Il terzo sistema fonologico dell’italiano

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Il terzo sistema fonologico dell’italiano

Intervento di bubu7 »

Ogni tanto in questo forum si nomina il terzo sistema fonologico proposto da Giacomo Devoto.
Perché, chi non lo conosca, sappia di cosa stiamo parlando, ne riporto alcuni tratti essenziali; in particolare, quelli più interessanti per l’argomento di questa sezione.
Ci tengo a precisare che la citazione riportata non esaurisce la descrizione delle caratteristiche del terzo sistema fonologico.
Mi resta solo da aggiungere la fonte della citazione: G. Devoto, Il linguaggio d’Italia (1974) e la precisazione che la citazione è testuale, a meno di una piccola omissione e integrazione (entrambe segnalate).

Buona lettura! :)
La caratteristica principale del 3° sistema fonologico italiano sta nella regolamentazione delle finali consonantiche di parole straniere che si vedono accettate quando si tratti di consonanti isolate come in baR, gaS, gaP; oppure in gruppi di consonanti, di cui la prima sia continua e la seconda momentanea; oppure «PIÙ» continua della precedente. SPORT, FILM sono perfettamente inseriti, mentre sarebbero impensabili gli adattamenti dei francesi act(e) o t(h)eatr(e).

Per quanto riguarda i gruppi di consonanti, l’assetto è lungi dall’esser raggiunto. Non si può parlare solo di gruppi ammessi e di gruppi esclusi, ma bisogna riconoscerne anche di parziali, intermedi, facoltativi: ammessi in determinati settori tecnici, ma non dappertutto, e non in modo definitivo.
Incompatibilità persistenti sono i gruppi di nasale più liquida (aNLa), i gruppi VL, DL (aVLa, aDLa), i gruppi di sorda più sonora (aPBa) o di sonora più sorda (aBPa). Ma nel lessico tecnico si trovano serie non assimilate di sorda più sorda come PTerodattilo o CTonio; di sonora più sonora come BDellio. Non ha possibilità di espansione un gruppo come PN eppure compare in una parola fondamentale come PNeumatico. Casi estremi, sempre tecnici sono suBSTRato, feLDSPato, tuNGSTeno, ma sarebbe grottesco affermare che il sistema italiano tollera i gruppi BSTR, LDSP, NGST.
Certo, una maggiore elasticità si diffonde, e l’abbandono della vocale protetica facoltativa nei tipi in (I)spagna, in (i)scuola ne è una prova. Ma soprattutto si deve vedere qui un altro aspetto del processo […] per il quale si tende a passare [nel campo fonetico] da un sistema linguistico «chiuso» a uno «aperto».
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