Chiedo ragguagli (sinalefe, cesura, dieresi, accenti...)

Spazio di discussione su questioni di retorica e stile

Moderatore: Cruscanti

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Aleksej
Interventi: 2
Iscritto in data: dom, 12 feb 2012 14:03

Chiedo ragguagli (sinalefe, cesura, dieresi, accenti...)

Intervento di Aleksej »

Salve,
mi scuso anzitutto se vi sia qualcosa di sbagliato nel mio filone ma ho dato un'occhiata a giro e non mi sembra che vi siano regole contrarie a quanto sto per fare né che non sia la sezione giusta.
Dunque:
Studio metrica da una settimana circa,
ma prima di iniziare a studiarla ho scritto molti sonetti e altro ed ora vorrei capire se vadano bene, poiché non mi sembrano da ignorare le idee e perché capendo in cosa abbia sbagliato capirei anche quale sia la strada esatta.
Qui di seguito, il sonetto;
dopo il sonetto esporrò i miei dubbi sul medesimo.

UN ARTISTA...


Co/lui/ che/ ve/da én/tro i/ co/lo/ri i/ma/go
o/ che/ le/ mi/ri/ nei/ mar/mo/rei/ cu/bi,
co/lui/ che/ sa/ di/ ne/reg/gian/ti/ nu/bi
fa/re un’/e/sta/te/ qua/si/ fos/se un/ ma/go,
od/ an/che/ que’/ che/ si in/te/res/si/ va/go
a/ Po/e/sia/ che/ non/ ri/da o/ de/ru/bi
sen/za an/no/tar/la/: lui/ che/ fa/ con/nu/bi
e/ so/la/men/te/ di/ ri/far/lo è/ pa/go,
ec/co: è/ co/lui/ che/ non/ ri/fà/ l’er/ro/re
che/ que/sta/ vi/ta, in/va/no/, por/ta a/van/ti
e/ che/ non/ por/ta (e/ mai ha/ por/ta/to) a/ nien/te;
e/ di/ bel/tà/, do/vreb/be/ di/re, ar/den/te
di/ quel/l’a/mo/re/ ch’eb/be/ro/ gli a/man/ti
d’un/ tem/po/ (spe/ro), e/ non/ del/ suo/ do/lo/re.

Spiegazione:
Colui che sia un artista (e non c’è necessariamente bisogno di creare opere per esserlo; colui, quindi, che usa la fantasia (“colui che sa di nereggianti nubi fare un’estate quasi fosse un mago”: non che il bel tempo sia meglio del brutto tempo, è solo indicativo, è per fare un esempio) colui, dunque, che produce - anche solamente pensando - arte, e non si ferma mai e ne è sempre alla ricerca, è anche colui che, secondo il mio parere, impegnandosi in una cosa che non fa male a nessuno (poiché producendo mira a creare qualcosa di bello o a difendere/difendersi da qualche ingiustizia) non è ignorante (nel senso spregiativo del termine) e non cade in errore (quale sia “l’errore” sarebbe da approfondire; potrebbero essere anche più errori che siano stati rievocati in un solo) non dovrebbe parlare dei suoi dolori ma, posseduto dall’amore per cui egli è tanto predisposto e che viene paragonato a quello degli amanti d’un tempo (affermazione da sognatore, forse) dovrebbe parlare delle cose belle di cui ognuno ha la propria idea... o forse di cui ognuno pensa di avere la propria idea.

Ribadisco che l'ho scritto senza sapere nulla di metrica, quindi non so quali errori vi possano essere.
Dunque:
Innanzi tutto vorrei chiedere se secondo voi la suddivisione in sillabe è corretta.
2) Sebbene questa notte sia rimasto sveglio a studiare tutte le regole della sillabazione secondo la metrica classica non ho ancora capito come si faccia invece per le cesure,
potreste mostrarmelo direttamente nel mio sonetto o come meglio crediate?
3) Per me il discorso è ancora più complesso per quanto riguarda gli accenti, si, ho studiato, ma devo fare un po' di pratica...

Spero in un cortese riscontro,
grazie e cordiali saluti.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Salve, Aleksej, e benvenuto fra noi! :)

Non sono un esperto di metrica, ma i suoi versi secondo me tornano, tranne uno:

e/ che/ non/ por/ta (e/ mai ha/ por/ta/to) a/ nien/te

Qui non mi pare possibile la sinalefe tra mai e ha; secondo me la sillabazione è:

e/ che/ non/ por/ta (e/ mai / ha / por/ta/to) a/ nien/te

Se mi sbaglio, sarò grato a chi me lo sarà sapere. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Aleksej
Interventi: 2
Iscritto in data: dom, 12 feb 2012 14:03

Intervento di Aleksej »

Ciao Marco1971 e grazie,
si, effettivamente ci avevo pensato riguardo a quel verso...
dialefe quindi?
Vediamo cosa dice qualcun altro.
Soprattutto per gli accenti e le cesure le quali devono partire dalla quinta sillaba se l'accento è in quarta o dalla settima se l'accento è in sesta, no?
Grazie per ora,
a presto.


P.s. Forse sostituendo il verso con questo:
"e/ che/ non/ por/ta/ (mai/ por/tò)/ a/ nien/te"
però momentaneamente non capisco se qui vi è sinalefe o dialefe:
"portò a"
nel caso in cui vi fosse dialefe sarei a posto, nel caso contrario (in caso di sinalefe) potrei sempre fare così:
"e/ che/ non/ por/ta/ (mai/ por/tò)_a/ nï/en/te"
ovvero con dieresi sulla "i" di "niente",
non so, sono poco esperto!


Sbagliare è umano, perseverare nell'errore è disumano
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