Discussione sui traducenti di forestierismi

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Marco1971
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Re: Un compito piú facile del previsto?

Intervento di Marco1971 »

fabbe ha scritto:Mi sembra un segno molto incoraggiante.
Sí, e dimostra che basta renderle familiari adoperandole.

Riguardo a spudoratezza, termine oggi comunissimo e datato al 1873, non capisco l’associazione con D’Annunzio (che aveva allora dieci anni), visto che l’immaginifico non l’usò (almeno nelle 22 sue opere contenute nella LIZ – né lo cita il Battaglia).
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Re: Un compito piú facile del previsto?

Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:
fabbe ha scritto:Mi sembra un segno molto incoraggiante.
Sí, e dimostra che basta renderle familiari adoperandole.
Marco, lei come me ha letto attentamente i vari saggi di Migliorini sui neologismi e forestierismi - a volte mi chiedo anzi se io e lei siamo gli unici qui ad averli letti - e sa quindi che adoperare un certo termine è solo uno dei requisiti perché esso scalzi un altro termine ormai radicato nell'uso.

Occorre poi non fare l'errore di cercare di eliminare un foresterismo solo perché non piace in quanto forestierismo, come se esso fosse l'unico che trasmette un certo significato; ad esempio, monitor esiste simultaneamente a schermo (nonché a display!) e secondo i casi si può l'usare l'uno o l'altro, quindi esso non limita le possibilità della lingua, ma al contrario ne aumenta la flessibilità.

Scansionare e scansionatore vengono accettati da qualcuno che magari usa un altro termine, sia esso scandire, scannerizzare o scanner, perché per questo oggetto gli italiani non si sono mai messi d'accordo su un termine univoco, e quindi ne accettano le varie possibilità quando usate da altri, ma questo non significa che chi lo usa rinuncerà al forestierismo, né che chi dice scannerizzare potrà essere convinto a dire scandire se trova quest'ultimo verbo ridicolo perché gli ricorda la metrica.

Sull'insistenza a rifutarsi di accettare che ormai computer è parola usata dal 99,99 percento degli italiani, sia nello scritto (libri, manuali e chi più ne ha più ne metta) sia nel parlato, che dire tranne che con questo atteggiamento si dimostra - almeno riguardo a questo termine come pure a marketing e altri analoghi - di essere avulsi dalla realtà linguistica in cui si vive?

