[LIJ] Cognomi liguri (e no)

Spazio di discussione su questioni di dialettologia italiana e italoromanza

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Animo Grato
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Intervento di Animo Grato »

Grazie lo stesso per l'attenzione e per le osservazioni a margine di Parodi. E il "premio di consolazione" - specialmente gli ultimi due casi - era piuttosto succoso! :wink:
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
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caixine
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Intervento di caixine »

u merlu rucà ha scritto:Non è detto che lo stesso cognome (o un toponimo), apparentemente uguale perché reso con grafia italiana, non possa avere origini diverse in regioni diverse.
Tanto per dirne una, il Pian della Mussa è del tutto innocuo per le orecchie piemontesi, molto meno per quelle liguri :D ...
E' possibile ma quanto probabile nel caso del cognome Mazzini?
E se questa ipotesi vale per il caso ligure dovrebbe valere anche per le altre aree: romagnola, emiliana, lombarda, veneta, piemontese, ... e a quali voci locali andrebbero connesse? Così a naso e per pratica, l'ipotesi di u merlu rucà la ritengo poco probabile.

Per me il cognome Mazzini potrebbe essere della famiglia del cognome Massaro e dintorni, connesso all'abitare nella Masseria/Massaria, come altri legati al Maso, al Mansio, alla Malga, al Maniero, alla Magione, alla Maison, ...

Vedere anche i cognomi Mazzon e varianti, Manzoni e varianti.

ippogrifo ha scritto: ... Il dato di fatto è che – anche in linguistica – le “iper-categorizzazioni” ( il fare di tutt’erba un fascio – direbbero i miei informatori - ) possiedono un potere esplicativo assai scarso. ...
Non sono d'accordo relativamente al caso in esame.
ippogrifo ha scritto: ...

E, “dulcis in fundo” , due fitonimi abbastanza diffusi e “chiarissimi” che, però, i giovani, ormai, non comprendono più: Oneto e Razeto – rivierasco - .
Oneto è il sito delle “o^ne” = ontani – “alnu(m)”, femm. - e Razeto quello delle “razze - z sonora – “ , che sono i rovi – che fanno le more - . Il cognome non è necessariamente relativo a un paesino o a una frazione. Per una data famiglia può anche dipendere da un microtoponimo, magari neppure mai registrato al catasto …
Per ora, basta …
Poco probabile che Oneto derivi da ontano e Razeto dalle razze dei rovi “morari o moraroni”.

Noi in area veneta abbiamo i toponimi Onè di Fonte, Onara, Onari, ... che vengono messi in relazione co gli alberi onari (ontani), ma che con più sensatezza hanno a che fare co le sabbione, la sabbionara, i sabbionari.
Ke bela ke la xe la me lengoa veneta, na lengoa parlà co' piaser anca dal bon Dio!
Alberto Pento
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

caixine ha scritto:E' possibile ma quanto probabile nel caso del cognome Mazzini?
E se questa ipotesi vale per il caso ligure dovrebbe valere anche per le altre aree: romagnola, emiliana, lombarda, veneta, piemontese, ... e a quali voci locali andrebbero connesse? Così a naso e per pratica, l'ipotesi di u merlu rucà la ritengo poco probabile.
Uhm, ha letto bene (e capito) quello che ha scritto Merlu? Una stessa parola può avere pronunce differenti non riprodotte dalla grafía, cosa che può implicare una differente origine. Tenendo in considerazione questo fatto (la diversità di pronuncia), ogni tentativo di ricostruire un etimo dovrebbe essere compatibile con l’esito fonetico attuale.
caixine ha scritto:Per me il cognome Mazzini potrebbe essere della famiglia del cognome Massaro e dintorni, connesso al lavoro svolto nella Masseria/Massaria, come altri legati al Maso, al Mansio, alla Malga, al Maniero, alla Magione, alla Maison, ...
Tre domande: 1) come si giustifica il passaggio da [s] (Massaro) a [z] (Maṡini, pron. locale di Mazzini)? 2) che cosa c’entra malga nella sequenza che propone? 3) (questa è per Merlu) nei dialetti liguri c’è una parola che deriva da una radice latina mans- e designa il mezzadro?
caixine ha scritto:Noi in area veneta abbiamo i toponimi Onè di Fonte, Onara, Onari, ... che vengono messi in relazione co gli alberi onari (ontani), ma che con più sensatezza hanno a che fare co le sabbione, la sabbionara, i sabbionari.
Interessante. Ma come si giustifica la caduta dei suoni iniziali in sabbionara e sabbione? Com’è stato possibile lo spostamento dell’accento da sabbione a Onè? E, soprattutto, la conformazione del territorio — passata o presente — giustifica un simile toponimo? La ringrazio se vorrà rispondermi.
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mezzadro

