«Baby boomer»

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Marco1971
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«Baby boomer»

Intervento di Marco1971 »

Garzanti Linguistica ha scritto:baby boomer

n.m. e f. invar:

chi è nato in un periodo di baby boom

Loc. ingl.; comp. di baby ‘bambino’ e boomer, dal v. to boom ‘esplodere’.
Sempre molto cogliluvia, la nostra lessicografia odierna (che crede invece di fare grande e seria filologia...).

Tralasciando le cose inaccettabili, mi sembra che si potrebbe benissimo dire stranatalità, stranatalismo, stranatalistico (o iper-, visto che esiste iponatalità [1905], ‘basso indice di natalità’). O no?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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bubu7
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Re: «Baby boomer»

Intervento di bubu7 »

Marco1971 ha scritto:
Garzanti Linguistica ha scritto:baby boomer

n.m. e f. invar:

chi è nato in un periodo di baby boom

Loc. ingl.; comp. di baby ‘bambino’ e boomer, dal v. to boom ‘esplodere’.
Tralasciando le cose inaccettabili, mi sembra che si potrebbe benissimo dire stranatalità, stranatalismo, stranatalistico (o iper-, visto che esiste iponatalità [1905], ‘basso indice di natalità’). O no?
Qui ci si riferisce a chi è nato in un periodo di esplosione demografica.
Quindi il traducente dovrebbe essere *stranato e anche un po' stranito dal fatto di essere definito in codesti modi [prima di tutto, naturalmente, dall'anglismo]. :)
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
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CarloB
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Intervento di CarloB »

Non so se sia corretto dire, come fa il Garzanti, che baby boomer è chi è nato genericamente in un periodo di baby boom. L'espressione è stata coniata, se non sbaglio, negli USA per indicare la generazione numerosissima dei nati nel decennio successivo alla seconda guerra mondiale, ed è stata importata in Europa per designare il medesimo fenomeno, ben delimitato quindi nel tempo e nello spazio. Il baby boom di allora risaltava tanto più in quanto lo si raffrontava alla bassa natalità degli anni '30 (crisi economica) e dei primi anni '40 (la guerra).
Ipernatalità per baby boom andrebbe benissimo. Ho però un dubbio. Il baby boom derivò dalla combinazione di un tasso di natalità sostenuto e dal crollo del tasso di mortalità infantile. Ipernatalità sembra tener conto solo del primo dei due fenomeni.
Ma come tradurre baby boomer? Qui sta il bello dell'inglese, e la difficoltà di tradurlo. Si può evitare di ricorrere a una perifrasi, in italiano? Temo di no. Si dirà: i nati nel baby boom stanno andando o stanno per andare in pensione. I nati nell'ipernatalità mi suona male. Mi verrebbe da tradurre (non ridete troppo sguaiatamente, per favore: ridete solo un po') Grande culla, ricalcando Grande crisi, la crisi per antonomasia, iniziata nel 1929. Grande culla potrebbe essere riferito al baby boom per antonomasia, successivo al 1945. Da lì i bambini della Grande culla, i figli della Grande culla eccetera.
Comincio a sentire le risate :oops:
Bue
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Intervento di Bue »

Io invece di stranatalità avevo sempre sentito parlare di esplosione demografica... anche se si può obiettare che non è strettamente dovuta alle nascite, ma anche alla diminuzione della mortalità o all'immigrazione.

Comunque si straribadiscono le solite cose: l'inglese ha delle costruzioni e dei modi di esprimersi che in italiano non esistono. Inutile cercare di trovare un equivalente di baby-boomer quando noi NON abbiamo un tipo di meccanismo equivalente per la formazione di parole. Io ripeto per la zilionesima volta che trovo più umiliante imitare le costruzioni altrui che prenderne le parole crude e usarle come tali (consci della loro provenienza estera).
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Tornando, più seriamente, alle proposte di Marco direi che periodo di ipernatalità, per baby boom, mi sembrerebbe accettabile.

Baby boom: periodo di forte incremento delle nascite, periodo di ipernatalità.