Infine osservo che ho visto nell'elenco dei forestierismi anche footing, termine anch'esso orami radicato e che non è un forestierismo vero e proprio, ossia una parola affluita dall'inglese, bensì un falso forestierismo: parola creata in Italia dagli italiani con materiale straniero usato in modo improprio, come autostop, che non vedo infatti nell'elenco, probabilmente perché così abituale che non ci si è pensato. O si vorrà proporre un sostituto pure per autostop?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Freelancer ha scritto:Marco, lei come me ha letto attentamente i vari saggi di Migliorini sui neologismi e forestierismi - a volte mi chiedo anzi se io e lei siamo gli unici qui ad averli letti - e sa quindi che adoperare un certo termine è solo uno dei requisiti perché esso scalzi un altro termine ormai radicato nell'uso.
Lei stesso – o era bubu7? – ha detto, se non erro, che l’epoca del Migliorini favoriva l’attecchimento dei sostituti italiani, o qualcosa del genere. Non ho ora ben presenti gli altri requisiti, ma mi pare che la diffusione da parte di mezzi ad ampio raggio come i mèdia, in primo luogo, e vari forum, in secondo luogo, siano strumenti non del tutto incapaci di dare il via alla «riforma dell’italiano». :D
Freelancer ha scritto:Occorre poi non fare l'errore di cercare di eliminare un foresterismo solo perché non piace in quanto forestierismo, come se esso fosse l'unico che trasmette un certo significato; ad esempio, monitor esiste simultaneamente a schermo (nonché a display!) e secondo i casi si può l'usare l'uno o l'altro, quindi esso non limita le possibilità della lingua, ma al contrario ne aumenta la flessibilità.
L’uso occasionale di forestierismi non disturba, credo, nessuno. Quel che disturba è l’impiego indiscriminato e costante, e la penetrazione nella lingua comune, laddove esistono alternative. Io seguo Arrigo Castellani e le sue considerazioni d’ordine precipuamente fonetico; parole come jolly, cowboy, hobby, ecc. (che si potrebbero anche scrivere giolli, cauboi, obbi) le accetto; non accetto invece le parole che non armonizzano con le strutture dell’italiano. Tra parentesi, nessuno qui ha mai detto che i forestierismi limitino le possibilità della lingua, ma semmai che tendono ad avere il sopravvento e ad acquisire significati specifici anche lontani dal significato originario. Ma se il criterio è quello di prendere il maggior numero di forestierismi per accrescere le possibilità, allora tanto vale non parlare nessuna lingua e sposare l’esperanto.
