«Anguria»

Spazio di discussione su questioni di dialettologia italiana e italoromanza

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Avatara utente
Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Sí, son tutti frutti. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Marco Treviglio
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Intervento di Marco Treviglio »

Marco1971 ha scritto:Sí, son tutti frutti. :)
Beh, per me v'è differenza tra frutta e verdura.
Quello che ho scritto nei messaggi precedenti era per evidenziare che dal mio punto di vista il cocomero è un ortaggio e quindi fa parte dell'insieme della verdura e non della frutta. ;)
domna charola
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Intervento di domna charola »

Marco Treviglio ha scritto:
Carnby ha scritto:Botanicamente quello che si mangia della pianta è un frutto, per la precisione un peponide, considerato da alcuni autori una variante di una bacca.
Allora sono "un frutto" anche il pomodoro, la zucchina, il cetriolo, il peperone ecc. ecc.
Secondo me, stiamo confrontando due linguaggi specialistici diversi.

Per un cuoco (attuale), frutta e verdura si riferiscono a campi precisi e ben delimitati dal punto di vista dell'uso gastronomico (attuale), indipendentemente dalla loro collocazione sistematica nell'ambito botanico (stesso discorso per la zoologia: calamari e vongole rientrano nel settore gastronomico del "pesce" contrapposto alla "carne", con buona pace di Linneo e seguaci).

Per un botanico invece pomodoro, peperone, melanzana etc. restano frutti, e basta.

Dipende insomma dal tipo di comunicazione, dal contesto, tant'è vero che la definizione gastronomica varia nel tempo e nello spazio, così come la collocazione dei frutti entro il pasto e le ricette, ovvero la loro percezione da parte di chi li usa, è variata nel tempo.

Io ad esempio sostengo sempre che, essendo il pomodoro un frutto, è giustificato non condirlo con olio e sale: condireste così una pesca? e allora perché un pomodoro sì e una pesca no? La risposta a questa provocazione è di solito l'insalata di arance, che tutti consideriamo frutti, ma che si possono servire ben condite con olio e altri elementi che di solito associamo alle "verdure". Quindi, anche il pomodoro può cedere al condimento, nonostante la sua natura di frutto (anche se a me continua a non piacere).

Il cocomero di suo è un frutto; diviene "ortaggio" se considero le cetriolacee e affini, che vengono servite come verdura; ma se penso all'anguria, rientra nel campo della "frutta", cioè le cose servite a fine pasto e collegate al mondo del "dolce" (questo attualmente; sei secoli fa, la "frutta" era servita come antipasto).
Avatara utente
Millermann
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Intervento di Millermann »

Siamo su Cruscate: vogliamo farci spaventare dai differenti significati di una parola con appena due singolari e due plurali? :wink:

Il cocomero è un frutto.
Peperone, pomodoro, zucchina (e affini) sono anch'essi dei frutti, poiché si sviluppano a partire da fiori e contengono dei semi.
Il cocomero, però, è (considerato) anche (della) frutta.
Peperone, pomodoro, zucchina, invece, non sono (della) frutta, ma sono (considerati) (delle) verdure.
Siete d'accordo, cosí? :)
In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
Marco Treviglio
Interventi: 142
Iscritto in data: mar, 30 giu 2015 13:27

Intervento di Marco Treviglio »

Un consiglio disinteressato:
mentre per gli ortaggi, compresi quelli a frutto, non vi sono complicazioni derivanti dall'essere mangiati in fondo al pasto, per quanto riguarda la medesima cosa fatta con i frutti “tradizionali” (come mele, pere, banane e via discorrendo), sí, per questioni legate alla digestione.
Quindi, gli ultimi, andrebbero mangiati prima (nell'ordine di almeno un'ora o due) del pasto, come “aperitivo” per intenderci.
Dunque, dire che l'anguria è semplicemente un frutto (secondo il mio modesto parere) è una dichiarazione fallace, perché (dal mio punto di vista) sapere che un cocomero si avvicina più a un cetriolo o un pomodoro rispetto a un'arancia o una ciliegia, (mi) aiuta a distinguere quando va mangiato l'alimento in questione.
Questo a prescindere dal tipo di linguaggio in cui si vuole analizzare e in cui viene utilizzato.
Spero cosí di aver chiarito il mio intendimento. ;)
domna charola
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Intervento di domna charola »