Intervento di ippogrifo »

Senza voler prevaricare nessuno :wink: :

in genovese urbano il mezzadro con parola antichissima è detto u manente - e chiusa - . Qui(a) manet in fundo. Il proprietario, tipicamente, può anche non risiedervi.
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u merlu rucà
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Re: mezzadro

Intervento di u merlu rucà »

ippogrifo ha scritto:Senza voler prevaricare nessuno :wink: :

in genovese urbano il mezzadro con parola antichissima è detto u manente - e chiusa - . Qui(a) manet in fundo. Il proprietario, tipicamente, può anche non risiedervi.
Non solo nel genovese ma anche generalmente nei dialetti liguri. Infatti pure nel Ponente si dice manente, con e chiusa o aperta secondo i dialetti. Nel mio è aperta.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Grazie per la risposta, Ippogrifo. :)
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u merlu rucà
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Intervento di u merlu rucà »

caixine ha scritto:
ippogrifo ha scritto: ...

E, “dulcis in fundo” , due fitonimi abbastanza diffusi e “chiarissimi” che, però, i giovani, ormai, non comprendono più: Oneto e Razeto – rivierasco - .
Oneto è il sito delle “o^ne” = ontani – “alnu(m)”, femm. - e Razeto quello delle “razze - z sonora – “ , che sono i rovi – che fanno le more - . Il cognome non è necessariamente relativo a un paesino o a una frazione. Per una data famiglia può anche dipendere da un microtoponimo, magari neppure mai registrato al catasto …
Per ora, basta …
Poco probabile che Oneto derivi da ontano e Razeto dalle razze dei rovi “morari o moraroni”.
Infatti Oneto non deriva da ontano ma da alnu come scritto da Ippogrifo.
ippogrifo
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mezzadro? manente

Intervento di ippogrifo »

Anche nelle varietà del contado genovese - "linguaggi" da "veri" "manenti" :wink: - l' "e" tonica risulta aperta.
Indipendentemente dall'etimo.
Come anche in molte parlate rivierasche. Sono tratti tuttora fortemente stigmatizzati in città. :(
ippogrifo
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BERTI ?

Intervento di ippogrifo »

Le parole del saggio pennuto sono sacrosante.

Una stessa forma grafica di cognome – più o meno ” italianizzata” - può presupporre diverse origini geografiche, può implicare differenti “forme” originarie – a seconda delle diverse tradizioni linguistiche che l’hanno “generata” - e, quindi, un differente significato.

Occorre saper “decostruire” – specialmente in territori di tradizione linguistica abbastanza diversa da quella “toscana” – l’apparente “significante” . :wink:

La percezione puramente grafica di un tale cognome – più o meno “italianizzato” - non ci dà ancora il “vero” significante. Infatti, ci si arresterebbe a un fenomeno ancora meramente “percettivo” e non si potrebbe ancora giungere a un vero e proprio atto cognitivo consapevole.
E solo dopo aver acceduto al “vero” significante “locale” – possibilmente, nella sua reale “forma” originaria – si può tentare d’intraprendere il fortunoso viaggio verso il “significato”.

