Del genere dei forestierismi

Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

Moderatore: Cruscanti

edoram
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Intervento di edoram »

Luca86 ha scritto:…Se ho frainteso le sue parole, le domando scusa, Edoram.
Gentile Luca, non ha affatto frainteso le mie parole, il fatto è che non ho molta dimestichezza con la fonetica e anche dai vocabolari non riuscivo a venirne a capo ;) la ringrazio di nuovo.
Avatara utente
Luca86
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Intervento di Luca86 »

edoram ha scritto:…la ringrazio di nuovo.
Non c’è di che. :)
Fante
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Intervento di Fante »

Salve,

volevo chiedere un'aiuto riguardo un dubbio che mi perseguita da questa mattina: qual è l'articolo corretto (il genere intendo) da utlizzare per il dispositivo elettronico di gioco Wii? Sul sito ufficiale della compagnia viene utilizzato "il", ho fatto una ricerca in rete e sembra che la questione tra "il" e "la" Wii sia abbastanza discussa dai più giovani.

Istintivamente direi "la", in ragione della parola omessa abitualmente utilizzata (console, un altro forestierismo...), ma l'uso di "il" viene presentato come corretto. Riporto da Wikipedia (sì, capisco che non sia il massimo come fonte): L'Accademia della Crusca conferma che, in mancanza di una traduzione italiana per un termine straniero (Wii, in questo caso), ed essendo esso di genere neutro, in italiano viene usato l'articolo maschile. La PlayStation e l'Xbox infatti sono femminili in quanto sono rispettivamente la "stazione di gioco" e la "scatola X", quindi esiste una traduzione in italiano del termine neutro.

Non trovo questa spiegazione corretta, essendo Wii (ma anche Playstation o Xbox 360) un nome proprio. In caso contrario per riferirci alla Golf (intesa come autovettura) dovremmo utilizzare "il" Golf...

Vorrei conoscere la vostra opinione, grazie!
Avatara utente
.Silvia.
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Parere

Intervento di .Silvia. »

Fante ha scritto:qual è l'articolo corretto (il genere intendo) da utlizzare per il dispositivo elettronico di gioco Wii? Sul sito ufficiale della compagnia viene utilizzato "il", ho fatto una ricerca in rete e sembra che la questione tra "il" e "la" Wii sia abbastanza discussa dai più giovani.
Teoricamente, la decisione del genere maschile/femminile di un prodotto (o nome di un prodotto) viene decisa dalla casa madre. Quindi è lei che detta legge se vogliamo parlare di genere "ufficiale".

Per me e per tanti altri che conosco è "la Wii".

C'è da dire che non sempre l'azienda produttrice è consapevole di tali scelte, anche se può apparire inverosimile a un non addetto ai lavori. Eppure accade. Dipende soprattutto dalle scelte del produttore, dalla cura e dalle risorse che intende impegnare nell'attività di traduzione.
Fante ha scritto:La PlayStation e l'Xbox infatti sono femminili in quanto sono rispettivamente la "stazione di gioco" e la "scatola X", quindi esiste una traduzione in italiano del termine neutro.

Non trovo questa spiegazione corretta, essendo Wii (ma anche Playstation o Xbox 360) un nome proprio.
Il processo deduttivo non è corretto a mio avviso, ma il risultato sì. La PS2 è femminile perché si tratta di una piattaforma multimediale (viene usato anche il termine "console" come da Lei correttamente riportato). Per analogia tutte le piattaforme di questo tipo di produttori concorrenti sono identificate con il femminile, per l'italiano medio. Poi ufficialmente ognuno può adottare il genere che preferisce, quindi a monte. Non è detto però che prenda piede. Non tutti leggono i manuali... e ancor meno sono interessati alla precisione linguistica.
A te ricorro; e prego ché mi porghi mano
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
Avatara utente
Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Salve, Fante, e benvenuto fra noi! :)

Una delle difficoltà con le quali ci confronta l’adozione di forestierismi è proprio la scelta dell’articolo. La buona norma consiglia di attenersi al genere d’origine, ma trattandosi d’inglese, lingua dagli articoli unigeneri, la scelta del maschile o del femminile è aperta, secondo il termine che si sottintende.

Come ci fu oscillazione tra un e-mail e una e-mail, e l’uso optò per il femminile, cosí accadrà probabilmente anche per Wii.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Fante
Interventi: 2
Iscritto in data: sab, 28 apr 2012 17:39

Intervento di Fante »

Grazie per le risposta e per il benvenuto.

Silvia, la cosa che mi ha colpito, in effetti, era proprio la discussione che ho trovato sulla rete riguardo alla mia domanda.
Avatara utente
G.B.
Interventi: 875
Iscritto in data: gio, 15 ago 2019 11:13

Re:

Intervento di G.B. »

Infarinato ha scritto: dom, 19 feb 2006 19:51 Sul piano della successione logica, infatti, l’adattamento [«integrale»] può essere decomposto in tre fasi: (1) adattamento fonologico, (2) adattamento fonotattico, (3) adattamento morfologico (la terminologia qui usata non è quella tradizionale: in particolare, considero qui l’adattamento come processo, non come il risultato dello stesso; per una classificazione dei vari tipi di adattamento si veda, ad esempio, questo saggio).