Freelancer ha scritto:Scansionare e scansionatore vengono accettati da qualcuno che magari usa un altro termine, sia esso scandire, scannerizzare o scanner, perché per questo oggetto gli italiani non si sono mai messi d'accordo su un termine univoco, e quindi ne accettano le varie possibilità quando usate da altri, ma questo non significa che chi lo usa rinuncerà al forestierismo, né che chi dice scannerizzare potrà essere convinto a dire scandire se trova quest'ultimo verbo ridicolo perché gli ricorda la metrica.
Gl’italiani non si sono mai messi d’accordo su nulla, e men che meno sulla lingua. La lingua dell’uso medio, oggi, è plasmata sostanzialmente dai mèdia: radio e televisione (forse nell’ordine inverso) fanno testo per chi non sa. Gl’italiani accettano tutto, e se domani entrasse nell’uso perfume, lo adotterebbero tutti perché li distoglierebbe dalla loro realtà apparentemente scialba, a cui il forestierismo sembrerebbe dare qualche strambo lustro (Il perfume di questa parola direbbe immancabilmente di piú solo perché la parola sarebbe nuova). Non torno sui termini informatici in questione, poiché tutti sanno le mie fondate preferenze per scandire, scanditore, scansione.
Freelancer ha scritto:Sull'insistenza a rifutarsi di accettare che ormai computer è parola usata dal 99,99 percento degli italiani, sia nello scritto (libri, manuali e chi più ne ha più ne metta) sia nel parlato, che dire tranne che con questo atteggiamento si dimostra - almeno riguardo a questo termine come pure a marketing e altri analoghi - di essere avulsi dalla realtà linguistica in cui si vive?
Se preferisce il conformismo, non sarò certo io a poterglielo o volerglielo impedire. Ma finché sussiste un barlume di buon senso e la volontà di preservare la lingua da influssi difficilmente definibili proficui, credo che ci si debba opporre a parole cosí poco sensate come computer e marketing, anche se le usa la sua forse ottimistica percentuale.
Freelancer ha scritto:Infine osservo che ho visto nell'elenco dei forestierismi anche footing, termine anch'esso orami radicato e che non è un forestierismo vero e proprio, ossia una parola affluita dall'inglese, bensì un falso forestierismo: parola creata in Italia dagli italiani con materiale straniero usato in modo improprio, come autostop, che non vedo infatti nell'elenco, probabilmente perché così abituale che non ci si è pensato. O si vorrà proporre un sostituto pure per autostop?
Anzitutto, footing e autostop sono creazioni francesi e non italiane, e questo lo saprà visto che ha il GRADIT e può consultare il TLFi in linea. L’Italia, com’è suo costume, ha accolto i termini cosí. Trotterello e fermauto sarebbero proposte sostenibili. Lei certo non si starà schiantando dal ridere, vista la sua sensibilità linguistica – e il suo conclamato interesse in materia.

