile, ma questa mi pare poco in sintonia con le tradizioni poetiche.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Nel mio precedente intervento ho cercato solo di dare due interpretazioni che giustificassero l’uso delle due preposizioni. Non volevo (potevo) entrare nel merito di quale fosse la versione originale.
Come giustamente osserva Marco, solo il manoscritto potrebbe dirimere la questione.

La mia interpretazione con dagli è simile a quella data da Bue: “Io agogno (sospiro), dai suoi occhi, il loro dolce volgersi e lo sguardo che mi fa ardere quando lo ricambio (s’io miro)”.

È importante l’osservazione di Marco sulla “chiara tradizione”. Non sono in grado di dire se l’uso della preposizione da era consentito a quell’epoca in quel contesto. Con di gli esempi sono tanti.
Se neanche la lettura del manoscritto permettesse di propendere per una delle due versioni, le considerazioni sulla “chiara tradizione” prenderebbero il sopravvento.

Fornisco, come ulteriore elemento di riflessione, le seguenti accezioni di giro, tratte dal Battaglia (al punto 15, mi sembra, della voce giro):
Definizione: Il volgere intorno (gli occhi); lo sguardo stesso; occhiata.

Citazioni:

Bembo
Potreste con un giro de gli occhi vostri rassettar delle cose che ora non vanno per la lor diritta via.

Ariosto (Rime)
Quei zaffiri / de’ bei vostri occhi, e lor soavi giri
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Incarcato
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Intervento di Incarcato »

La cosa si fa interessante.
Giulia, quando e se ne avrà voglia, potrebbe darci il riferimento dell'opera (od opere) da cui ha tratto il madrigale?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Con l’accezione citata da bubu7 (che m’era sfuggita perché per una volta la pigrizia mi fece fermar prima :D), appare viepiú chiaro che la preposizione dovrebbe essere, in maniera pressoché sicura, proprio di: in molti degli esempi riportati dal Battaglia giro e occhi sono legati da di. Eccone alcuni:
Ove vuoi tu... ch’io mi nasconda, essendo questa tua casa tanto picciola, che solo un giro d’occhio la scuopre tutta? (Giraldi Cinzio)

La continua usanza fra di loro le aveva avvezzate ad intendersi con un sol giro di occhiate. (Nievo)

La mia ricchezza è...
questo lento
giro d’occhi che ormai sanno vedere. (Montale)
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Marco1971 ha scritto: ...la preposizione dovrebbe essere, in maniera pressoché sicura, proprio di...
È probabile, ma non ne sarei così sicuro, caro Marco.
Degli esempi che riporta non considererei Nievo e Montale, perché molto posteriori al periodo che c'interessa.
Per quanto riguarda il nostro caso specifico, vi è una stranezza che aumenta le mie perplessità. Una ricerca con Google dà più risultati con dagli. Non che faccia eccessivo affidamento su questi risultati ma non le sembra strano che la lectio difficilior sia la più diffusa?
Dato per buono che il giro dovrebbe essere degli occhi, non potrebbe essere possibile che in questo caso specifico sia proprio dagli occhi? :)
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Incarcato ha scritto: ...potrebbe darci il riferimento dell'opera (od opere) da cui ha tratto il madrigale?
Dovrebbe essere: "Libro III delle Villanelle a 3 voci (1585)". :)
pino
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Prassi esecutiva antica

Intervento di pino »

Da persona di musica, e apprezzando tanto rigore filologico, mi permetto di richiamare però al fatto che in quei secoli le scelte esecutive e interpretative erano legate a una molteplicità di variabili che andavano dall'ambiguità della notazione alla molteplicità dei contesti, degli organici, ecc. tali per cui se la disquisizione di questo forum riguarda un'analisi filologica e ha tale dimensionencome obiettivo ci sta davvero tutta. Se quel madrigale ha da essere eseguito in un concerto basterà segliere liberamente e specificare magari nel programma di sala l'esistenza di due ipotesi testuali differenti.
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