Un sorriso radiofonico

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Moderatore: Cruscanti

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Avatara utente
Modna
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Un sorriso radiofonico

Intervento di Modna »

Vi riporto un pettegolezzo, nulla di importante, ma credo possa strappare un sorriso. Sabato, in tarda mattina, sintonizzato su Radio 105, ascoltavo l'intervista a un artista della scena metropolitana romana. Parlando del suo nuovo disco, il cantante affermava che «il sound del disco si basa su radici particolari...»; a quel punto la presentatrice lo ha fermato e rimproverato, "simpaticamente" ma fermamente, dicendo: «vuoi dire il suono vero?!? Il "sound" è una espressione così vecchia...non la usa più nessuno!!» e il cantante ha ammesso di essere "vecchio", perché i più giovani usano solo l'espressione italiana. ;)

So che l'evento non ha valore statistico e non è frequente come vorremmo, però mi ha fatto sorridere che in una trasmissione in onda su una radio nazionale si rendesse in modo così esplicito l'equazione anglicismo=vecchio e desueto, termine italiano=moderno e figo... magari succedesse più spesso! :D
Jonathan
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Intervento di Jonathan »

Grazie per aver condiviso questo sorprendente e interessante aneddoto. E se col tempo l'inglese, come tutte le cose non davvero necessarie, passasse pian piano di moda?

Gli italiani, si sa, sono in generale gente un po' superficiale e volubile (purtroppo, ma a volte anche per fortuna).
Andrea Russo
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Intervento di Andrea Russo »

Magari accoglieremmo sinismi a iosa! :wink:
A quel punto direi che è meglio rimanere coi nostri cari anglismi...
Avatara utente
Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Non necessariamente: foneticamente (toneticamente, sarebbe impossibile per una lingua come l’italiano) i sinicismi (lege: «mandarinismi») sarebbero [in media] piú facilmente adattabili. :D
Avatara utente
Modna
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Intervento di Modna »

Desidererei piuttosto che la nostra lingua, in concomitanza con il ritrovato spirito di italianità mostrato in questo 150° dell'unità, diventasse di moda "permanentemente". :D
Se così fosse gli anglismi e sinicismi/mandarismi, certo se presenti in misura più limitata dell'attuale, non danneggerebbero particolarmente l'italiano. ;)
Avatara utente
SinoItaliano
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Intervento di SinoItaliano »

Infarinato ha scritto:Non necessariamente: foneticamente (toneticamente, sarebbe impossibile per una lingua come l’italiano) i sinicismi (lege: «mandarinismi») sarebbero [in media] piú facilmente adattabili. :D
Non sarei cosí sicuro, caro Infarinato! :wink:
Ci sono tanti dittonghi ostici per gli italiani, cosí come vocali nasali velari, alveolari; consonanti retroflesse, aspirate, ecc. ecc.

Direi che i piú adattabili sono i nipponismi e gli iberismi...

In compenso il cinese parlato da noi residenti in Italia è strapieno di italianismi.
Quando mi sono trasferito in Cina, ho dovuto imparare una sfilza di parole cinesi «pure»: ho risciacquato i panni nel Fiume Giallo (traduzione letterale di Huang He: come si potrebbe adattare foneticamente? :wink: ) dopo averli sciacquati nel Biondo Tevere. :D
Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
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