«Jobs act»

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Zabob
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«Jobs act»

Intervento di Zabob »

...o forse Act, con la maiuscola. Non so cosa voglia dire, mi fa pensare a Steve Jobs.
Se qualcuno vuole proporre dei traducenti (io mi astengo perché non ho idea di cosa sia, l'ho detto), ben venga, il filone è questo.

P.S.: vedo adesso che se n'è occupato anche il Treccani magazine :x (articolo di Silverio Novelli).
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

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Zabob
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Intervento di Zabob »

Non sapevo e non avrei mai immaginato che "JOBS" fosse un acronimo. Nemmeno l'articolo che ho citato ne fa cenno.
Il D.L. 34/2014 reca «disposizioni in materia di lavoro a termine, apprendistato, servizi per il lavoro, verifica della regolarità contributiva e contratti di solidarietà».
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Intervento di Infarinato »

Ma certo, ché la nostra è una banalissima «riforma del lavoro», cui si vuol dare una piú suggestiva —cosí almeno si crede— veste alloglotta.
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Animo Grato
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Intervento di Animo Grato »

Infarinato ha scritto:Ma certo, ché la nostra è una banalissima «riforma del lavoro», cui si vuol dare una piú suggestiva —cosí almeno si crede— veste alloglotta.
Un caso davvero emblematico della coglioneria anglicizzante che va per la maggiore. Condensa tutta la provincialità del miserabile che tenta di darsi un tono scimmiottando usi e modi di cui gli sfugge il significato. Mi torna in mente il sarcastico commento di Tomasi di Lampedusa a proposito del frac di don Calogero Sedara: «l modello [era] recente ma il verbo londinese si era assai malamente incarnato in un artigiano girgentano».
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Chissà se oggi parlerebbero di escalator invece che di scala mobile. :wink:
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GFR
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Intervento di GFR »

Invece di affrontarlo di petto il JOBS Act, si potrebbe tentare di depotenziarlo, ricorrendo alla traduzione in italiano come Giobatta: tutto il suo fascino esotico e tecnico va a farsi benedire. :D
Andrea Russo
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Intervento di Andrea Russo »

Infarinato ha scritto:Ma certo, ché la nostra è una banalissima «riforma del lavoro», cui si vuol dare una piú suggestiva —cosí almeno si crede— veste alloglotta.
Quando dissi a mio padre che cosa fosse mi fece: «Tutto qui? M'immaginavo chissà cosa!» Evidentemente le studiano bene: usando questi termini stranieri fanno credere alla gente di avere in mente chissà quale riforma rivoluzionaria che risolleverà il Paese.
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Animo Grato
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Intervento di Animo Grato »

Le cronache di questi giorni ci ricordano beffardamente la nostra Caporetto linguistica: parlando dei francesi che protestano contro l'incombente riforma del lavoro (loi travail, beati loro!), i giornalisti nostrani si sentono in obbligo di glossare l'oscura espressione transalpina con un chiarificatore, rassicurante «il nostro [nostro!]/l'italiano [italiano!] giosàt».
Sventurata la terra che ha bisogno di heroes! :roll:
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
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sempervirens
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Intervento di sempervirens »

Durante un viaggio in aereo accanto a me c'erano due passeggeri anglofoni. Dal tipo di conversazione, benché chiaramente allocutiva, non saprei dire in che rapporti fossero queste due persone, giacché in inglese non si fa distinzione tra tu, Lei, voi e Voi. A parte questo, tra le tante chiacchiere che dovetti sorbirmi ci fu anche qualche scambio tra i due in merito alla pronuncia e il compitamento di questa o quella parola. Credo che uno di loro fosse alle prese con la Settimana Enigmistica. Forse tra me e me dissi "Che pena!", ma di questo non sono sicuro. E comunque, se non lo pensai quella volta lo penso adesso. Per loro e per noi.

Tornando al discorso. Sono sicuro sul fatto che questo Jobs Act farà rimuginare qualche lettore italiano se messo a confronto con le nostrane Jesolo, Jolanda, Jungla e simili. Jungla è diventato finalmente giungla, e Jumbo è il simpatico Dumbo. Jesolo lo leggiamo Iesolo. Quanto a Indiana Jones Junior, viene pronunciato mezzo all'inglese e mezzo all'italiana, per alcuni, e tutto all'inglese per altri. Mi riferisco ai connazionali.

Insomma, siamo messi bene. Come viene pronunciato Jobs Act, per il momento? Con la i lunga come una g?