...dal punto di vista dietologico, ciò ha senso... ma anche le teorie sulla corretta alimentazione sono varie e variabili nel tempo... :roll:
Del resto, se i frutti-frutta dovrebbero essere mangiati solo a inizio pasto, mentre nulla osta a mangiare gli altri quando si vuole, l'imprecisione nella scelta dei termini al massimo ci creerà un limite fittizio e inutile (costringendoci a scartare dal fine pasto anche gli innocenti anguria e pomodoro), ma non creerà danno, rendendo solo più ampia del dovuto la categoria dei "vietati"; non vi sarebbe invece rischio di introdurre un qualche vegetale dannoso oltre la soglia dell'aperitivo.

Al di là di queste considerazioni, varrebbe la pena quindi definire con precisione gli elementi che caratterizzano un frutto come "ortaggio" anziché come "frutta".
Certi frutti li percepiamo come ortaggi e quindi li mangiamo associati al pasto (o al salato?), oppure sono "ortaggi" in sé e quindi si possono mangiare come ortaggi nel corso del pasto?
Marco Treviglio
Interventi: 142
Iscritto in data: mar, 30 giu 2015 13:27

Intervento di Marco Treviglio »

domna charola ha scritto:[V]arrebbe la pena quindi definire con precisione gli elementi che caratterizzano un frutto come "ortaggio" anziché come "frutta".
Penso che non sia questo il luogo ove disquisire e precisare le differenze e la distinzione tra le specie di frutta e verdura.
Credo valga la pena dire che (per me) tra le due categorie v'è una terza, gli ortaggi, che raggruppa un po' dell'una, un po' dell'altra. Ciò che la contraddistingue dalle prime due sono i tipi di piante coltivate e il loro metodo di coltivazione.
domna charola ha scritto:Certi frutti li percepiamo come ortaggi e quindi li mangiamo associati al pasto (o al salato?), oppure sono "ortaggi" in sé e quindi si possono mangiare come ortaggi nel corso del pasto?
Non credo di aver capito bene, qui.
Dato il punto interrogativo, Le rispondo a titolo personale.
Secondo me, certi frutti sono ortaggi e quindi si possono mangiare quando se ne ha voglia (meglio se non conditi, naturalmente) anche accompagnati al pasto (ad es.: della carne con una o mezza fetta di cocomero, dipende dalle dimensioni :roll:), con una avvertenza in questo caso: all'aumentare della concentrazione di acqua nell'alimento, diminuirne le dosi di consumo o bere poca acqua (o se si desidera aumentarne le dosi, mangiarli in sostituzione all'acqua) durante il pasto, poiché esagerando con questa si diluiscono i succhi gastrici e si rende piú complicata la digestione.

Preciso che quanto ho scritto non sono consigli medici ma costumi puramente personali. ;)
sempervirens
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Intervento di sempervirens »

Il mio apporto a questa discussione è nullo, giacché quello che c'era da dire è stato detto. Il mio ingresso è solo motivato da semplice curiosità.

In Toscana abbiamo la parola cocomero, poi abbiamo cocomeraio, e abbiamo anche cocomerata.

"Vai dalla cocomeraia e fatti dare qualche cocomero che stasera facciamo una cocomerata fuori!" Per esempio è frase fattibile grazie sia alla generosa loquacità del parlante sia al ricco assortimento di materiale lessicale.