Non prima …

Un esempio.

De Felice tratta il cognome Berti – e varianti - e ne indica la significativa presenza in Liguria. Bene. Però, il solo principio esplicativo delle “varianti” di una sola “forma” originaria non può spiegare. Avrebbe dovuto fare riferimento a una molteplicità di origini. E non solo ai nomi da lui citati che possiedono “Berto” nella versione “italiana” . Esistono anche altre origini. Che in “italiano” non “avrebbero” “Bert...”. Ma che, tuttavia, risultarono “produttive” anche mediante un “Bert...” “dialettale” . Avrebbe dovuto fare riferimento a un concetto di “merging” . Forse, è meglio scrivere fusione. Chiarisco. Consultò mai De Felice qualche pagina di registri parrocchiali di qualche paese della Liguria? Trascorrono secoli e secoli senza che compaiano né Alberti né Roberti né nomi simili … Bartolomeo fu Tomaso fu Bartolomeo per pagine e pagine fino all’estinzione della famiglia o alla mancanza del volume successivo a causa di incendi o rosicchiamenti o altro …
Del tipo di: “ Bartholomaeus Segalerba quondam … qui vulgo Bertus de … dicitur … “ . Ebbe chiaro De Felice che i nomi – da cui i cognomi – non venivano imposti sotto vuoto, ma nell’ambito delle credenze, delle tradizioni e dei vincoli della società dell’epoca ? La povera gente – e non solo – trasferiva al primogenito il nome dell’avo e così via – nei secoli – e impartiva sempre i soliti nomi dovuti alla tradizione e alla devozione religiosa: i nomi degli apostoli, dei santi noti, non altri … E fino a ieri l’altro – intendo storicamente e parlo solo per la Liguria perché non desidererei che nessuno si risentisse – eravamo, nella stragrande maggioranza, povera gente … Sembra proprio che la ricerca di De Felice sia “decontestualizzata” . Nei contadini e nei pescatori – in Liguria e fino a ier l’altro – era più frequente Bertu da Bartolomeo che non da Roberto o Alberto o … Si capisce che ora non è più così e non sarà più così … Ma non possiamo riferirci alle epoche trascorse coi parametri della mera attualità. Ai tempi – così si dice in Liguria – Roberto era un nome “prestigioso” da adeguati “borghesi” , non era nome da contadini. Chiedete ai vecchi genovesi qual era il nome anagrafico del Bertu – u Bertu – da loro conosciuto in giovinezza quale mezzadro, pescatore o contadino dell’interno. La risposta è unanime: u Bertume^ . Bartolomeo si pronuncia, infatti, con due – 2 - “e” . Bertun, Bertin ne sono le “varianti” e i Berti è il patronimico popolaresco della stirpe dei Bartolomei. Qualsiasi contadino avrebbe saputo riferirvi tutti i dettagli dell’iconografia di San Bertume^ e raccontarvi la festa patronale. Vi avrebbe, invece, rimandato direttamente al clero competente per dati su San Roberto o su Sant’Alberto – a meno che in questo caso non si fosse intesa la località - … Erano strati sociali in cui non c’erano nomi se non in corrispondenza biunivoca con santi noti … Può piacerci o meno, ma era così … In quale humus culturale pensava De Felice che i nostri antenati fossero vissuti? Su Marte? Da quanto accennato appare evidente che – per la Liguria, ma non solo – sarebbe stato corretto indicare – nel caso di Berti e “varianti” - la “fusione” dei nomi riferiti – Alberto, Roberto et c. … - anche colla provenienza da Bartolomeo – in Liguria, almeno, ampiamente maggioritaria (ci si riferisce, sempre, ovviamente, ai secoli passati) - . Quindi, i Berti della Liguria derivano in minima parte dai nomi citati da De Felice. :roll: In grande maggioranza erano poveri Bartolomei … :wink: Ai quali le pesanti condizioni sociali dell’epoca rischiavano di “togliere” la pelle, anche senza necessità dell’intervento di infedeli … E’ chiaro che queste forme di “empatia popolare” ancora vive qualche decina di anni fa si sono, ormai, perdute. De Felice, forse, non giunse mai nemmeno a ipotizzarle … Discettava di cognomi consultando gli elenchi del telefono … Era lì la vita ? ! ? … :roll:
La povera gente ha – purtroppo – sempre rappresentato la stragrande percentuale della popolazione e i cognomi non sono sorti negli anni sessanta del Novecento! Nemmeno sotto il lemma Bartolomei, sotto il quale andrebbero posti i Berti della Liguria, appare traccia di questo tipo di consapevolezza. Risulta lampante che, senza un’adeguata considerazione e competenza riferite al territorio e alla sua tradizione linguistica, non si può ottenere un’adeguata affidabilità di quanto si divulga e si sono – così - costruiti giganti fondati sulla tenera argilla … :cry:

