Pickpocket

Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

Moderatore: Cruscanti

marcri
Interventi: 39
Iscritto in data: ven, 05 nov 2004 22:06

Intervento di marcri »

marcri ha scritto:...e che ogni aggiunta sia solo una sterile ripetizione.
Grazie, Ladim: felice di essere così vividamente smentita!
Ladim
Interventi: 216
Iscritto in data: lun, 08 nov 2004 14:36

Intervento di Ladim »

Non è un argomento facilmente esauribile. Anche quello che dice Crivello altrove è estremamente pertinente: distinguere il comportamento di chi usa un tecnicismo da quello di chi ripete 'reinge' a ogni colpo di glottide, parlando del più e del meno, è un requisito necessario per affrontare questa discussione (così distinguere l'uso occasionale da quello sistematico, quello spiritoso e ameno da quello ingenuo e goffo etc.).

Ma, più in generale, il «pressappochismo» linguistico, per me, è un problema di superficialità diffusa, coltivata da un uso appunto sconsiderato (e da una 'conforme' aridità del pensiero). Credere nell'importanza dell'anglismo non garantisce, ma anzi inficia l'uso consapevole [che diviene quindi superficiale] dell'inglese e del proprio eloquio. E capisco anche il discorso di Bue: come può la 'volontà' sposarsi coll' 'approssimazione', se quest'ultima è dettata da una faciloneria sbrigativa e poco dispendiosa [e la 'volontà', invece, richiede sempre un certo investimento di risorse]? Il problema è proprio qui: un volenteroso e modaiolo pressappochismo, che è poi un 'epigonismo' facile e 'per tutti', ci 'assicurerebbe' l'idea di essere 'interessanti' senza affrontare lo sforzo richiesto per risultare diversamente [realmente] 'interessanti', adoperando la lingua italiana.
Bue
Interventi: 866
Iscritto in data: lun, 08 nov 2004 11:20

Intervento di Bue »

Marco1971 ha scritto:Parlerei piuttosto d’involuzione
Questione di punti di vista: da sempre il reazionario vede nel cambiamento spontaneo un'involuzione, il "progressista" un'evoluzione positiva e l'evoluzionista/relativista un fenomeno inevitabile.

Nella lingua come nella cultura e come in tutto cio` che e` vivo i cambiamenti spontanei avvengono, piacciano o no, e sono guidati da tanti meccanismi, di cui "la moda" e` uno dei piu` potenti, punto. Che poi storicamente se ne siano verificati anche altri come l'imposizione dall'alto da parte di un'elite (da pronunziarsi italianizzando, con la e finale) o di un'autorita` e` un altro discorso, o se si vuole lo stesso: si tratta di uno dei meccanismi possibili, ed e` quello propugnato dai suddetti conservatori, la cui presenza e` tanto inevitabile quanto necessaria. Un sistema complesso sopravvive adattandosi alle mutate codizioni ambientali se e solo se al suo interno sono presenti "forze" che spingono in tutte le direzioni: "centrifughe" e "centripete", "reazionarie" e "progressiste", "puriste" e "modaiole".
Sia la tendenza al cambiamento (che da sola porterebbe a una deriva incontrollata) sia la tendenza alla conservazione (che da sola porterebbe a un deleterio immobilismo) sono necessarie e necessariamente presenti, e nessuna delle due tendenze e` "piu` giusta" delle altre. Cosi` va il mondo, cosi` e` andata la vita da milioni di anni e cosi`va la cultura da millenni.
Bue
Interventi: 866
Iscritto in data: lun, 08 nov 2004 11:20

Intervento di Bue »

marcri ha scritto:Sta dicendo che è un uso legittimo, perché legittimato dal gusto corrente? Io penso di essere ancora libera di scegliere, moda o non moda.
E infatti non e` stata lei a scegliere "pickpocket", ma chi ha dato istruzioni all'annunciatore svizzero, cosi` come qualcuno ha deliberatamente scelto, e non per faciloneria, approssimazione, sciatteria o quant'altro, di sostituire da qualche giorno a questa parte la dicitura B*** Gioielli alla fine di una pubblicita` radiofonica con B*** Jewels and Watches. Non stiamo discutendo sull'uso della parola pressappochismo, lo chiami pure faciloneria o anche Filippo, quello che discuto non e` il nome ma appunto il concetto: non e` accettazione passiva decidere di cambiare una parola italiana sostituendola con l'inglese. E' una precisa iniziativa.
Secondo lei alle mode è così normale adeguarsi, senza usare un po’ di buon gusto?
Si`. Direi che e` precisamente la definizione di "moda", almeno per come la intendo io: cio` a cui una grande fetta della popolazione si adegua senz'altro motivo che il fatto che "lo fanno tutti" o che, facendolo, si crede di darsi un tono, ecc.