La stessa cosa con la parola anguria è possibile al di là degli Appennini?
Io nella mia lingua ci credo.
Avatara utente
Carnby
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Intervento di Carnby »

sempervirens ha scritto:"Vai dalla cocomeraia e fatti dare qualche cocomero che stasera facciamo una cocomerata fuori!" Per esempio è frase fattibile grazie sia alla generosa loquacità del parlante sia al ricco assortimento di materiale lessicale.
In lingua (non in vernacolo!) in un caso come questo potrei dire: «Vai dalla cocomeraia e fatti dare qualche anguria che stasera facciamo una cocomerata fuori!» per evitare la filastrocca di cocomeri e derivati.
sempervirens ha scritto:La stessa cosa con la parola anguria è possibile al di là degli Appennini?
Meglio al di là del Po: l'area del tipo cocomero si estende anche a larghe parti dell'Emilia-Romagna.
Avatara utente
Millermann
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Intervento di Millermann »

Carnby ha scritto:[L]'area del tipo cocomero si estende anche a larghe parti dell'Emilia-Romagna.
Su Wikipedia c'è una dettagliata cartina d'Italia con i diversi nomi che l'anguria/cocomero assume.

A questo proposito, ho notato l'autore dell'immagine: :) l'ha realizzata lei, Carnby? E come ha fatto, forse basandosi sulle mappe dell'AIS?
Lo chiedo perché mi sarei aspettato che l'area di «zipangulu» fosse molto piú ridotta, e interessasse solo la parte meridionale della Calabria. :?
In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
Avatara utente
Carnby
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Intervento di Carnby »

Millermann ha scritto:A questo proposito, ho notato l'autore dell'immagine: l'ha realizzata lei, Carnby? E come ha fatto, forse basandosi sulle mappe dell'AIS?
Lo chiedo perché mi sarei aspettato che l'area di «zipangulu» fosse molto piú ridotta, e interessasse solo la parte meridionale della Calabria.
Sì, l'ho fatta io e ho citato anche la fonte (se guarda nella descrizione dell'immagine, trova il collegamento ad academia.edu).
Ovviamente non pretende di essere accurata al 100%, anzi critiche e correzioni sono sempre benvenute.
Avatara utente
u merlu rucà
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Intervento di u merlu rucà »

Buon lavoro Carnby! Non so se sarà possibile inserirla, ma c'è un'areola del tipo sandia in Provincia di Savona (Pietra Ligure, Giustenice, Tovo, Calice), probabile eredità del possesso spagnolo del Marchesato di Finale.
Largu de farina e strentu de brenu.
Avatara utente
Sixie
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Intervento di Sixie »

E della gloriosa zucca, cosa si dice? :)
Per me la differenza fra frutto e ortaggio corre lungo una linea del dolce e del fresco/crudo : la polpa della zucca, ad esempio, ha sapore dolce come quella di un frutto ma, che io sappia, non si può consumare cruda.
Anche il melone e l'anguria hanno polpa dolce ma, di norma, si consumano freschi. Poi, è vero, la cucina si presta a molte sperimentazioni del gusto, ma io seguo la tradizione : zucca cotta e anguria fresca.
Buonissime entrambe, frutti dell'orto, da consumare come meglio uno crede.
( ci sarà, io credo, da qualche parte, un ristorante vegetariano dove la zucca potrebbe essere servita cruda, magari affettata a sottili lamelle come e con i funghi porcini, scaglie di grana, olio e aceto balsamico, prezzemolo tritato finemente e ... envoyer, in tavola! :D )
We see things not as they are, but as we are. L. Rosten
Vediamo le cose non come sono, ma come siamo.
Avatara utente
Carnby
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Località: Empolese-Valdelsa

Intervento di Carnby »

u merlu rucà ha scritto:Non so se sarà possibile inserirla, ma c'è un'areola del tipo sandia in Provincia di Savona (Pietra Ligure, Giustenice, Tovo, Calice), probabile eredità del possesso spagnolo del Marchesato di Finale.
Fatto. :)
sempervirens
Interventi: 599
Iscritto in data: gio, 23 apr 2015 15:14

Intervento di sempervirens »

Carnby ha scritto:
sempervirens ha scritto:La stessa cosa con la parola anguria è possibile al di là degli Appennini?
Meglio al di là del Po: l'area del tipo cocomero si estende anche a larghe parti dell'Emilia-Romagna.
Grazie per la specificazione geografica!

Più che altro mi interessava di sapere se ci fossero parole come anguraio, anguraia, o anguraro, angurara, e anguariata. Al pari di cocomeraia, cocomeraio, cocomerata.
Io nella mia lingua ci credo.
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