Adattamento fonologico. Per il meccanismo dell’«interferenza fonologica», i fonemi della lingua di partenza verranno resi nella lingua d’arrivo (nel nostro caso, l’italiano) con foni il piú possibile vicini a quelli originari, ma generalmente diversi. Questo accade non solo quando i foni di partenza sono completamente assenti nella lingua d’arrivo, ma anche quando siano presenti come tassofoni differentemente distribuiti. Questo tipo d’adattamento è sempre presente (anche nell’italiano di oggi) pena il ridicolo o comunque la rottura dell’armonia dell’enunciazione. Un forestierismo crudo che non presenti [nemmeno] adattamento fonologico non è un forestierismo, ma, per dirla col Castellani, una «citazione», ovvero una parola straniera citata in un contesto italiano. [Ai fini dell’adattamento, al bagaglio dei fonemi della lingua d’arrivo possono aggiungersi alcuni «xenofonemi» (o «fonostilemi») mutuati dal sostrato dialettale e/o dalle lingue piú note al parlante medio della lingua d’arrivo. Per l’italiano di oggi, il Canepari riconosce i seguenti xenofonemi: /y ø ã õ ʒ x θ ð/ (variamente realizzati).]

Adattamento fonotattico. Consiste nell’adattare il forestierismo alla fonotassi italiana: è il passo immediatamente successivo all’adattamento fonologico, in quanto non concerne piú [soltanto] i singoli fonemi (coi loro tassofoni), ma la loro relativa distribuzione, vietando le combinazioni non ammesse dalla fonotassi genuina della lingua. In questo processo, gli eventuali xenofonemi vanno ovviamente a farsi benedire. Nel loro insieme, adattamento fonologico e fonotattico costituiscono quello che Marco ha chiamato (e che io per comodità continuerò a chiamare) adattamento «fonetico».

Adattamento morfologico. È l’ultimo [eventuale] passo, in cui s’adatta il forestierismo alla morfologia della lingua d’arrivo, generalmente modificando/aggiungendo l’opportuna desinenza. In italiano, ciò avviene [tuttora!] obbligatoriamente per i verbi: e.g., [to] chat > chattare.

Per un forestierismo che sia passato attraverso tutt’e tre le fasi di cui sopra [ho parlato e] parlo di adattamento «integrale», in analogia e opposizione a «prestito integrale», o semplicemente di adattamento. Ovviamente, un forestierismo [«integralmente»] adattato sarà piú sensatamente/propriamente scritto impiegando i grafemi «canonici» della lingua d’arrivo, per cui un forestierismo [«integralmente»] adattato è spesso anche «graficamente» adattato.
Risuscito il filone per un dubbio terminologico (spero non sostanziale :roll: ).

Rispetto alla creazione degli adattamenti «integrali», parlerei di [processi di] adattamento fonologico (cioè fonematico1 + fonotattico [+accentuativo2]) + morfologico e non fonetico + morfologico. Com'è noto, infatti, la fonotassi fa anch'essa parte della fonologia di una lingua.

Volendo adattare bestseller, per esempio, e scomponendone il processo di adattamento «integrale», avremo:
  • bestseller /bestˈsel.ər/ (prestito «integrale») > bestseller /bɛstˈsɛller/ (adattamento fonetico-fonematico) > *bessèlle (adattamento fonotattico) > *bessèlle/-i (adattamento morfologico).
Probabilmente c'è qualcosa che mi sfugge.

1In quanto risultato di un'emulazione fonetica, da quanto ho letto.
2 Penso, ad esempio, a kètchup che diviene *checciàppe.
G.B.
Avatara utente
Infarinato
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Re: Re:

Intervento di Infarinato »

G.B. ha scritto: ven, 08 mag 2020 12:58 Rispetto alla creazione degli adattamenti «integrali», parlerei di [processi di] adattamento fonologico (cioè fonematico+ fonotattico [+ accentuativo]) + morfologico e non fonetico + morfologico. Com'è noto, infatti, la fonotassi fa anch'essa parte della fonologia di una lingua.

[…]

Probabilmente c'è qualcosa che mi sfugge.
No, non le sfugge nulla. :) Come del resto da me espressamente dichiarato, il mio tentativo era quello di usare una terminologia che non si discostasse troppo da quella [imprecisa, ma] già comunemente impiegata per descrivere i processi di adattamento, giocando anche sul fatto che fonologia può essere inteso sia come sinonimo sia come «iperonimo» di fonematica, e fonetica sia come «iponimo» di fonologia (ovviamente intesa come «fonematica») sia come suo sinonimo (quando per fonologia s’intenda la «dottrina dei suoni di cui è costituita la parola» [o foni]). :P

Quindi, sí, «adattamento integrale» = «adattamento fonologico» (= «fonematico» + «fonotattico») + «morfologico». Quanto all’«adattamento accentuativo», direi che si tratta di un processo facoltativo non univoco (per esempio, allato a checiàppe esiste anche chèciappe, con c sempre scempia in toscano, i.e. [ʃ]), a volte dettato da ragioni fonotattiche, a volte da ragioni morfologiche…
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G.B.
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Re: Re:

Intervento di G.B. »

La ringrazio del chiarimento, caro Infarinato. :)
G.B.
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