La tutela dell’italiano a «Otto e mezzo»

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Moderatore: Cruscanti

Avatara utente
Carnby
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Intervento di Carnby »

Animo Grato ha scritto:Università di Leggendo!
A dire il vero, si scrive uguale a reading /'ri:diŋ/ ma si pronuncia /'rɛdiŋ/. :)
sempervirens
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Intervento di sempervirens »

Scusate, come dovrei interpretare quel "reading" in dipartimento di Italianistica dell'università di Reading? Davvero è valido leggendo? Abbiamo Lettere, Filologia, lettura, letture. Nessuna di queste fa all'uopo? :roll:

Mi chiedo se un italiano capisca veramente Università di leggendo. Io no.
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Millermann
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Intervento di Millermann »

sempervirens ha scritto:Scusate, come dovrei interpretare quel "reading"
No, stia tranquillo, quella era solo una battuta! :P In realtà, non c'è proprio nulla da dover interpretare:
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Univers ... %5fReading :wink:
In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
sempervirens
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Intervento di sempervirens »

Ecco svelato l'arcano! Reading, oltre al verbo, sarebbe dunque il nome di una città. :)
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Carnby
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Intervento di Carnby »

sempervirens ha scritto:Ecco svelato l'arcano! Reading, oltre al verbo, sarebbe dunque il nome di una città.
Ma non aveva mai sentito The Ballad of the Reading Gaol (La ballata del carcere di Reading) di Oscar Wilde? :wink:
sempervirens
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Intervento di sempervirens »

Carnby ha scritto:Ma non aveva mai sentito The Ballad of the Reading Gaol (La ballata del carcere di Reading) di Oscar Wilde? :wink:
Forse, ma non ne sono sicuro. Mi sono sempre occupato più di tecnica che di letteratura. Lo ammetto, lì per lì sono rimasto spiazzato. Anche oggi abbiamo imparato qualcosa. :)
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Animo Grato
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Intervento di Animo Grato »

Scusatemi ancora: non pensavo di portare tanto scompiglio. :oops:
Per punizione mi autosospendo per ventiquattr'ore.

Anche se la tentazione di soffermarmi su quel gaol per notare, così di sfuggita, l'assurdità di una scrittura solo apparentemente alfabetica, ma che di fatto si basa su veri e propri "ideogrammi alfabetici", in cui il legame tra grafo e fono è completamente aleatorio... be', quella tentazione, dicevo, è molto forte.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Animo Grato ha scritto:Anche se la tentazione di soffermarmi su quel gaol per notare, così di sfuggita, l'assurdità di una scrittura solo apparentemente alfabetica, ma che di fatto si basa su veri e propri "ideogrammi alfabetici", in cui il legame tra grafo e fono è completamente aleatorio... be', quella tentazione, dicevo, è molto forte.
Gli americani hanno «normalizzato» in jail. :)
Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

Sembra che non abbia niente che vedere con gli americani: Early versions of “gaol” (like gayhol and gayhole) first showed up in English in the 1200s, while early versions of “jail” (iaiole and iayll) appeared in the 1300s, according to Oxford citations. http://www.grammarphobia.com/blog/2013/ ... -gaol.html
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Intendevo dire che la forma jail è stata considerata «normale» in inglese americano prima che fosse pienamente accettata in quello britannico.
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Marco1971
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FT: titolo esatto

Intervento di Marco1971 »

Faccio solo notare di sfuggita che il titolo esatto dell'opera di Oscar Wilde è The Ballad of Reading Gaol (non of the Reading Gaol).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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u merlu rucà
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Intervento di u merlu rucà »

Si tratta dello stesso termine, dal latino caveola "piccola gabbia", penetrato in Inghilterra con due pronunce diverse: dal dialetto della Normandia (che mantiene le velari davanti ad a) gaiole o gaole e dal dialetto parigino (che invece le palatalizza) jaiole o jaile.
Probabilmente il primo termine, gaol, apparteneva ad un registro più alto, più formale, il secondo, jail, era più colloquiale. La differenza, ritengo, sia stata dovuta al fatto che la lingua dei normanni che conquistarono l'Inghilterra non era il francese in senso stretto, ma il dialetto neolatino che si era sviluppato in Normandia.
Largu de farina e strentu de brenu.
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Carnby
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Re: FT: titolo esatto

Intervento di Carnby »

Marco1971 ha scritto:Faccio solo notare di sfuggita che il titolo esatto dell'opera di Oscar Wilde è The Ballad of Reading Gaol (non of the Reading Gaol).
Chiedo venia per l'articolo. :oops:
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Intervento di Infarinato »

Animo Grato ha scritto:Anche se la tentazione di soffermarmi su quel gaol per notare, così di sfuggita, l'assurdità di una scrittura solo apparentemente alfabetica, ma che di fatto si basa su veri e propri "ideogrammi alfabetici", in cui il legame tra grafo e fono è completamente aleatorio... be', quella tentazione, dicevo, è molto forte.
Siamo ampiamente «fuori fòro», per cui direi di fermarci qui. ;)

