[VEC?] Scansia

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igrino
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[VEC?] Scansia

Intervento di igrino »

Salve,
In realtà non sono sicuro se "scansia" si possa considerare una parola dialettale o se invece sia italiano: ho letto tale termine su un libro (tradotto in italiano) e sul vocabolario in linea della Treccani (http://www.treccani.it/vocabolario/scansia/) è segnalato di origine veneta.

Comunque la mia domanda è sul suo uso: mi piacerebbe sapere da persone che usano abitualmente questa parola (suppongo dei veneti!) se c'è qualche differenza con "scaffale" o se, come dice la Treccani, ne è solo un sinonimo. Lo chiedo perché, sempre nella spiegazione della Treccani, mi ha colpito l'accenno ai libri che mi farebbe pensare a un uso più specialistico, orientato a libri e riviste, di "scansia" rispetto a "scaffale" dove invece si ripone qualsiasi tipo di oggetto.

Grazie in anticipo per qualsiasi spiegazione!
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Ferdinand Bardamu
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Re: [VEC?] Scansia

Intervento di Ferdinand Bardamu »

igrino ha scritto:Comunque la mia domanda è sul suo uso: mi piacerebbe sapere da persone che usano abitualmente questa parola (suppongo dei veneti!) se c'è qualche differenza con "scaffale" o se, come dice la Treccani, ne è solo un sinonimo.
Io l’uso per riferirmi a un mobiletto a piú ripiani (come dice il Treccani). Per quanto mi riguarda, la scansia può contenere libri o qualsiasi altro oggetto: non è insomma uno scaffale di biblioteca, ma uno scaffale, in generale.
PaDaSu
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Re: [VEC ?] Scansia

Intervento di PaDaSu »

Il lemma mi riporta all'infanzia.
Avevo la mia scansia dove riponevo libri e quaderni di scuola.
Ma mio nonno (nativo del valdarno fiorentino) aveva la sua scansia dei vini nella cantina.
A Firenze veniva usato diffusamente almeno 50 anni fa: anche i miei compagni di scuola avevano le loro scansie.

Per curiosità ho dato un'occhiata alle varie edizioni del Vocabolario della Crusca.
Appare come scancia nella terza edizione e come scansia a partire dalla quarta edizione.
Dipende forse da questo l'attribuzione ad una provenienza veneta?
Ferdinand potrà essere certamente più preciso di quanto possa esserlo io.
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igrino
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Intervento di igrino »

Grazie per le risposte rapidissime!

Peccato però: mi sarebbe piaciuto avere un termine specifico per "scaffale per libri"... :wink:
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

igrino ha scritto:Peccato però: mi sarebbe piaciuto avere un termine specifico per "scaffale per libri"... :wink:
Possiamo sempre usare libreria (Treccani in linea, acc. 2).
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
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Ferdinand Bardamu
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Re: [VEC ?] Scansia

Intervento di Ferdinand Bardamu »

PaDaSu ha scritto:Ferdinand potrà essere certamente più preciso di quanto possa esserlo io.
La ringrazio, ma a dir la verità io ho una conoscenza molto spontanea e ingenua del mio dialetto. Il fatto che anche lei, toscano, l’usasse mi (e ci) conferma che, ormai, è una parola entrata nel nostro lessico, benché mantenga comunque una coloritura regionale.

Mi chiedo, però: la forma scancía può essere una toscanizzazione di scansía? In piú, vedo che il Vocabolario della Crusca ha pure uno scancería, che il Gabrielli in linea marca come toscano: parola tutta toscana o derivato del probabile prestito scansía?
igrino ha scritto:Peccato però: mi sarebbe piaciuto avere un termine specifico per "scaffale per libri"...
Di là dai suoi usi locali, i dizionari piú antichi ci dicono che, effettivamente, scansía in italiano si usa[va] proprio per indicare lo scaffale per libri:

Mobile di legno per uso di riporvi libri, scritture o simili: altrimenti Scaffale. (Vocabolario etimologico, a cura di Ottorino Pianigiani, s.v. «Scansia»)

Strumento per lo più di legno ad uso di tenere scritture, o simili, detto altrimenti Scaffale. (Vocabolario degli Accademici della Crusca, III ediz., s.v. «Scansia»)

Ma, tra i dizionari moderni, fanno cenno ai libri anche il Treccani già citato, il Devoto-Oli (ed. 2002-2003):

[m]obile a più ripiani, destinato a contenere libri o altri oggetti[,]

e il Gabrielli in linea:

[m]obile di varia forma costituito di una serie di ripiani o palchetti per conservarvi oggetti vari, libri e sim.[.]