Il baby boomer per antonomasia lo definirei il figlio del miracolo economico. :)
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

CarloB ha scritto:Da lì i bambini della Grande culla, i figli della Grande culla eccetera.
Comincio a sentire le risate :oops:
Personalmente, non ci vedo nulla di risibile, anzi Grande Culla mi piace. Ciò che potrebbe muovere al riso sarebbe un derivato del tipo grancullista. :D

Se adottiamo ipernatalità, speculare all’esistente iponatalità, perché non derivarne ipernatalista e iponatalista?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di bubu7 »

Marco1971 ha scritto: Se adottiamo ipernatalità, speculare all’esistente iponatalità, perché non derivarne ipernatalista e iponatalista?
Perché lo stesso termine ipernatalità potrebbe essere adottato, a mio parere, solo in ambito tecnico-specialistico e non mi sembra che potrebbe diffondersi nel linguaggio comune.
Per i sostituti, nel linguaggio comune, di baby boom e baby boomer dovremmo trovare espressioni meno tecniche (tipo la locuzione che cita il benessere economico come possibile causa di un incremento delle nascite)...
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
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Intervento di Marco1971 »

Eppure, quante parole comuni e di formazione greco-latina conta l’italiano per designare oggetti familiari, a cominciare dal fiammifero (contro il rustico match inglese)? Monopattino, piroscafo, frigorifero, spinterogeno... Nel nostro caso, poi, abbiamo anche un prefisso trasparentissimo (iper-) e un nome noto a tutti (natalità). Cos’avrebbe di piú tecnico di reumatismo, ad esempio, non vedo proprio.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Bue
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Intervento di Bue »

A me ipernatalita` non piace, e non per bastiancontrarismo. Per me il prefisso iper, specie in ambito scientifico, significa "eccessivo", "sopra la norma" (ipertensione, ipertrofia, ecc.) Ipernatalita` mi fa pensare a un tasso delle nascite superiore a qualche soglia di accettabilita`, mentre non e` cosi`. Qui si tratta di un repentino aumento della natalita`, non del superamento di una soglia critica.
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Intervento di Marco1971 »

Il prefisso iper- non indica necessariamente eccesso, ma «qualità, quantità, condizioni in grado superiore al normale» (Treccani), come in ipermercato, iperspazio, e simili.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Freelancer
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Re: «Baby boomer»

Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:
Garzanti Linguistica ha scritto:baby boomer

n.m. e f. invar:

chi è nato in un periodo di baby boom

Loc. ingl.; comp. di baby ‘bambino’ e boomer, dal v. to boom ‘esplodere’.
Sempre molto cogliluvia, la nostra lessicografia odierna (che crede invece di fare grande e seria filologia...).

Tralasciando le cose inaccettabili, mi sembra che si potrebbe benissimo dire stranatalità, stranatalismo, stranatalistico (o iper-, visto che esiste iponatalità [1905], ‘basso indice di natalità’). O no?
A me sembrerebbe da criticare non tanto l'uso di un anglismo che magari lascia il tempo che trova, ma la circolarità della definizione, problema di tutti i dizionari. Infatti con questa definizione non si insegna a chi legge che nel definire un termine occorre evitare le tautologie, ossia in parole povere, la definizione non deve contenere nessuna delle parole presenti nel termine da definire.

Quindi "chi è nato in un periodo di baby boom" andrebbe riscritta "chi è nato in un periodo di rapido incremento demografico, con particolare riferimento alla generazione di americani (degli Stati Uniti) nati circa 50 anni fa ecc." e così avrebbe una certa utilità didattica. Com'è scritta, non serve a niente se non a scatenare l'indignazione di Marco.
:wink:
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Sono d’accordo: la definizione è inadeguata, e la sua, Roberto, è ottima. Viviamo, me ne accorgo sempre piú spesso, nell’era del pressappochismo, in molti campi.

Non si è però espresso sulle proposte (anche se, ne sono conscio, si tratta d’un anglicismo poco invadente) e mi piacerebbe avere un suo parere.
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Freelancer
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Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:Sono d’accordo: la definizione è inadeguata, e la sua, Roberto, è ottima. Viviamo, me ne accorgo sempre piú spesso, nell’era del pressappochismo, in molti campi.

Non si è però espresso sulle proposte (anche se, ne sono conscio, si tratta d’un anglicismo poco invadente) e mi piacerebbe avere un suo parere.
Che vuol che le dica? Mi trova qui da un canto abbastanza allineato con Bue, nel senso che queste costruzioni 'leggere' sono tipiche dell'inglese; magari ne abbiamo di analoghe in italiano, ma devono nascere dall'interno perché suonino naturali; pensi, tanto per dirne una, a mani pulite. Mentre un gran botto per big bang (come suggeriva Castellani) non funziona, perché si scontra con l'originale.