In definitiva, non capisco la sua mancanza d’iniziativa e la sua passività di fronte all’uso imperante, a meno che le giustifichino motivi personali, come quelli esposti da Giulia Tonelli.
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Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:
Freelancer ha scritto:Marco, lei come me ha letto attentamente i vari saggi di Migliorini sui neologismi e forestierismi - a volte mi chiedo anzi se io e lei siamo gli unici qui ad averli letti - e sa quindi che adoperare un certo termine è solo uno dei requisiti perché esso scalzi un altro termine ormai radicato nell'uso.
Lei stesso – o era bubu7? – ha detto, se non erro, che l’epoca del Migliorini favoriva l’attecchimento dei sostituti italiani, o qualcosa del genere. Non ho ora ben presenti gli altri requisiti, ma mi pare che la diffusione da parte di mezzi ad ampio raggio come i mèdia, in primo luogo, e vari forum, in secondo luogo, siano strumenti non del tutto incapaci di dare il via alla «riforma dell’italiano». :D
Visto che lei mi costringe a dirlo... Scrive Migliorini: "Come attraverso le lingue speciali, dei tecnici, si sono diffusi gran parte dei forestierismi, così le loro surrogazioni hanno attecchito ogni volta che hanno potuto essere portate all'uso generale dai competenti." (corsivo mio)
E poi passa agli esempi di regista che sostituì metteur en scène perché, tra l'altro, energicamente appoggiata da un'autorità in materia teatrale come quella di Silvio D'Amico, e di primato che la vinse su record per l'uso che ne fece il Ministero dell'Aeronautica.
Ossia: se *computiere fosse sostenuto dalla Microsoft e dagli specialisti dell'informatica, forse prima o poi potrebbe sostituire computer; se abbuio (proposto da Castellani) fosse adoperato costantemente dall'Enel, nel tempo sostituirebbe blackout. Ma finché i sostituti vengono proposti - mi creda, non voglio offendere né lei né nessun altro - da un pinco pallino, nessuno o quasi ci farà caso.
Marco1971 ha scritto:Gl’italiani non si sono mai messi d’accordo su nulla, e men che meno sulla lingua.
Scherza, vero? Tutti gli italiani (quasi tutti, se le fa piacere) si sono messi d'accordo su computer, file (per favore non mi si porti l'esempio di archivio usato sul Mac, stiamo parlando di termini ampiamente diffusi), marketing e così via.
Marco1971 ha scritto:
Freelancer ha scritto:Sull'insistenza a rifutarsi di accettare che ormai computer è parola usata dal 99,99 percento degli italiani, sia nello scritto (libri, manuali e chi più ne ha più ne metta) sia nel parlato, che dire tranne che con questo atteggiamento si dimostra - almeno riguardo a questo termine come pure a marketing e altri analoghi - di essere avulsi dalla realtà linguistica in cui si vive?
Se preferisce il conformismo, non sarò certo io a poterglielo o volerglielo impedire. Ma finché sussiste un barlume di buon senso e la volontà di preservare la lingua da influssi difficilmente definibili proficui, credo che ci si debba opporre a parole cosí poco sensate come computer e marketing, anche se le usa la sua forse ottimistica percentuale.
Per favore, Marco, non confonda il conformismo - ossia l'abuso degli anglismi - con l'impiego di termini ormai radicati nell'uso, particolarmente dei tecnicismi, per la loro stessa natura recalcitranti alle surrogazioni.
Marco1971 ha scritto: Anzitutto, footing e autostop sono creazioni francesi e non italiane, e questo lo saprà visto che ha il GRADIT e può consultare il TLFi in linea. L’Italia, com’è suo costume, ha accolto i termini cosí. Trotterello e fermauto sarebbero proposte sostenibili. Lei certo non si starà schiantando dal ridere, vista la sua sensibilità linguistica – e il suo conclamato interesse in materia.
D'accordo su footing (ma accolto subito dagli italiani perché avrebbe potuto essere creato da loro secondo un procedimento tipico, come quello che ha portato a baby parking) non tanto su autostop perché è un termine internazionale (ma non nei paesi di lingua inglese ovviamente).
Se lei cerca di sostituire un falso esotismo, non afferra il punto, ossia che esso nasce rispondendo a un'esigenza dei parlanti - deprecabile se vuole ma esistente - di tecnicità e monoreferenzialità.
Marco1971 ha scritto: In definitiva, non capisco la sua mancanza d’iniziativa e la sua passività di fronte all’uso imperante, a meno che le giustifichino motivi personali, come quelli esposti da Giulia Tonelli.
Le ho già detto altre volte che non sono passivo; nel mio lavoro traduco quanto più posso, quando magari altri traduttori lascerebbero in inglese, ma ho dei vincoli precisi, ossia devo adeguarmi all'uso e al registro del settore in cui sarà letto il documento che traduco; nell'uso non professionale potrei distaccarmi dagli anglismi ormai radicati (non quelli inutili, che non uso comunque) ma non ne vedo il motivo. Si tratta di gusto personale direi; il suo va in una certa direzione, accoglie moduli linguistici ormai superati, ossia cerca di ripetere le operazioni che ci hanno dato bistecca, bolina e così via - superati nel senso che il metodo alla loro base viene ormai rifiutato dalla maggioranza dei parlanti, quindi dall'uso.

