Della competenza professionale

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Marco1971
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Della competenza professionale

Intervento di Marco1971 »

Ho ricevuto oggi un’e-pistola da una giovane sconosciuta che mi chiedeva se fosse corretto riguardo la scuola o riguardo alla scuola. Prima di tutto, devo dire che mi fa piacere questo gesto; ma al tempo stesso, mi chiedo: era cosí difficile consultare un dizionario, che a questo dubbio avrebbe dato una risposta sicura? Il mio, di dubbio, è questo: la nuova generazione è in grado di cavarsela, nelle cose della vita come in quelle della lingua? Cioè, per la lingua, è capace di cercare e trovare informazioni semplici?

Vediamo sempre piú calare il livello dei professionisti. Va bene, qui si parla di lingua, ma voglio portare un esempio in un altro campo: nella mia nuova casa, l’elettricista ha connesso in modo scorretto il forno e abbiamo dovuto riconnetterlo noi stessi.

È una cosa generale, purtroppo; non c’è piú molta competenza in qualsiasi campo. Confermate, o troppo io chiedo?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

SOTTOSCRIVO!
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Jonathan
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Intervento di Jonathan »

Non è lei a essere difficile, caro Marco; serietà e competenza sono merci piuttosto rare di questi tempi.

Quanto all'e-pistola (ma che bell'adattamento :D), pur non escludendo una certa incapacità dei giovani d'oggi a cavarsela da soli, penso che essa sia dovuta piú che altro alla moda del ciattare (o forse all'incapacità di stare da soli coi propri pensieri).
Perché aprire un libro o consultare un dizionario in linea quando si può mandare un messaggio e godere del brivido dell'attesa d'una risposta?
Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

Quanto all'e-pistola (ma che bell'adattamento :D)
Ma non si corre il pericolo che si legga la parola come piana e si pensi a un'arma, come ho fatto io, che ho dovuto rileggere il brano per capire il senso della frase?
CarloB
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Intervento di CarloB »

E' così difficile per un giovane laureando consultare qualche buon libro e vedere da sé come si fanno le note a pie' di pagina e come si organizza la bibliografia? Parrebbe di sì, perché il più delle volte occorre dare istruzioni puntuali augurandosi che non vengano ignorate.
Da che dipende? Avanzo delle ipotesi.

1. Qualche laureando non ha la preparazione adeguata, legge poco e male. Non è maturo per l'università e avrebbe dovuto essere meglio seguito e orientato nei precedenti cicli scolastici.

2. Internet è diventato per molti il sostituto della biblioteca. Invece di sfogliare, ad esempio, il Dizionario biografico degli italiani si cerca su wikipedia. Non si impara su internet a redigere le note o una bibliografia ben fatta. Ma chi non ha mai fatto ricorso ad altro non se ne rende conto.

3. La diffusione dell'uso delle note a fine testo ha effetti disastrosi. Le note vengono consultate solo dai lettori specialisti, cioè da coloro che ne hanno in definitiva meno bisogno, mentre vengono del tutto ignorate da lettori più acerbi, come gli studenti, per i quali ciò che conta è il testo.

Quanto al declino delle competenze tecniche, è, ahinoi! un'evidenza. Trovare un elettricista o un idraulico davvero capace, anche in una città di grandi tradizioni industriali, è sempre più difficile. Perché? Per rispondere ci vorrebbe una piazza apposita.
Jonathan
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Intervento di Jonathan »

Brazilian dude ha scritto:
Quanto all'e-pistola (ma che bell'adattamento :D)
Ma non si corre il pericolo che si legga la parola come piana e si pensi a un'arma, come ho fatto io, che ho dovuto rileggere il brano per capire il senso della frase?
Anch'io la prima volta ho letto 'e-pistòla', ma non crede sia solo una questione di abitudine?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Vi ringrazio delle risposte. A volte non so se sono io ad avere una distorta visione delle cose; ma vedo, grazie a voi, che cosí non è. :)

Per quanto riguarda e-pistola, mi sembra che il contesto dovrebbe condurre il lettore alla giusta interpretazione. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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marcocurreli
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Intervento di marcocurreli »

Marco1971 ha scritto:Per quanto riguarda e-pistola, mi sembra che il contesto dovrebbe condurre il lettore alla giusta interpretazione
Il neologismo è simpatico.

Generalmente io dico "messaggio di posta elettronica".
E-mail sta per eletronic-mail (posta elettronica), A mio modo di vedere a rigore non sarebbe corretto costruire neologismi col prefisso e- per indicare un qualcosa di elettronico, perché quello che in inglese è usato come prefisso in italiano dovrebbe essere un suffisso; onde per cui p.es. un eventuale e-posta starebbe per "eletronic posta" (mezzo inglese e mezzo italiano).
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

marcocurreli ha scritto:A mio modo di vedere a rigore non sarebbe corretto costruire neologismi col prefisso e- per indicare un qualcosa di elettronico...
Sí, certo. Ma l’espediente grafico serve solo alla disambiguazione, non va visto come prefisso ma come eco di epistola. Io avevo proposto qualcosa di molto piú spiccio: elle, che risulta dall’incrocio tra elettrolettera e il nome della lettera L presa a simbolo di lettera nel senso, appunto, di epistola. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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marcocurreli
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Intervento di marcocurreli »

Messaggio di posta elettronica suona proprio male?
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Intervento di Luca86 »

Ci sarebbe anche il canepariano post@ (di cui si discusse qui), segnalato qualche anno fa da Infarinato.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

marcocurreli ha scritto:Messaggio di posta elettronica suona proprio male?
Certo che no! Ma qui è in gioco il concetto di brevità, che fa il successo di molti anglicismi.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

Ci sarebbe anche elettroposta, che proposi tempo fa.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Sí, per il servizio, ma non per il messaggio: non si potrebbe dire Ho ricevuto un’elettroposta esattamente come non si può dire Ho ricevuto una posta.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

Marco1971 ha scritto:Sí, per il servizio, ma non per il messaggio: non si potrebbe dire Ho ricevuto un’elettroposta esattamente come non si può dire Ho ricevuto una posta.
Gentile Marco, perché l'altra volta non ha bocciato elettroposta?
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
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