I nomi dialettali dei giorni dopo "dopodomani"

Spazio di discussione su questioni di dialettologia italiana e italoromanza

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bubu7
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I nomi dialettali dei giorni dopo "dopodomani"

Intervento di bubu7 »

Nel pugliese, parlato in un'area che localizzerei a nord di Foggia, i nomi sono (o meglio sarebbero perché, anche se tradizionalmente si tramanda tutta la serie, gli ultimi due termini non li ho mai sentiti; naturalmente sono possibili varianti poco significative...):

cra, pəscrà, pəscrìll [raro], pəscrón [mai sentito], pəscrəllón [mai sentito].

Sono curioso di leggere le vostre repliche. :)
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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Animo Grato
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Intervento di Animo Grato »

Non sono sicuro di aver capito bene. Esemplificando, se oggi è domenica, avremmo:
cra = domani (lat. cras) = lunedì;
pəscrà = dopodomani (post cras) = martedì;
pəscrìll = mercoledì;
pəscrón = giovedì;
pəscrəllón = venerdì.

È corretto? Se così fosse, non ho mai sentito niente del genere. :shock:
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Sì, caro Animo Grato, proprio come ha gentilmente esemplificato. :)

Mi piacerebbe sapere dai frequentatori di questa piazza quali sono i termini del loro dialetto per i giorni successivi al dopodomani. :)
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Qui dopodomani si dice domanlattro e il giorno dopo dopodomanlattro. :)
Cembalaro
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Intervento di Cembalaro »

In napoletano, salvo omissioni, c'è solo craie e pescraie.
Entrambi desueti: il primo lo ricordano solo alcune vecchie nonne o anche bisnonne; il secondo è rarissimo anche in letteratura seicentesca.

I termini attuali sono calchi dell'italiano: dimane e doppodimane.

Non so se esistano parole per indicare i giorni successivi.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Qualche altra informazione.

Il Dizionario Abruzzese e Molisano, 1968, di Ernesto Giammarco riporta, sotto la voce cra, la sequenza: cra(jə); pəscra(jə); pəscrìllə, pəscrillónə [entrambi per indicare il giorno dopo dopodomani]; pəscrillùccə [il secondo giorno dopo dopodomani].

Francesco D'Ascoli, nel suo Nuovo vocabolario dialettale napoletano, 1993, riporta: cràie, pescràie, pescrigno [il giorno dopo dopodomani], aggiunge che derivati di cras si ritrovano nell'antico spagnolo e antico portoghese e riporta anche esempi dal calabrese: piscràie, piscriddu.

Infine, illuminante, il Rohlfs (Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, paragrafo 921).
Per i giorni che seguono [il dopodomani] l'Italia centrale e settentrionale non hanno coniato alcun termine; nel Mezzogiorno invece troviamo una notabile fila di espressioni create per mezzo di suffissi, cioè suffisso diminutivo (vocale caratteristica i) per il primo giorno, suffisso aumentativo (vocale caratteristica o) per il secondo giorno che segue [...] In non pochi di questi dialetti c'è poi un termine particolare per il giorno ancora seguente, cfr. nel napoletano (secondo il D'Ambra [Vocabolario napolitano-toscano, 1873]) craje, pescraje, pescrigno, pescrotte, pescruozzo; nel Salento (Nardò) crai, puscrài, puscrìddi, puscriddàzzu, puscriddòne (Rohlfs, Vocabolario dei dialetti salentini).
A questo punto la questione diventa di natura etno-linguistica: "Come mai le regioni meridionali hanno avvertito la necessità di identificare diversi giorni nel futuro? :roll:
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Confermo, anche se non ce n’è bisogno, quel che dice il Rohlfs sui dialetti del norde: non esiste un’espressione per i giorni che seguono il dopodomani. Da me dopodomani si dice pasà domàn (lett. ‹passato domani›).