Per quanto riguarda l'abuso degli anglismi, non mi dispiacerebbe fare qualcosa, ma in modo mirato, mentre vedere buttare tutto nello stesso calderone, ad esempio considerare l'uso (orami stabilizzato) di computer alla strega dell'uso ridicolo di agreement per accordo (prendo a caso dall'elenco), mi causa una reazione di rigetto, mi dispiace vedere sprecate così energie che potrebbero essere indirizzate meglio. Le buone intenzioni ci sono, ma la metodologia è carente.
Ultima modifica di Freelancer in data sab, 25 mar 2006 18:37, modificato 2 volte in totale.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Freelancer ha scritto:Ossia: se *computiere fosse sostenuto dalla Microsoft e dagli specialisti dell'informatica, forse prima o poi potrebbe sostituire computer; se abbuio (proposto da Castellani) fosse adoperato costantemente dall'Enel, nel tempo sostituirebbe blackout. Ma finché i sostituti vengono proposti - mi creda, non voglio offendere né lei né nessun altro - da un pinco pallino, nessuno o quasi ci farà caso.
Certamente. E dovremmo appunto contattare i traduttori della Microsoft. :D
Freelancer ha scritto:Scherza, vero? Tutti gli italiani (quasi tutti, se le fa piacere) si sono messi d'accordo su computer, file (per favore non mi si porti l'esempio di archivio usato sul Mac, stiamo parlando di termini ampiamente diffusi), marketing e così via.
L’uso di queste parole non deriva da nessun accordo, da nessuna discussione, da nessuna riflessione; deriva dall’accettazione acritica dei termini messi in circolazione.
Freelancer ha scritto:Per favore, Marco, non confonda il conformismo - ossia l'abuso degli anglismi - con l'impiego di termini ormai radicati nell'uso, particolarmente dei tecnicismi, per la loro stessa natura recalcitranti alle surrogazioni.
Anche questa è una forma di conformismo linguistico.
Freelancer ha scritto:D'accordo su footing (ma accolto subito dagli italiani perché avrebbe potuto essere creato da loro secondo un procedimento tipico, come quello che ha portato a baby parking) non tanto su autostop perché è un termine internazionale (ma non nei paesi di lingua inglese ovviamente).
Footing è attestato in francese sin dal 1895, e in italiano dal 1921; dieci anni separano l’autostop francese (1941) da quello italiano (1951). Si legge nel DELI:
“ne divulgò la conoscenza Claudette Colbert, nel film Accadde una notte”: Migl. App.
Freelancer ha scritto:Se lei cerca di sostituire un falso esotismo, non afferra il punto, ossia che esso nasce rispondendo a un'esigenza dei parlanti - deprecabile se vuole ma esistente - di tecnicità e monoreferenzialità.
Non vedo cosa ci sia di tecnico in footing o autostop... :roll: Né comprendo perché una neoformazione italiana come, ad esempio, fermauto non sarebbe monoreferenziale.
Freelancer ha scritto:...ma ho dei vincoli precisi, ossia devo adeguarmi all'uso e al registro del settore in cui sarà letto il documento che traduco; nell'uso non professionale potrei distaccarmi dagli anglismi ormai radicati (non quelli inutili, che non uso comunque) ma non ne vedo il motivo.
Altrimenti si farà ridere dietro e perderà il suo lavoro? La motivazione non può essere l’eventuale incomprensione del lettore, almeno in casi trasparenti come computiere.
Freelancer ha scritto:Si tratta di gusto personale direi; il suo va in una certa direzione, accoglie moduli linguistici ormai superati, ossia cerca di ripetere le operazioni che ci hanno dato bistecca, bolina e così via - superati nel senso che il metodo alla loro base viene ormai rifiutato dalla maggioranza dei parlanti, quindi dall'uso.
Ha sicuramente ragione. Ma invece di limitarsi a prendere atto del (cattivo) gusto attuale, non le pare che sia piú fecondo cercare di far qualcosa per cambiarlo? O ritiene ogni atto volto al sovvertimento d’uno stato di cose un atteggiamento antistorico?
Freelancer ha scritto:Per quanto riguarda l'abuso degli anglismi, non mi dispiacerebbe fare qualcosa, ma in modo mirato, mentre vedere buttare tutto nello stesso calderone, ad esempio considerare l'uso (orami stabilizzato) di computer alla strega dell'uso ridicolo di agreement per accordo (prendo a caso dall'elenco), mi causa una reazione di rigetto, mi dispiace vedere sprecate così energie che potrebbero essere indirizzate meglio. Le buone intenzioni ci sono, ma la metodologia è carente.
Non si fa necessariamente d’ogni erba un fascio. Nessuno considera computer alla stessa stregua di agreement. La lista li contiene entrambi perché partiamo dal principio che si deve tentare di tradurre/adattare quasi tutto. Poi naturalmente le probabilità di successo variano moltissimo da una parola all’altra. Quanto alla metodologia, visto che lei sembra essere un esperto in tal campo, perché non ci fa approfittare un po’ dei suoi lumi? Comunque un po’ d’ardire, ogni tanto, non guasterebbe. ;)
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Federico
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Intervento di Federico »