Per completezza riporto a mo’ di conclusione la trattazione dell’OED (citazioni escluse): come al solito, cose che appaiono bizzarre in sincronia, trovano una [qualche] ragion d’essere in diacronia. Com’è già stato ricordato da altri, qui siamo difronte a una scrizione [pseudo]etimologica, come per mayor (Brit. /ˈmɛː/ ~ U.S. /ˈmeɪ(ə)ɹ/), choir (/ˈkwaɪə(ɹ)/) etc.
L’[i]Oxford English Dictionary[/i], [i]s.v. [/i]«jail | gaol, [i]n.[/i]», ha scritto:Pronunciation: /dʒeɪl/

Forms: α. ME gayhol(e, ME gayll(e, gaille, ME–16 gayole, gayl(e, gaile, 15 gaiell, gaill, 15–16 gaole, goale, 16–17 goal, 16– gaol. β. ME iaiole, ME–16 iaile, iayle, ME iayll, 15–16 iaole, 16–17 jayl, (16 jale), 16– jail. γ. 15 geyle, geayle, (gial), 16 geale.

Etymology: Middle English had two types, from Northern or Norman French, and Central or Parisian French respectively: 1) Middle English gay(h)ole, -ol, gayll(e, gaill(e, gayl(e, gaile, [Old Northern French gaiole, gayolle, gaole (modern Picard gayole, Walloon gaioule); 2) Middle English jaiole, jayle, jaile, jayll, [Old French jaiole, jaole, jeole, geole, cage, prison, French geôle prison (Besançon javiole cage for fowls) = obsolete Italian gaiola, Spanish gayola (also, [French jaula cage, cell), Portuguese gaiola cage [Romanic and popular Latin *gaviōla (medieval Latin gabiola, 1229 in Brachet) for *caveola, diminutive of cavea hollow, cavity, den, cage, coop: see CAGE n. Of the two types, the Norman French and Middle English gaiole, gaole, came down to the 17th cent. as gaile, and still remains as a written form in the archaic spelling gaol (chiefly due to statutory and official tradition); but this is obsolete in the spoken language, where the surviving word is jail, repr. Old Parisian French and Middle English jaiole, jaile. Hence though both forms gaol, jail, are still written, only the latter is spoken. In U.S. jail is the official spelling. It is difficult to say whether the form goal(e, common, alike in official and general use, from the 16th to the 18th cent., was merely an erroneous spelling of gaol, after this had itself become an archaism, or was phonetic: compare modern French geôle /ʒol/.
Teo
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Intervento di Teo »

Per ritornare un pochino in tema, mi è venuto in mente, sempre a proposito di "bar" e "sport", che sono forse gli unici forestierismi che non mi è venuto MAI in mente di scrivere in corsivo o di scrivere al plurale nella forma straniera con la "s". Perfino per altri anglicismi o francesismi da tempo radicati in italiano, come "film" o "stage", talora ho avuto esitazioni sul fatto se non fosse opportuno scrivere "films" e "stages". Con "bar" e "sport" no, segno evidente che ormai mi sembra impossibile pensare di sostituirli e che la percezione della loro "italianità" è ben radicata in tutti i parlanti. Del resto, se perfino il severissimo e "reazionario" Aldo Gabrielli nel lontano 1956 (ormai sessant'anni fa!) si arrendeva e li ammetteva, vorrebbe forse AttritoLinguistico surclassarlo? Penso che anche Fausto Raso sia del parere di Gabrielli, o sbaglio? E guardate che Gabrielli NON ammetteva nessun altro forestierismo non adattato e anche su molti adattati aveva molto da ridire, perfino relativamente a vocaboli che oggi nessuno si sognerebbe di espungere dalla nostra lingua. Ad es. (cito dal Dizionario linguistico moderno, edizione del 1976):
"complotto, schietto francesismo (complot, di oscura orig.), niente affatto necessario, e però da respingere; l'italiano dice: congiura, trama, macchinazione, intrigo, maneggio, cospirazione, con sfumature di significato assai varie e buone per ogni caso" || Di qui, complottare (francese comploter), che in buon italiano diverrà congiurare, tramare, macchinare, intrigare, cospirare, brigare, ordire.
"depistare, neologismo ridicolo e inutile, modellato sul francese dépister, propriamente «allontanare dalla pista», cioè «allontanar dalla via giusta». L'italiano dice sviare, fuorviare, deviare, mettere su falsa strada o pista, far perdere le tracce e sim.".
"deragliare, francesismo tanto brutto quanto inutile, da dérailler, composto di priv. e rail, parola inglese presa dall'antico francese reille, e questo dal latino regula, regolo, sbarra; cioè «uscire dalle sbarre, dalle rotaie». Noi diciamo «uscir di via« e, quindi, deviare, disviare, sviare".
Teo Orlando
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