Riguardo alle forme che ha riportato bubu7, sarebbe interessante conoscerne l’etimo. Se crai e poscrai (e varianti locali) sono perspicui nella loro derivazione dal latino CRĀS e POSTCRĀS, donde se ne escono pescrigno, piscriddu e compagnia? Sono alterati di CRĀS?
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Ferdinand Bardamu ha scritto: ...donde se ne escono pescrigno, piscriddu e compagnia? Sono alterati di CRĀS?
Direi di sì.

Il Rohlfs, nella citazione riportata, parla di suffissi e vocali caratteristiche usati per la formazione dei diversi termini...
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
Cembalaro
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Intervento di Cembalaro »

Ferdinand Bardamu ha scritto: Riguardo alle forme che ha riportato bubu7, sarebbe interessante conoscerne l’etimo. Se crai e poscrai (e varianti locali) sono perspicui nella loro derivazione dal latino CRĀS e POSTCRĀS, donde se ne escono pescrigno, piscriddu e compagnia? Sono alterati di CRĀS?
In napoletano: prima del vocabolario di D'Ascoli citato da Bubu, lo stesso linguista pubblicò un Dizionario etimologico napoletano, nel quale, s.v. pescrigno, scrive: «etim.: formazione d'incerta natura; forse dimin. di pescràje» (immagino: pescrino-pescrinio-pescrigno).

Ma devo aggiungere all'elenco anche il bellissimo pescruozzo, che sta per «tra quattro giorni» (Ancora D'Ascoli: «forse accrescitivo di pescràje»).

Il vocabolario settecentesco di Ferdinando Galiani (1789) registra tutti i composti s.v. pescraje, pescrigno, pescruozzo, ma segnala:
Galiani ha scritto: «ma siffatte voci non si adoperano separatamente nel discorso, né si potrebbe dire: Ci vedremo pescrigno per dir che ci vedremo tra tre giorni. Si adoperano soltanto in fila per indicar la serie di essi giorni».
Non è esattamente così: pescraie viene usato da sola in due opere buffe: Lisa pontegliosa e Lo mbruoglio d'ammore; pescruozzo addirittura da Giulio Cesare Cortese, La vajasseide. Occorrenze effettivamente molto rare.
Smaralda
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Intervento di Smaralda »

I miei amici leccesi elencavano: crai, pescrai, pescriddi, pescroddi, pescriddazzi e pescroddazzi, ma ammettevano che in realtà le ultime due voci esistevano solo virtualmente, forse un'aggiunta ironica a un elenco percepito come buffo. Comunque assicuravano di aver sentito, oltre a crai e pescrai(di uso comune) pescriddi e pescroddi dai vecchi del paese.
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Un mio amico mi ha fatto notare che per il terzo giorno si usa
"Domani l'altro ancora".
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Carnby
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Intervento di Carnby »

valerio_vanni ha scritto:Un mio amico mi ha fatto notare che per il terzo giorno si usa "Domani l'altro ancora".
Anche qui qualche volta si dice domanlattr'ancora.
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Zabob
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Re: I nomi dialettali dei giorni dopo "dopodomani"

Intervento di Zabob »

bubu7 ha scritto:Nel pugliese, parlato in un'area che localizzerei a nord di Foggia, i nomi sono (...):

cra, pəscrà, pəscrìll [raro], pəscrón [mai sentito], pəscrəllón [mai sentito].

Sono curioso di leggere le vostre repliche. :)
Nel dialetto dei miei genitori (provincia di Bari) ho sentito solo i primi due; gli altri mai, ma credo che vengano usati solo in un contesto scherzoso, come a enumerare immaginariamente, dal più piccolo al più grande, una serie di fratelli.
"L'altro giorno" si dice l'alta dè ('dì' evidentemente è femminile), e in italiano mi hanno insegnato che "l'altro giorno" corrisponde a tre giorni fa. "L'altro ieri" si dice alla grossa come 'avant'ieri' in italiano (più o meno avantjìirə), termine che nell'italiano regionale ligure subisce l'aferesi, "vantieri".
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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