«Pschent»

Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

Moderatore: Cruscanti

Intervieni
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

«Pschent»

Intervento di Marco1971 »

Mi rendo conto di toccare àmbiti estremamente tecnici, sia con pschent (che adoperai una volta in questa forma in un vecchio intervento del foro della Crusca, prima di «sapere»), sia con drakar. E ben sono conscio che gli specialisti tengono (quando riescono a farlo) alla riproduzione esatta degli esotismi; forse gli pare di render piú seri i loro lavori, chissà.

In linea di massima, direi che sarebbe buona cosa adattare graficamente (per le ragioni spiegate da Francesco Sabatini, presidente dell’Accademia della Crusca) le parole fonotatticamente compatibili (il tipo, per intenderci, bikini > bichini).

Per le parole invece del tutto «aliene», come appunto pschent, anche se nessuno dovesse pronunciarla in vita sua (e che? io avrò forse pronunciato tutte le parole esistenti nella lingua italiana?), sarebbe doveroso rivestirle in maniera acconcia. E questo per l’eterno motivo della necessità assoluta, per una lingua di cultura, di non scadere a lingua ibrida, scevra di vocabolario tecnico rispondente alla sua natura.

Pschent, se c’è qualche egittologo all’ascolto che sia sensibile alla lingua, si può trasformare in schento. Non serve il permesso né d’Iside né d’Osiride.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 46 ospiti