Ipallage e sinestesia

Spazio di discussione su questioni di retorica e stile

Moderatore: Cruscanti

Intervieni
Avatara utente
Sandro1991
Interventi: 251
Iscritto in data: lun, 28 nov 2011 19:07

Ipallage e sinestesia

Intervento di Sandro1991 »

Mi chiedo quanto sia accettabile, in una prosa polita e formale, un'ipallage del tipo: s'esprime con una prosa faticosa (faticosa, in realtà, non è la prosa ma la lettura di quest'ultima), terminò di scrivere le sue sudate pagine, le grida della straziante fanciulla o il vino dell'annacquato padrone.

Stesso discorso per la sinestesia.

Se i suddetti espedienti linguistici fossero appannaggio soltanto della poesia, sarebbe di certo una grossa perdita per la prosa. Si può, con giudizio, unire le due componenti in una sorta di prosìa (termine, scherzosamente, inventato da me :)), senza, tuttavia, partorir inesattezze grammaticali?

Penso, poi, all'anacoluto: c'è degli imbrogli. All'enallage... e così via.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Le figure retoriche, ipàllage e sinestesía comprese, si possono adoperare anche in prosa. Ma si deve stare attenti a non cadere in eventuali goffaggini. Queste due sono figure retoriche che s’attagliano a raffinatezze stilistiche, e le vedrei sprecate in contesti buffi come il vino dell’annacquato padrone. Un esempio buono potrebbe essere il biondo disordine dei suoi capelli. Per la sinestesía, tanto felice quanto famosa è questa di Montale: fredde luci parlano. :)

In s’esprime con una prosa faticosa non si può parlare di ipàllage, perché l’aggettivo qui può riferirsi solo a prosa.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Sandro1991
Interventi: 251
Iscritto in data: lun, 28 nov 2011 19:07

Intervento di Sandro1991 »

Marco1971 ha scritto:In s’esprime con una prosa faticosa non si può parlare di ipàllage, perché l’aggettivo qui può riferirsi solo a prosa.
Ha ragione, caro Marco, si tratta d'un'enàllage, alla stregua di percorrea la faticosa tela (A Silvia, vv. 22), come spiega il mio testo di letteratura: la tela è faticosa [a lavorarsi] e la prosa è faticosa [a leggersi].

In quanto alle goffaggini son d'accordo con lei, ho scritto le prime frasi che mi venivano in mente, giusto per fare qualche esempio. :wink:
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 20 ospiti