Marco1971 ha scritto: Se si può dire Quest’albergo ha troppe scomodità/incomodità, non vedo perché non sarebbe «neutra» la frase Questa casa è piena di scomodità.
A me non sembrano "neutri" neanche gli esempi con albergo.
Il nucleo della questione è che mentre comodità (forse sotto l'influenza di comfort) ha assunto anche il significato di 'insieme delle cose materiali che rendono comodo un ambiente', una tale accezione non si riscontrerebbe per il suo contrario scomodità.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati. V. M. Illič-Svitič
bubu7 ha scritto:A me non sembrano "neutri" neanche gli esempi con albergo.
A me, invece, sí (con scomodità, intendo).
bubu7 ha scritto:Il nucleo della questione è che mentre comodità (forse sotto l'influenza di comfort) ha assunto anche il significato di 'insieme delle cose materiali che rendono comodo un ambiente', una tale accezione non si riscontrerebbe per il suo contrario scomodità.
Secondo me, invece, il punto è che una «scomodità» si caratterizza [generalmente] per difetto, e quindi è intrinsecamente «meno materiale», meno «concretamente definibile» di una «comodità».
In ogni caso, una frase come Quest’albergo ha troppe scomodità a me suona molto piú «neutra»/immediatamente comprensibile di Quest’albergo ha troppi discomfort (o sim.).
Infarinato ha scritto: In ogni caso, una frase come Quest’albergo ha troppe scomodità a me suona molto piú «neutra»/immediatamente comprensibile di Quest’albergo ha troppi discomfort (o sim.).
Su questo concordo completamente.
La frase [più] neutra per un albergo privo di comfort è, a mio parere:
Quest'albergo è privo di comodità e non quest'albergo ha troppe scomodità.
Se dico invece quest'albergo è scomodo la frase diventa più ambigua perché posso anche riferirmi al fatto che è difficile da raggiungere...
Del resto in italiano abbiamo altri esempi simili. Si chiede quanto sei alto e non quanto sei basso...
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati. V. M. Illič-Svitič
Piccola noterella a proposito di comfort (1814): fu adattato in conforto (1824), e tale rivestimento è tuttora adoperabile (specie al plurale). Il Treccani dà quest’esempio:
3. Agi, comodità: albergo fornito di tutti i conforti.
Il GRADIT dà la marca «basso uso» a quest’accezione, mentre il Devoto-Oli (come anche il DISC) ne fa un lemma a sé, senza restrizioni:
conforto² s.m. Comodità, agio offerto dall’attrezzatura di un albergo o di un’abitazione.
Nessuna marca per il Garzanti in linea:
5pl. comodità, agi: una casa con tutti i conforti.
Ecco infine i due esempi del Battaglia:
12. Agio, comodità.
Conforto. Per dire che in un albergo, in un casino di bagni, in un ritrovo, si trova qualunque cosa si voglia, come sia agiatezza, delizia, delicatezze, addobbi, o come alla buona usa enfaticamente dirsi ‘Chiedi e domanda, lí c’è tutto’; i parlanti di oggidí addimandano ciò ‘conforto’, dall’inglese ‘comfort’. Es.: Ai bagni di Lucca non si trova il conforto necessario. A Montecatini corrono i forestieri, perché c’è tutto il conforto. (Arlía).
Quanto ai mobili, era un’ingenua contaminazione del conforto moderno con antichi arredi. (Panzini)
– Condizioni di conforto: condizioni dell’aria in un ambiente chiuso, le quali si dimostrano piú soddisfacenti per le persone che lo occupano.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Marco1971 ha scritto:Piccola noterella a proposito di comfort (1814): fu adattato in conforto (1824), e tale rivestimento è tuttora adoperabile (specie al plurale).
Sì, anche se molto meno comune di comfort, l'adattamento italiano è tuttora vitale.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati. V. M. Illič-Svitič
Se dico invece quest'albergo è scomodo la frase diventa più ambigua perché posso anche riferirmi al fatto che è difficile da raggiungere...
Vero, però lo stesso vale se dico quest'albergo è comodo. Io intendo che è comodo da raggiungere, o, comunque, in una posizione favorevole ai miei scopi.
I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
Se dico invece quest'albergo è scomodo la frase diventa più ambigua perché posso anche riferirmi al fatto che è difficile da raggiungere...
Vero, però lo stesso vale se dico quest'albergo è comodo. Io intendo che è comodo da raggiungere, o, comunque, in una posizione favorevole ai miei scopi.
Ma certo.
Quello che volevo dire è che non posso usare neanche scomodo (al posto di scomodità) per rendere completamente l'idea di 'privo di comodità'.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati. V. M. Illič-Svitič