Quindi, in definitiva, non siamo più autorizzati a pensare – specialmente se non si tratta d’immigrati recenti, ma di gente “radicata” sul territorio - che un sig. Bertini dell’Antella – Firenze – e un sig. Bertini di Varese ligure abbiano lo stesso cognome … Assai probabilmente, il sig. Bertini di Varese avrà come “omologo” all’Antella il sig. Bartolini … et c. … :wink:

Non si possono più ipotizzare “algoritmi mentali” – o anche implementati – basati su una semplice base dati di “forme grafiche” . :( Essi risultano troppo rozzi a fronte della complessità onomastica italiana. :cry: Occorrono reti associative che risultino in grado di poter operare col polimorfismo effettivo sotteso a un semplice esponente e coll’evidente policentricità di origine di “forme” solo apparentemente identiche.

Se non sempre chi scrive riesce ad aiutarci ad aprire la mente, nessuno c’impedisce, tuttavia, di effettuare una lettura critica dei testi … :wink:
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caixine
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Intervento di caixine »

ippogrifo ha scritto: ...
... Quindi, in definitiva, non siamo più autorizzati a pensare – specialmente se non si tratta d’immigrati recenti, ma di gente “radicata” sul territorio - che un sig. Bertini dell’Antella – Firenze – e un sig. Bertini di Varese ligure abbiano lo stesso cognome … Assai probabilmente, il sig. Bertini di Varese avrà come “omologo” all’Antella il sig. Bartolini … et c. …
Non si possono più ipotizzare “algoritmi mentali” – o anche implementati – basati su una semplice base dati di “forme grafiche” . Essi risultano troppo rozzi a fronte della complessità onomastica italiana. Occorrono reti associative che risultino in grado di poter operare col polimorfismo effettivo sotteso a un semplice esponente e coll’evidente policentricità di origine di “forme” solo apparentemente identiche.
Pienamente d’accordo.
Questa buona regola l’ho adottata da anni nell'ambito della storia della lingua, in particolare nei riguardi della derivazione linguistica tipo l’ipotesi romanza che per me equivale al caso de Felice da lei citato come esempio negativo ...
Nel caso di Mazzini la partita è tutta aperta e per la variante ligure i funghi forse non c’entrano veramente.

Manente è cognome diffuso pure nel Veneto veneziano e con buona probabilità ha la medesima etimologia della voce ligure.