Poi, per ogni moda, esiste una certa fetta di popolazione che invece la rifiuta (esemplificata dai "vecchi" che in ogni epoca hanno deprecato le mode giovanili). Lei pensa che a me piacciano i pantaloni con la cintura sotto il gluteo e i piercing a naso labbra e lingua, o le acconciature "rasta"?
Le depreco (e infatti sono "vecchio") ma piu` che esprimere la mia disapprovazione con qualche "signora mia" e non adottarle io stesso, non posso fare.
marcri
Interventi: 39
Iscritto in data: ven, 05 nov 2004 22:06

Intervento di marcri »

non e`accettazione passiva decidere di cambiare una parola italiana sostituendola con l'inglese. E' una precisa iniziativa.
Solo in taluni casi, ai quali scelgo di non adeguarmi; in altri, invece, scelgo anche di indignarmi, se è il caso. Le pare strano? Quelle precise iniziative sono prese da chi ne trae un vantaggio e questo vantaggio è fornito da chi si adegua. Però, nel caso dell’annunciatore svizzero non credo a nessuna precisa scelta, bensì alla faciloneria di chi si è adeguato alla moda di usare l’inglese dappertutto, anche parlando italiano.
Ha spiegato bene Ladim, poco più sopra, in quanti e quali casi, e per quale motivo, questo accade.
Poi, per ogni moda, esiste una certa fetta di popolazione che invece la rifiuta (esemplificata dai "vecchi" che in ogni epoca hanno deprecato le mode giovanili)
Anche questa è una moda, e non mi piace. Ogni generazione ha sempre qualcosa da recriminare sulla successiva, ma non bisognerebbe ricomprendere tutto nelle frasi fatte. Ben conosco quanto sta dietro alle scelte dei ragazzi di ogni epoca in fatto di “sentirsi un gruppo” e, pur non imitandoli più, perché anch'io sono vecchia e ho perso l'esigenza vitale di sentirmi in un gruppo, mi guardo bene dal deprecarle.
Ma qui stiamo parlando di moda in generale; il problema della lingua è assai diverso, e investe la sua stessa cura e conservazione, tutte cose molto lontane dall'effimera e modaiola lunghezza di una gonna.
Ai miei figli ho insegnato che possono liberamente scegliere di acconciarsi i capelli come svassi, se a loro piace così, qualunque sia il motivo di quel "piacersi", ma con altrettanta forza hanno imparato a scegliere secondo il loro gusto, o opinione, anche quando per farlo occorre un po' di coraggio.
Le depreco (e infatti sono "vecchio")
Preferisco non adottarle perché non mi piacciono, indipendentemente da quanto siano acconce all’età. Mi riferisco alle scelte modaiole giovanili come quelle che lei cita, semplicemente perché non incontrano il mio gusto, ma ancor di più mi riferisco alle scelte nell’uso della lingua, che investono, tra l'altro, un ben altro genere di estetica e che dovrebbero essere compiute con ben altra maturità.
ma piu` che esprimere la mia disapprovazione […] e non adottarle io stesso, non posso fare.
Io faccio la stessa cosa con l’uso della lingua, e non mi adeguo a ciò che disapprovo. Ma nel caso della lingua, qualcosa in più si può fare, e qualcuno sceglie di farlo.
Bue
Interventi: 866
Iscritto in data: lun, 08 nov 2004 11:20

Intervento di Bue »