P.S. Per il fatto che la vocale u in inglese viene pronunciata ora come una a, ora come una o, ora come una iu, una volta ho sentito da un tizio pronunciare junior in uno storpiatissimo janiar, con la i lunga pronunciata come una g, quindi pressappoco come gianiar.
Dico, abbiamo una lingua tra le più trasparenti, perché mai andarci a tirarci la zappa sui piedi? L'acronimo FIAT per alcuni anglofili era pronunciato faiat, ora il problema da loro è ormai risolto perché FIAT è diventato FCA.

:)
Io nella mia lingua ci credo.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

sempervirens ha scritto:Jumbo è il simpatico Dumbo.
Ma Jumbo e Dumbo non sono lo stesso elefante!
sempervirens ha scritto:Jesolo lo leggiamo Iesolo.
E Jesi/Iesi dove lo lasciamo?
sempervirens ha scritto:Quanto a Indiana Jones Junior,
Semmai Henry Jones junior. Indiana è infatti il soprannome del figlio (interpretato da Harrison Ford) del dottor Henry Jones (interpretato da Sean Connery nella pellicola di Steven Spielberg) e che, secondo quanto dice la sceneggiatura, era il nome del cane di famiglia a Las Mesas, in Colorado.
sempervirens ha scritto:viene pronunciato mezzo all'inglese e mezzo all'italiana, per alcuni, e tutto all'inglese per altri.
Ho notato che giunior prevale per i nomi stranieri, mentre per quelli italiani si dice ancora (ma per quanto?) iunior, così come juniores/iuniores e seniores, ancora correttamente pronunciati alla latina.
sempervirens ha scritto:Come viene pronunciato Jobs Act, per il momento?
In realtà il giòbs act italico è una banale scopiazzatura del provvedimento di Obama dal quale se ne discosta per alcune caratteristiche importanti. Va considerato per quello che è, una trovata elettoralistica (o, se si preferisce, «bischerata linguistica») e tradotto correttamente con «decreto sul lavoro».
sempervirens ha scritto:il problema da loro è ormai risolto perché FIAT è diventato FCA.
Questo per quanto riguarda l'azienda (corporate name), ma le macchine sono sempre marchiate Fiat. :)
sempervirens
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Intervento di sempervirens »

Carnby, che Jobs Act sia una scimmiottata bella e buona lo abbiamo capito. La lista, più quantitativa che qualitativa, di esempi del mio precedente intervento aveva solo lo scopo di fare da prefazione al discorso. Poi per le puntualizzazioni ci ha pensato Lei, e a me sta benissimo, anzi la ringrazio.
Sta di fatto che questa forma è quella maggiormente divulgata, e quindi sarà dunque quella maggiormente favellata da bocche italiane, immagino.
Ora, anche se Jobs è un acronimo viene però letto come una parola, con la lettera i lunga iniziale, ed è su questo punto che volevo attirare l'attenzione. Le parole che cominciano con questa lettera in italiano non hanno vita facile e fanno fare parecchia confusione ai parlanti, secondo me. Qui su Cruscate avevo infatti aperto una discussione sulla parola jumboizzazione.
Lei prende le distanze da questo mio punto di vista? Cioè la mia disapprovazione all'aver intrapreso la moda di formare acronimi con parole inglese, in modo che la stringa con la lettera i lunga come testa di parola venga forzatamente fatta leggere come una j inglese.
Io nella mia lingua ci credo.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

sempervirens ha scritto:Lei prende le distanze da questo mio punto di vista? Cioè la mia disapprovazione all'aver intrapreso la moda di formare acronimi con parole inglese, in modo che la stringa con la lettera i lunga come testa di parola venga forzatamente fatta leggere come una j inglese.
No, non prendo le distanze da lei. La lettera in questione, j, non ha mai avuto vita facile italiana pur essendo la meno esotica delle cinque «lettere straniere». Oggi viene letta perlopiù come géi, complice la brevità del nome inglese rispetto a illungo: da qui ad assegnarle un valore [ʤ] rispetto a quello che ha avuto storicamente in italiano (ovvero [j]) il passo è breve. Mi ricordo che alle superiori un'insegnante di matematica mi «corresse» perché avevo letto in una figura geometrica illungo: secondo lei andava letta géi perché «è una lettera che non appartiene all'alfabeto italiano».
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

Carnby ha scritto: [S]econdo lei andava letta géi perché «è una lettera che non appartiene all'alfabeto italiano».
E come pronunciava Jesi? /'ʤɛzi/? :roll:
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Ivan92 ha scritto:E come pronunciava Jesi? /'ʤɛzi/?
Trattandosi di un'insegnante di matematica, credo che non si sia posta neppure il problema.
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