E' difficile accettare come ribadisce u merlu rucà che Oneto derivi da alnu come scritto da Ippogrifo.
Ultima modifica di caixine in data sab, 22 giu 2013 6:39, modificato 1 volta in totale.
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Alberto Pento
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Intervento di Carnby »

u merlu rucà ha scritto:Infatti Oneto non deriva da ontano ma da alnu come scritto da Ippogrifo.
Ovvero Oneto < *aunetu < *alnēttu (dim.) < alnu(m)? Perché se venisse da alnētu(m) mi aspetterei – in area ligure – Onedo.
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Intervento di caixine »

Per il cognome Oneto esiste anche l’ipotesi etimologica che lo fa derivare da Odonetto (Oddo, Oddone/Odone, Odonetto/Odoneto varianti di Otto, Ottone, Ottonetto): nato nell'ottavo mese ?
Io sono nato nel comune di Monticello Conte Otto (VI).
Cfr. Oddone re dei Franchi e gli Ottoni sassoni del Sacro Romano Impero.

Diffusione del cognome Oneto in area italica:
http://www.gens.info/italia/it/turismo- ... nome=oneto
Ultima modifica di caixine in data sab, 22 giu 2013 6:37, modificato 3 volte in totale.
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Alberto Pento
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u merlu rucà
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Intervento di u merlu rucà »

Carnby ha scritto:
u merlu rucà ha scritto:Infatti Oneto non deriva da ontano ma da alnu come scritto da Ippogrifo.
Ovvero Oneto < *aunetu < *alnēttu (dim.) < alnu(m)? Perché se venisse da alnētu(m) mi aspetterei – in area ligure – Onedo.
Senza la forma dialettale si viaggia sulle sabbie mobili. Potrebbe trattarsi di Uneu o qualcosa di simile. Dalle mie parti ci sono diversi toponimi a l'auriveu, che vengono resi in grafia italiana come oliveto o addirittura olivetto. Abbiamo -eu che deriva da -etu, suffisso che indica collettività, associazione di vegetali.
ippogrifo
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RE: MEZZADRO

Intervento di ippogrifo »

Prego, Fernand :wink:
ippogrifo
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GLI ONTANI ...

Intervento di ippogrifo »

Onore delle armi a Carnby che fa avanzare le sue truppe cognitive in territori infestati da alieni ! :wink:

La strada intrapresa, per altro, era corretta: ,O:’ne:tu>,O:’ne:du>,O:’ne:dhu>,O:’ne:u. Prendo fiato un attimo. Con ,O:’ne:u – in territorio genovese – siamo prima della prima metà del secolo XII !!! :wink: perché negli scritti in genovese - d - ( intendo intervocalica ) incomincia a non essere più notata nelle lingua scritta a partire da allora … Quindi, doveva essere scomparsa dalla lingua parlata già prima. Resiste più a lungo – in alcuni casi, tuttora – nello Spezzino. Ma “e” – serie anteriore – e “u” – serie posteriore – non possono stare contigue. Interviene un’epentesi per rendere più graduale la transizione dei vocoidi * : ,O:ne’Ou>,O:’njOu>,O:’gnOu proprio come in castagnòu per castagneto o in murtjòu ** per mirteto, allontanando già in tempi molto remoti le voci riferite da una situazione “toscanizzante” e da una potenziale rappresentazione tramite “onedo” che non esisteva già più. Né nella lingua parlata né in quella scritta! Si era già “disgregato” ! A differenza di altri esiti settentrionali in cui “ – edo”permane tuttora come pronuncia ancora attuale dei fitonimi e può indicare una caratteristica del territorio. Allora, tanto valse mantenere “-eto” non so se avvertito come più latino o più “toscano” e non pensarci più. Anche se – a dire la verità – qualche “-edo” , non nei cognomi genovesi, ma nei toponimi “fitonimi” “serpeggia”. Ma ultra-minoritario. Basta consultare le cartine dell’I.G.M. per rendersene conto. Ma può anche dipendere semplicemente dalle stesse trascrizioni dell’I.G.M.. Relativamente alla Liguria, ampiamente fallaci. Comunque, per quanto riguarda i fitonimi – come anche nelle altre voci - , in dialetto non è presente alcuna – d – da prima della metà del secolo XII – F. Toso, “Storia linguistica della Liguria”, Vol. I, pag. 34 ( in cui, relativamente alla nostra discussione si riscontra solo il dato relativo a – d- ) - . Nei cognomi, invece – come scritto - , si ha “-eto” . Inoltre, i “diminutivi” in “-ettu” – anche se relativi a specie arboree – non possono mai confondersi, in genovese, col fitonimo perché la geminazione del diminutivo “protesse” il contoide – tt- che mantenne l’esito “simile” a quello toscano senz’alcun’ulteriore evoluzione né possibilità di essere confuso col fitonimo. Come in qualsiasi altra categoria di diminutivo. E tutte le cartine dell’I.G.M. e anche quelle catastali – più dettagliate – riportano correttamente i diminutivi relativi alla toponimia sempre geminati. Tento di fare un esempio adottando una voce molto semplice. Riporto relativamente all’olmo il nome della specie, il diminutivo di un singolo albero e il nome collettivo – il fitotoponimo - : l’urmu, l’urméttu e l’urmjòu – olmeto - . La distanza anche solo fonica tra diminutivo e fitonimo è ben chiara ed evidente. In altri casi possono esserci situazioni più complesse per i non adepti, ma unicamente attribuibili a esiti del dialetto – principalmente, incontri vocalici - . Oppure si può anche avere il nome del collettivo al femminile, come nel caso di “pineta” et c. … . Il principio, comunque, è sempre lo stesso e la distanza fonica sempre molto significativamente percepibile.