Per la connotazione regionale della parola, però, è meglio usare scaffale, che è parola adottata anche dal lessico delle biblioteche: es. [libro] a scaffale.
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Re: [VEC ?] Scansia

Intervento di Carnby »

PaDaSu ha scritto:Il lemma mi riporta all'infanzia.
Avevo la mia scansia dove riponevo libri e quaderni di scuola.
Ma mio nonno (nativo del valdarno fiorentino) aveva la sua scansia dei vini nella cantina.
A Firenze veniva usato diffusamente almeno 50 anni fa: anche i miei compagni di scuola avevano le loro scansie.
Confermo: si usa (raramente) anche in Toscana.
Ultima modifica di Carnby in data lun, 17 mar 2014 12:44, modificato 1 volta in totale.
PaDaSu
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Re: [VEC ?] Scansia

Intervento di PaDaSu »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Mi chiedo, però: la forma scancía può essere una toscanizzazione di scansía? In piú, vedo che il Vocabolario della Crusca ha pure uno scancería, che il Gabrielli in linea marca come toscano: parola tutta toscana o derivato del probabile prestito scansía?
A mio parere è più probabile che sia il più tardo (toscano?) scansia ad essere derivato dal (veneto?) scancia. Scancia è già presente nella III edizione mentre scansia solo dalla IV.

Per quanto riguarda l'uso del termine, mi ricordo che mio nonno, abituato ad usare il lemma solo per le sue bottiglie, mi lodava perché "i libri son meglio del vino".
:?
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bubu7
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Re: [VEC ?] Scansia

Intervento di bubu7 »

Ferdinand Bardamu ha scritto: Per la connotazione regionale della parola, però, è meglio usare scaffale, che è parola adottata anche dal lessico delle biblioteche: es. [libro] a scaffale.
Scansia si usa anche nell'italiano regionale della Puglia settentrionale.

Non si tratterebbe quindi di un regionalismo in senso stretto (il GRADIT infatti non lo considera tale). Sono d'accordo però che si tratta di un termine meno neutro di libreria a scaffali.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
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Ferdinand Bardamu
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Re: [VEC ?] Scansia

Intervento di Ferdinand Bardamu »

bubu7 ha scritto:
Ferdinand Bardamu ha scritto: Per la connotazione regionale della parola, però, è meglio usare scaffale, che è parola adottata anche dal lessico delle biblioteche: es. [libro] a scaffale.
Scansia si usa anche nell'italiano regionale della Puglia settentrionale.
Ah sí? Non l’avrei mai detto: pensavo fosse una parola piú del Norde. È esperienza personale o c’è qualche attestazione?
bubu7 ha scritto:Non si tratterebbe quindi di un regionalismo in senso stretto (il GRADIT infatti non lo considera tale). Sono d'accordo però che si tratta di un termine meno neutro di libreria a scaffali.
Infatti, piú che un regionalismo stricto sensu è una parola con una certa connotazione regionale, come avverte il Treccani: «È in genere sinon. di scaffale, ma sentito di uso regionale».
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Re: [VEC ?] Scansia

Intervento di bubu7 »

Ferdinand Bardamu ha scritto:
bubu7 ha scritto: Scansia si usa anche nell'italiano regionale della Puglia settentrionale.
Ah sí? Non l’avrei mai detto: pensavo fosse una parola piú del Norde. È esperienza personale o c’è qualche attestazione?
Esperienza personale, ma vedrò di trovare qualche attestazione nei miei vocabolari dialettali...
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

La ringrazio. :)
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Intervento di u merlu rucà »

Scansia è anche ligure.
Largu de farina e strentu de brenu.
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Intervento di Cembalaro »

Scansia è anche napoletano. La usiamo per indicare il singolo ripiano di uno scaffale, soprattutto per libri ma non solo.
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Intervento di bubu7 »

Dizionario Abruzzese e Molisano (E. Giammarco, 1979): scanzïé [con diverse varianti a seconda della località]: 'palco o scompartimento di armadio, di stipo, per tenervi libri, vasetti, merci e oggetti vari'.

Nuovo vocabolario dialettale napoletano (F. D'Ascoli, 1993): scanzìa: 'scaffale, scansia, palchetto (negli armadi)'.

Vocabolario domestico del dialetto foggiano (C. Villani, 1928): scanzia: 'compartimento dello scaffale' (cit. in I dialetti italiani, UTET, AA. VV., 2002).

Non ho potuto verificare la sua attestazione nelle regioni meridionali estreme (Salento, Calabria, Sicilia). Sarebbe interessante avere almeno qualche attestazione da esperienza personale.

P.s.
Sardo: iscansía: 'scansia' 'stanti de líbburus'.
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