[LMO] [milanese] «Intrego»

Spazio di discussione su questioni di dialettologia italiana e italoromanza

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irene
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[LMO] [milanese] «Intrego»

Intervento di irene »

Leggendo Bonvesin de la Riva ho trovato "intrego" nel senso di "intero", "integro", con metatesi di r. Oggidì in milanese si dice "intrego" nel senso di una persona che non sa fare niente...
Come mai?
Bue
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Re: [LMO] [milanese] «Intrego»

Intervento di Bue »

Si usa anche in mantovano, nel senso più che altro di "imbranato", "impacciato".
La mia interpretazione è che sia arrivato a questo significato passando per intero nel senso di "tutto d'un pezzo", "inflessibile", "rigido" e quindi il contrario di elastico, duttile, adattabile.
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u merlu rucà
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Intervento di u merlu rucà »

Anche nel ligure intregu ha il significato di 'stupido, scemo' oltre a quello di 'intero'.
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Federico
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Intervento di Federico »

Guardate cos'ho trovato:
Era proprio un po' intiero, ci metteva tempo a capire le cose, ma aveva volontà e stava attento: perché lo sapeva, che non era tanto furbo, e cercava di farsi forza e di non sbagliare, e difatti in proporzione sbagliava abbastanza poco, appunto, non capivo come facesse a sbagliare cosí poco. Mi faceva pena perché gli altri gli ridevano dietro, e mi faceva tenerezza come un bambino, anche se aveva quasi quarant'anni e non era tanto bello da vedere.
Da Primo Levi, La chiave a stella, Einaudi 1991, p. 67 (parla Faussone, operaio piemontese).
Maxos
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Re: [LMO] [milanese] «Intrego»

Intervento di Maxos »

Bue ha scritto:Si usa anche in mantovano, nel senso più che altro di "imbranato", "impacciato".
La mia interpretazione è che sia arrivato a questo significato passando per intero nel senso di "tutto d'un pezzo", "inflessibile", "rigido" e quindi il contrario di elastico, duttile, adattabile.
Idem a Parma e provincia, ma del resto il mantovano è assimilabile.

Altra cosa meno immediata e per cui non ho ancora una etimologia è: "scûz" (italianizzato in "scuso") che vuol dire "destro" "capace"
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u merlu rucà
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Re: [LMO] [milanese] «Intrego»

Intervento di u merlu rucà »

Maxos ha scritto:Altra cosa meno immediata e per cui non ho ancora una etimologia è: "scûz" (italianizzato in "scuso") che vuol dire "destro" "capace"
Scûz potrebbe essere collegato a excŭssus, part. pass. di excŭtĕre 'scuotere'. Per 'destro' intende 'abile'? La -z della grafia è una s sorda o sonora?
Maxos
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Re: [LMO] [milanese] «Intrego»

Intervento di Maxos »

u merlu rucà ha scritto:
Maxos ha scritto:Altra cosa meno immediata e per cui non ho ancora una etimologia è: "scûz" (italianizzato in "scuso") che vuol dire "destro" "capace"
Scûz potrebbe essere collegato a excŭssus, part. pass. di excŭtĕre 'scuotere'. Per 'destro' intende 'abile'? La -z della grafia è una s sorda o sonora?
Sì, per destro intendo abile, spesso si usa al negativo al é mía scûz, come ha dire che non ha confidenza col mezzo che usa. La pronuncia è più o meno resa così: /sku:z/.
Sono un Fisico Teorico, non ho una preparazione linguistica degna di tale nome. Se scrivo qui è per imparare.
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u merlu rucà
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Intervento di u merlu rucà »

Considerato il significato attuale, più che da excŭssus, part. pass. di excŭtĕre, potrebbe derivare da excūsus, part. pass. di excūdo, che, oltre al significato di 'trarre fuori, cavar fuori', ha anche quello di 'foggiare battendo, fabbricare', che si avvicina ad 'abile'. Se il termine dialettale è parmigiano cittadino, o delle immediate vicinanze, la u lunga non dovrebbe creare problemi di carattere fonetico, in quanto, attualmente, la zona al di qua del fiume Parma non presenta più la ü, che è l'esito dei dialetti emiliani occidentali.
Maxos
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Intervento di Maxos »

Oh dunque avrei dovuto precisare che l'ortografia è pensata in senso unificato ma la pronuncia è adattata per cui ho dato la resa fonetica cittadina ma io vivo e parlo nella zona occidentale, al di là del Taro (penso che il suo sia un refuso, il Parma non dovrebbe dividere sensibilmente le varietà dialettali) e come ha bene detto, da noi sopravvivono le vocali anteriori e quella che scrivo come û è pronunciata abbastanza verso la ü; ma la voce è diffusa credo ovunque.

Ad ogni modo la sua seconda proposta mi piace, ci penserò poi interverrò più estesamente.

Grazie :)
Sono un Fisico Teorico, non ho una preparazione linguistica degna di tale nome. Se scrivo qui è per imparare.
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u merlu rucà
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Intervento di u merlu rucà »

Generalmente, in effetti, viene considerato il Taro come confine dialettale, tra le varietà emiliane con entrambe le vocali turbate e quelle senza o, al massimo con la ö (che, in pianura, arriva più ad est della ü). Non conoscendo bene la situazione tra il Taro e il Parma, ho usato quest'ultimo per maggior sicurezza. Questa è la situazione in pianura, mentre nell'Appennino la ü penetra in profondità nel territorio emiliano. Ve ne sono tracce addirittura nelle Marche.
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caixine
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Intervento di caixine »

Intrecare, intrigare, entrigar, entrigo/intrigo ...
Esiste una variante anche in area veneta.

Etimologia:

http://www.etimo.it/?term=intrigare

http://it.wiktionary.org/wiki/intrigare
variante di intricare (di origine settentrionale), dal francese intriguer
(esiste anche la voce tedesca intrige = intrigo, trama, maneggio)

Secondo me più che una connessione con le voci latine tricae- bagatelle, sciocchezze, frottole, noie, brighe, fastidi, imbrogli, raggiri, ... trico- intrigante, attaccabrighe, creare difficoltà, ecc. la connetterei alle voci d’area italica corrispondenti alla francese intriguer: appunto intrigare, intricare, ... intrecciare, legare, impedire il movimento, un impedimento che rende impacciati; oppure come intrigo = trama, intreccio.

Non so se nel latino antico o classico e non medievale esisteva la voce tricae con il senso di avviluppato, intrecciato, attorcigliato, … come l’edera su d’un fusto d’albero; come il greco tardo trichía (corda), tríchos (capelli).

Forse anche la voce entragna (budella) vi potrebbe essere connessa.
Ke bela ke la xe la me lengoa veneta, na lengoa parlà co' piaser anca dal bon Dio!
Alberto Pento
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