marcri ha scritto: ma non bisognerebbe ricomprendere tutto nelle frasi fatte.
Concordo: ad esempio la frase fatta "Gli italiani (anzi gl'Italiani, come s'usava un di`) sono faciloni", o meglio "sono piu` faciloni delle altre popolazioni" - ragionamento fatto secondo il suo assunto da chi ha preparato il testo per l'annunciatore svizzero: "In francese, tedesco e romancio scriviamo secondo i dettami della lingua rigorosa, in italiano mettiamoci un termine in inglese, tanto si sa che gli italiani sono dei faciloni, ha ha" (*gomitata e strizzata d'occhio*)
Ma qui stiamo parlando di moda in generale; il problema della lingua è assai diverso, e investe la sua stessa cura e conservazione, tutte cose molto lontane dall'effimera e modaiola lunghezza di una gonna.
Non sono d'accordo. Il meccanismo di base e` lo stesso: come le fogge di gonne o giacche, i neologismi o le innovazioni linguistiche "di moda" (ad esempio il "piuttosto che" milanese o il "settimana prossima") hanno in genere vita effimera, ma talvolta si fissano e, come le oscillazioni piu` o meno casuali in qualunque sistema complesso - dal moto browniano molecolare alle variazioni fenotipiche in biologia evoluzionistica - danno luogo col tempo a una deriva, la quale fa si` che le lingue cambino spontaneamente nel corso dei secoli proprio come la moda (la lunghezza della gonna e` effimera, ma nessuno ora si veste piu` come al tempo di Cicerone o anche di Dante o Leopardi, cosi` come nessuno parla piu` come loro - tranne sporadici ed eccentrici casi).
Ai miei figli ho insegnato che possono liberamente scegliere di acconciarsi i capelli come svassi, se a loro piace così, qualunque sia il motivo di quel "piacersi", ma con altrettanta forza hanno imparato a scegliere secondo il loro gusto, o opinione, anche quando per farlo occorre un po' di coraggio.
Precisamente. Come e` stato piu` volte affermato nel corso delle interminabili discussioni su questa vessata questione, secondo alcuni tra cui mi annovero il solo modo per cercare di arginare il fenomeno e` quello di incentivare e incrementare la cultura, la consapevolezza e lo spirito critico, cosi` da dar modo al maggior numero possibile di persone di scegliere in maniera consapevole se adattarsi o no alla moda.
marcri
Interventi: 39
Iscritto in data: ven, 05 nov 2004 22:06

Intervento di marcri »

Bue ha scritto:
marcri ha scritto: ma non bisognerebbe ricomprendere tutto nelle frasi fatte.
Concordo: ad esempio la frase fatta "Gli italiani (anzi gl'Italiani, come s'usava un di`) sono faciloni", o meglio "sono piu` faciloni delle altre popolazioni" - ragionamento fatto secondo il suo assunto da chi ha preparato il testo per l'annunciatore svizzero: "In francese, tedesco e romancio scriviamo secondo i dettami della lingua rigorosa, in italiano mettiamoci un termine in inglese, tanto si sa che gli italiani sono dei faciloni, ha ha" (*gomitata e strizzata d'occhio*)
Veramente avevo detto in proposito: "...non credo a nessuna precisa scelta", quindi a nessun testo preparato ad hoc per gli italiani, né tantomeno definivo gli stessi più (o meno) faciloni delle altre popolazioni.
La faciloneria di cui parlavo sta in chi usa i forestierismi seguendo la moda. E in questo gli italiani sono specialisti, è innegabile.
Il povero annunciatore svizzero non c'entra nulla, l'avevamo perdonato parecchi messaggi fa... ricorda?
Bue
Interventi: 866
Iscritto in data: lun, 08 nov 2004 11:20

Intervento di Bue »

marcri ha scritto:…né tantomeno definivo gli stessi più (o meno) faciloni delle altre popolazioni.
La faciloneria di cui parlavo sta in chi usa i forestierismi seguendo la moda. E in questo gli italiani sono specialisti, è innegabile.
A me queste due affermazioni consecutive sembrano contraddirsi apertamente, ma mi rendo conto che la mia tendenza tetratricotomizzante ha preso come sempre il sopravvento, e dunque mi ritiro in buon ordine, scusandomi di cuore per i toni polemici.
marcri
Interventi: 39
Iscritto in data: ven, 05 nov 2004 22:06

Intervento di marcri »

Vede, caro Bue, effettivamente queste due affermazioni, isolate dal contesto dell’intero scambio nel filone, si contraddicono.
Ma la faccenda è diversa: io non nego affatto di aver detto che gli italiani (che usano infarcire il loro eloquio di forestierismi) siano dei faciloni, ma contesto il fatto che lei me lo attribuisca deducendolo da questo:
- ragionamento fatto secondo il suo assunto da chi ha preparato il testo per l'annunciatore svizzero: "In francese, tedesco e romancio scriviamo secondo i dettami della lingua rigorosa, in italiano mettiamoci un termine in inglese, tanto si sa che gli italiani sono dei faciloni, ha ha" (*gomitata e strizzata d'occhio*)
Comunque, non è neppure una frase fatta la mia, ma un preciso giudizio, una mia precisa conclusione di cui credo di aver esposto e argomentato le premesse.
Detto questo, concludo concordando con lei sul fatto che non ci sia più nulla di interessante da aggiungere su questo trito argomento. :D
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 46 ospiti