Marco1971 ha scritto:
Freelancer ha scritto: vedere buttare tutto nello stesso calderone, ad esempio considerare l'uso (orami stabilizzato) di computer alla strega dell'uso ridicolo di agreement per accordo (prendo a caso dall'elenco), mi causa una reazione di rigetto
Non si fa necessariamente d’ogni erba un fascio. Nessuno considera computer alla stessa stregua di agreement. La lista li contiene entrambi perché partiamo dal principio che si deve tentare di tradurre/adattare quasi tutto. P
Direi piuttosto semplicemente che sono entrambi nella lista perché questa non vuole imporre nulla: non è un "Dizionario di barbarismi", ma solo un elenco in cui è possibile trovare suggerimenti per la sostituzione di molti forestierismi, senza giudizi.
Lo si può usare per fare a meno di (quasi) tutti i forestierismi (sperando che attecchiscano), se si vuole; si può consultarlo solo per pochi o pochissimi termini, a seconda delle proprie idee; qualcuno potrebbe leggerlo solo per curiosità, per farsi quattro risate, perché no?
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Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:Certamente. E dovremmo appunto contattare i traduttori della Microsoft.
Ecco, vede che comincia a capire come procedere? Inizi dunque a frequentare le liste e i forum dei traduttori - le posso dare i riferimenti se vuole - ed esponga le sue idee. Potrebbe anche cercare di cominciare a lavorare come traduttore informatico - la concorrenza è vasta, tenga presente - per fare un'attività di quinta colonna, inserendo computiere in qualche traduzione; però l'avverto che non durerà a lungo, il tempo necessario perché le sue traduzioni atterrino sulla scrivania di un traduttore qualificato o di un revisore per un'azienda italiana.
Marco1971 ha scritto:L’uso di queste parole non deriva da nessun accordo, da nessuna discussione, da nessuna riflessione; deriva dall’accettazione acritica dei termini messi in circolazione.
Così funziona la lingua (non solo quella italiana) e né lei né nessun altro può farci niente. Lei sa certamente come solo in alcuni casi i linguisti sono riusciti a imporre un termine ben costruito sotto il punto di vista etimologico, morfologico, sintattico e così via; nella maggior parte dei casi decidono i parlanti, spesso in modo incoerente. Non è il caso di portare esempi, li abbiamo tutti sotto gli occhi.
Marco1971 ha scritto:
Freelancer ha scritto:Per favore, Marco, non confonda il conformismo - ossia l'abuso degli anglismi - con l'impiego di termini ormai radicati nell'uso, particolarmente dei tecnicismi, per la loro stessa natura recalcitranti alle surrogazioni.
Anche questa è una forma di conformismo linguistico.
Rifletta su queste parole di Luca Serianni: "Di fronte alla compattezza dell'uso poco importa che suicidarsi sia illogico (non ci si può uccidere due volte) o che una brutta calligrafia sia un'espressione contraddittoria. Nel momento in cui i parlanti anche colti non riconoscono più in suicidarsi il lat. 'di sé' (inglobato nel franc. suicide, da cui il sostantivo e poi il verbo italiano), né in calligrafia il greco kállos 'bellezza', il grammatico che pretendesse l'astratto rispetto dell'etimologia non sarebbe che un ottuso pedante."
Trasferisca questo concetto ai forestierismi ormai radicati e forse comincerà a capire la differenza tra conformismo linguistico e accettazione dell'uso, che mi sembra le sfugga.
Marco1971 ha scritto:Né comprendo perché una neoformazione italiana come, ad esempio, fermauto non sarebbe monoreferenziale.
Lo sarebbe, ma non è stata creata, quindi adesso il tentativo di usarla come surrogato è difficilissimo perché dovrebbe scalzare un termine ormai radicato. Inoltre un termine straniero ha inevitabilmente un livello più alto di tecnicismo e monoreferenzialità perché è esente da altre connotazioni. In italiano è così, purtroppo.
Marco1971 ha scritto:Ma invece di limitarsi a prendere atto del (cattivo) gusto attuale, non le pare che sia piú fecondo cercare di far qualcosa per cambiarlo?
Sì in modo mirato, no in modo dilettantesco e testardo.
Marco1971 ha scritto:Quanto alla metodologia, visto che lei sembra essere un esperto in tal campo, perché non ci fa approfittare un po’ dei suoi lumi?
Ma se quando in un altro filone ho fatto presente - non proposto - che per backward compatible si usa già retrocompatibile lei ha cassato questa resa perché, mi sembra di capire, non le piace come è formata e lo ha inserito nella lista (che bisogno ce n'è? mica è un forestierismo abusato) proponendo ante- e post-compatibile che nessuno usa! Lei rifiuta la realtà linguistica e vuole imporre i termini che le piacciono, creati rigorosamente secondo criteri etimologici, fonottatici (di suo gusto ma non di tanti altri italiani, devo aggiungere) e così via, senza interrogarsi sulle altre possibili motivazioni che fanno accettare certe parole e rifiutare altre. Lei dovrebbe anzitutto cercare di procedere in modo scientifico; ma se invece vuole procedere in modo politico, ossia con la passione delle idee, certo è suo diritto, deve solo riuscire a convincere gli altri. Le faccio i miei migliori auguri in questa sua impresa.