Qui poi la connotazione americana è fortissima, perché il termine si riferisce a una specifica generazione di persone. Abbiamo avuto anche in Italia qualcosa del genere? Anche se la risposta fosse sì, io non sento il bisogno di coniare un termine apposito; mi sta benissimo rapido incremento demografico. Se invece si parlasse dei baby boomer americani, allora userei l'anglismo (con appropriata definizione) se sapessi che il lettore ha bisogno di capire. Ma in altri contesti non lo userei mai, quindi per quanto mi riguarda il problema non esiste.

Ritornando un attimo a quanto scrive Bue sopra, proprio ieri, traducendo un opuscolo di un'azienda produttrice di soluzioni software per le aziende, m'imbatto nel termine sandboxing, così adoperato anche in italiano se dà un'occchiata in rete; e indica tecnologie di 'isolamento' delle applicazioni. Vede cosa voglio dire? Quando creano sandboxing, gli americani stanno pensando alla sandbox, ossia alla sabbiera così comune in tante case americane e dove i bambini giocano d'estate. Gli italiani non possono fare questo collegamento mentale, lo troverebbero stranissimo perché gli manca il referente - in Italia i bambini d'estate sono alla spiaggia - quindi non s'inventano un *sabbierare o *sabbieramento, trovano invece comodo usare l'anglismo. In questo particolare caso ad esempio, se io dovessi coniare un termine, pensando a un libro per bambini in cui questo oggetto viene chiamato recinto della sabbia, non mi dispiacerebbe scrivere tecniche/programmi/funzionalità di recinzione. Ma forse sono uscito dal seminato; sperò però di aver risposto in qualche modo alla sua domanda.
Bue
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Intervento di Bue »

Marco1971 ha scritto:Il prefisso iper- non indica necessariamente eccesso, ma «qualità, quantità, condizioni in grado superiore al normale» Treccani)
Sara` la mia vituperata mentalita` scientifica, ma per me «in grado superiore al normale» e «in eccesso» (rispetto al «normale») sono la stessa cosa.

Nel caso specifico: qual e` il tasso di nascite "normale" che l'ipernatalita` avrebbe superato? Quello medio degli ultimi decenni? Quello tollerabile socialmente? O semplicemente il tasso precedente, che era invece eccessivamente basso (iponatalita`) rispetto a qualche parametro demografico?

Era normale prima e ora e` superiore al normale, o era sotto (ipo) al normale prima e ora e` tornato normale? O prima era sotto al normale e ora e` sopra?

Qui si parla solo di un forte incremento del tasso, un aumento improvviso rispetto a quello precedente, senza alcun giudizio si quale dei due fosse "normale".

Se una anoressica che pesa 30 kg improvvisamente guarisce e ritorna a un peso di 50 kg, la definireste sovrappeso?
Se uno dopo una dieta ipocalorica riprende a mangiare normalmente, dite che sta seguendo un regime ipercalorico?

eccetera.
CarloB
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Intervento di CarloB »

Porto un esempio da un ambito non scientifico. I nostri cugini francesi usano hypergamie per indicare i matrimoni con persone di livello sociale o economico superiore; donde hypogamie per indicare il fenomeno contrario. E' termine che il buon Petit Robert cartaceo non comprende (ancora), ma che si trova negli autorevoli lavori di Emmanuel Le Roy Ladurie. Iper- in questo caso vuol dire soltanto "superiore alla norma, al comportamento statisticamente più frequente o prevedibile o previsto dalle norme sociali", e non "eccessivamente superiore...". Forse è un uso impreciso. Ma c'era un altro termine a disposizione? Perciò ipernatalità non sarebbe tanto inappropriato al caso nostro e personalmente lo adotto volentieri.
Però vorrei insistere sul fatto che l'esplosione demografica non è mai soltanto (e forse nemmeno principalmente) la conseguenza di un aumento della natalità, ma anche (e forse principalmente) di una diminuzione della mortalità infantile e dell'aumento della fertilità delle madri dovuta al miglioramente delle condizioni igieniche e di vita e alla drastica diminuzione della mortalità delle puerpere. E' la somma di una ipersopravvivenza dei neonati e dei bambini e di una ipersopravvivenza delle donne fertili, se si potessero usare queste definizioni al di fuori dei saggi per specialisti, mentre ipernatalità potrebbe indurre a pensare che improvvisamente le coppie si mettono a fare più figli. Questo solo mi lascia in dubbio.
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