E, comunque, la transizione ipotizzata da ,O: ‘netta – ‘O:na è femm. :wink: – a ,O:’ne:ta, in genovese, non è mai possibile! –tt- si mantiene.



* passando, nell’ambito del “quadrilatero”, in “orizzontale” – più o meno – da “e” a “O” e, poi, in “verticale” da “O” a “u”, evitando la transizione diretta da “e” a “u” che il sistema fonologico genovese – come altri – non ammette. Così come non ammette la transizione da “a” a “u” che, a sua volta, diventa identicamente “òu” – realizzando un “merge” linguistico - et c. …
Risulta interessante come il fenomeno si sia verificato anche in senso inverso. In modalità totalmente speculare! Da destra a sinistra. Il plurale di pescòu – pescatore – avrebbe dovuto fornire pescòi. Ma il dittongo “òi” in città non è ammesso. Si ebbe pescoéi > pescuéi / pes’kwei / - pronuncia attuale - . Almeno, io non riesco a trovare un’ipotesi più soddisfacente. Vale per l’ “i” quanto riferito in *** per l’ “u” . Si tratta dell’ “i” rovesciato di Canepari.
Pronuncia molto lontana da quella dell’italiano neutro e immediatamente avvertibile!

** vi fu epentesi - ritengo – e non semplice apofonia. Castagnòu maschera, ma, se vi fosse solo stata apofonia, si avrebbe murtòu e non murtjòu. Ma così non è.

*** andrebbe notato che nel dittongo “òu” la pronuncia dell’ “u” – v. Canepari – è molto diversa da quella dell’ “u” “italiana” e l’effetto acustico risulta percepibilissimo anche da parte di un “assoluto” profano.


P.S. : le forme in “-eu” di fitonimi riferite dal Merlo descrivono bene le caratteristiche di arcaicità rappresentate dalle varietà linguistiche “ponentine” rispetto al genovese urbano. Si tratta, sostanzialmente, dello stadio evolutivo raggiunto dal genovese prima dell’anno 1.150 circa e dal quale il genovese si allontanò ulteriormente – é:u > jòu - stravolgendo la matrice lessicale originaria. Per il resto, anche nelle varietà linguistiche “ponentine” la geminazione – sebbene meno “intensa”rispetto a quella genovese – preservò il diminutivo dalla sonorizzazione e dagli esiti conseguenti, sicché anche nell’estremo ponente ligure il diminutivo e il fitonimo sono fonologicamente e foneticamente molto distanti e ben distinguibili tra loro.
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