Buon fine settimana.
Ultima modifica di Freelancer in data sab, 25 mar 2006 19:00, modificato 1 volta in totale.
fabbe
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Intervento di fabbe »

Federico ha scritto:
Marco1971 ha scritto:
Freelancer ha scritto: vedere buttare tutto nello stesso calderone, ad esempio considerare l'uso (orami stabilizzato) di computer alla strega dell'uso ridicolo di agreement per accordo (prendo a caso dall'elenco), mi causa una reazione di rigetto
Non si fa necessariamente d’ogni erba un fascio. Nessuno considera computer alla stessa stregua di agreement. La lista li contiene entrambi perché partiamo dal principio che si deve tentare di tradurre/adattare quasi tutto. P
Direi piuttosto semplicemente che sono entrambi nella lista perché questa non vuole imporre nulla: non è un "Dizionario di barbarismi", ma solo un elenco in cui è possibile trovare suggerimenti per la sostituzione di molti forestierismi, senza giudizi.
Lo si può usare per fare a meno di (quasi) tutti i forestierismi (sperando che attecchiscano), se si vuole; si può consultarlo solo per pochi o pochissimi termini, a seconda delle proprie idee; qualcuno potrebbe leggerlo solo per curiosità, per farsi quattro risate, perché no?
Giusto Federico, la lista deve essere libera: sarà l’utente a decidere quale termine adottare e quale no.

Mi sembra che spostare la scelta agli utenti finali sia il sistema più semplice e democratico.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Freelancer ha scritto:Lei rifiuta la realtà linguistica e vuole imporre i termini che le piacciono, creati rigorosamente secondo criteri etimologici, fonottatici (di suo gusto ma non di tanti altri italiani, devo aggiungere) e così via, senza interrogarsi sulle altre possibili motivazioni che fanno accettare certe parole e rifiutare altre.
Prima di tutto, noto che lei ha ignorato una parte non esigua della mia risposta; ma chiudo un occhio e adotto il suo metodo. Non posso però esimermi dal commentare le affermazioni, approssimative se non del tutto false, qui sopra citate.
  1. Non «rifiuto» la realtà linguistica, né voglio «imporre» alcunché: sarebbe un comportamento da illuso – e sarò anche indefesso ma non stolto. Tutta quest’impresa, che non coinvolge solo me e interessa migliaia di persone, costituisce in qualche modo una campagna di sensibilizzazione nei confronti del noto fenomeno; una campagna che dovrebbe avere qualche risonanza, visto che uscirà quell’intervista sulla pagina Cultura di tre quotidiani e che è sostenuta, nel suo principio generale, dal presidente dell’Accademia della Crusca, la cui opinione comparirà sulla stessa pagina. L’esito auspicato è che s’inneschi un processo prima di riflessione e di presa di coscienza da parte dei parlanti, e soprattutto dei giornalisti; poi di graduale passaggio all’atto pratico, lasciando la scelta al parlante e allo scrivente sia di attingere dalla nostra lista, sia di ricorrere alle proprie risorse.
  2. Stabilito che non voglio né posso imporre nulla, ritengo doveroso presentare al pubblico sensibilizzato delle alternative alle parole forestiere, e, ligio all’insegnamento dei miei maestri, reputo preferibile che i sostituti proposti siano d’ineccepibile fattura, sennò si contraddirebbe il principio stesso che sta alla base del nostro progetto. Taccio di bellezza e bruttezza, di cui troppe volte ho dovuto discorrere e che non sono, appunto, criteri scientifici.
  3. Come lei stesso ha ricordato in un precedente messaggio, io e lei abbiamo letto la maggior parte dei libri e articoli attinenti alla questione, quindi si sarebbe potuto risparmiare l’allusione a una mia presunta non avvenuta interrogazione sui diversi fattori che presiedono all’accettazione o al rifiuto di neologismi, neoformazioni o risemantizzazioni.
Freelancer ha scritto:...ma se invece vuole procedere in modo politico, ossia con la passione delle idee, certo è suo diritto, deve solo riuscire a convincere gli altri. Le faccio i miei migliori auguri in questa sua impresa.

