L'italiano invaso da 9000 anglicismi (di Michele di Pisa)

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Modna
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L'italiano invaso da 9000 anglicismi (di Michele di Pisa)

Intervento di Modna »

Vi segnalo questo interessante articolo pubblicato sul bloggo di Michele di Pisa. :)
PersOnLine
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Intervento di PersOnLine »

Non riesco a capire quand'è stato pubblicato l'articolo sul bloggo.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Se dice che Arrigo Castellani è scomparso «lo scorso giugno», siamo tra luglio 2004 e maggio 2005.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Dario Brancato
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Intervento di Dario Brancato »

Marco1971 ha scritto:Se dice che Arrigo Castellani è scomparso «lo scorso giugno», siamo tra luglio 2004 e maggio 2005.
In calce all'articolo è scritto che è stato pubblicato nel marzo 2005.
Andrea Russo
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Intervento di Andrea Russo »

Alla fine dell'articolo Michele di Pisa scrive:
«Perché questo intervento non rimanga uno sterile pianto, mi permetto di proporre all’Ordine l’istituzione di un ristretto gruppo di lavoro che segnali direttamente ai direttori e ai colleghi interessati i più macroscopici casi di abuso linguistico, suggerisca le correzioni e, magari su questo stesso giornale, con una rubrichina di pochissime righe, faccia delle proposte concrete, alternative all’inarrestabile pressione di neoanglicismi» (sottolineatura mia).

Poi è stato effettivamente creato questo «gruppo di lavoro»? :roll:
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Marco1971
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

La parte della popolazione che realmente sente questo grave problema è un’esigua minoranza, e neanche culturalmente arretrata. Basta vedere come scrivono i linguisti, e la loro propensione all’adozione di online, ecc. Dunque, se alla base non c’è sensibilità per questa piaga, che tale non è considerata ma fatalità d’una presunta «evoluzione», mi pare difficile non solo ragionare con questa gente, ma anche sperare in una qualsiasi forma di cambiamento senza l’appoggio di un’improbabile legge.

Non è pessimismo, credo, il mio, ma realismo. Ovviamente incoraggio tutte le possibili iniziative, ma rimango scettico sul loro esito positivo.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di PersOnLine »

Marco1971 ha scritto:…mi pare difficile [...] sperare in una qualsiasi forma di cambiamento senza l’appoggio di un’improbabile legge.

Non è pessimismo, credo, il mio, ma realismo. Ovviamente incoraggio tutte le possibili iniziative, ma rimango scettico sul loro esito positivo.
Ma per lei anche con l'istituzione del CSLI non cambierebbe niente?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Il CSLI non solo non si farà mai, ma quand’anche si facesse, dubiterei e della competenza dei suoi membri, e del loro effettivo potere per riportare la lingua a uno stato decente.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
PersOnLine
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Intervento di PersOnLine »

Ma allora lei che tipo di intervento legislativo intende? Io penso che più che obbligare la pubblica amministrazione a usare i traducenti ufficiali non si possa fare, e il CSLI servirebbe proprio a questo, oltre che stilare il dizionario ufficiale.
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u merlu rucà
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Intervento di u merlu rucà »

Trent'anni fa nelle delibere della pubblica amministrazione si trovavano geosinonimi, dialettismi, regionalismi, ma era tutta roba di casa nostra. Ora, anche nei paesi più sperduti, fa tendenza usare anglismi, impiegati spesso a sproposito.
Anche nei fori patriottici, si aprono topic, thread, post in difesa della lingua italiana e si citano link.
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Per questo siamo unici. ;) (8)?)
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

PersOnLine ha scritto:Ma allora lei che tipo di intervento legislativo intende? Io penso che più che obbligare la pubblica amministrazione a usare i traducenti ufficiali non si possa fare, e il CSLI servirebbe proprio a questo, oltre che stilare il dizionario ufficiale.
Mi vo viepiú convincendo che tutto quel che attiene alle leggi non funziona e che l’unica è tentare, per altre vie, di sensibilizzare la gente attraverso la suggestione di un’opera normativa che educhi al buon gusto. Per questo spero che il mio dizionario possa essere utile in questa direzione. :) In fondo è un problema di costume. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
PersOnLine
Interventi: 1303
Iscritto in data: sab, 06 set 2008 15:30

Intervento di PersOnLine »

Con «senza l’appoggio di un’improbabile legge» credevo che lei auspicasse un intervento di natura legislativa: non è forse quello che è avvenuto in Francia?
u merlu rucà ha scritto:Anche nei fori patriottici, si aprono topic, thread, post in difesa della lingua italiana e si citano link.
A loro discapito va anche detto che, nella maggior parte dei casi, il responsabile dei contenuti non coincide con colui che si occupa della gestione tecnica del sito. Noi, appunto, siamo «unici»! :)
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

PersOnLine ha scritto:Con «senza l’appoggio di un’improbabile legge» credevo che lei auspicasse un intervento di natura legislativa: non è forse quello che è avvenuto in Francia?
Sí, perché in Francia – e, piú latamente, in tutta la francofonía – c’erano le premesse: popoli presso i quali è abbastanza diffusa la preoccupazione per la «purezza» della lingua. Inoltre c’è l’istituzione ufficiale, l’Académie française. Da noi tutto questo non esiste: né istituzione ufficiale preposta alla tutela della lingua e che prende decisioni che nessuno mette in discussione, né sentimento di fedeltà verso la lingua.

Per questi motivi ho l’impressione che un intervento dall’alto 1) non ci sarà e 2) non sortirebbe alcun effetto.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Marco1971
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Quello che tento di dire è che la violenza – e le leggi, in qualche modo, sono violenza – non è molto produttiva. Gli esseri umani sono governati piuttosto dai sentimenti, credo. Riscoprire la bellezza della lingua attraverso la letteratura mi appare allora qualcosa di piú fecondo, perché l’imposizione è sterile, ma può dare buoni frutti, invece, ripercorrere, senza fronzoli, la storia della lingua a pezzetti, per ridare il gusto. Forse. Forse forse. Chissà.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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