Buon fine settimana.
Convincere della necessità di porre un freno all’invasione terminologica anglo-americana – occorre ripeterlo? – è il primo obbiettivo. In questo modo soltanto si creerà forse un terreno propizio al cambiamento delle abitudini. Grazie degli auguri e buon fine settimana anche a lei.
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Intervento di Federico »

fabbe ha scritto:Mi sembra che spostare la scelta agli utenti finali sia il sistema più semplice e democratico.
Concordo. Ritengo che la lista non faccia d'ogni erba un fascio proprio perché contiene tutti i forestierismi: se si decidesse di inserire solo quelli "inutili" necessariamente non sarebbe imparziale, mentre adesso poiché si esime da ogni giudizio è del tutto neutrale.
In effetti, l'unico "giudizio" che la lista contiene e trasmette è che volendo si può fare a meno di (praticamente) tutti i forestierismi: non indica però a che livello si debba volerlo.
In questa sua pacata osservazione del resto consiste il suo contributo alla campagna di sensibilizzazione (e non di lotta feroce per la sostituzione di certe parole con altre come ai tempi del fascismo!) di cui al punto 1 del precedente messaggio di Marco.
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last minute

Intervento di Freelancer »

Aggiungete, se volete, questo termine alla lista: last minute. Sto rivedendo la traduzione di parti del sito di una linea aerea e leggo questa frase: last minute deals [nome della città] tradotta con offerte last minute [nome della città]. Vado a controllare in rete (Marco, è contento?) e ci sono migliaia e migliaia di annunci di linee aeree, agenzie di viaggi e così via su offerte, viaggi last minute. Naturalmente c'è anche chi usa un più prosaico dell'ultimo minuto, ma il rapporto è qualcosa come 50:1.
Avatara utente
Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Contentissimo, Roberto. :D

Comunque è confortante vedere che le locuzioni dell’ultimo momento e dell’ultimo minuto, che dovrebbero essere sostenute dalla somiglianza strutturale d’una locuzione viva e vegeta come dell’ultima ora, non sono sparuta schiera. :)
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Federico
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Intervento di Federico »

Bene, aggiunti.

Conviene forse andare un po' avanti colla revisione generale...

===U===
*unbundling: separazione, tariffazione separata
*under-x: i meno di x [anni], infra-x-enne (under 20: i meno di 20, infraventenni)
*underscore: sottolinea, linea inferiore, lineetta bassa; tasto di sottolineatura
*unlock: sbloccare
*unzip: scompattare, decomprimere
*uomini radar: radiorilevatori
*update/upgrade: aggiornamento, aggiornare
*upload: (v.) caricare; inviare. (s.) caricamento; invio
*uploading: caricamento, invio
*uppercut: montante (colpo del pugilato)
*up-to-date: aggiornato, moderno, (r)ammodernato
*usability: usabilità
*user manual: manuale (d'uso), istruzioni (per l'uso)
*user profile: profilo dell'utente
*user-friendly: accessibile, intuitivo, di buona interfaccia, facile da usare, amichevole; x-friendly = facile per x
*usergroup: gruppo di utenti
*username, user id: nome utente, identificativo utente
*utility: (programma di) utilità



Utilità mi sembra abbastanza affermato: c'è bisogno di ausiliare?
Avatara utente
Federico
Interventi: 3008
Iscritto in data: mer, 19 ott 2005 16:04
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Intervento di Federico »

Per scanner aggiungo lettore, che è spesso (almeno a mio parere) la soluzione migliore quando si tratta di lettori di codici a barre e simili.

Per must, si potrebbe aggiungere una locuzione fin troppo espressiva per essere considerata sostitutiva: mai piú senza.
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Federico
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Iscritto in data: mer, 19 ott 2005 16:04
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Intervento di Federico »

Per blind trust ho letto oggi nel Corriere fondo cieco: mi sembra un'ottima soluzione. Che dite?
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