«Selfie stick»

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Ferdinand Bardamu
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«Selfie stick»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Per i benavventurati che non abbiano idea di cosa sia un selfie stick, ecco un’immagine.

Stando alla vichipedia, i cugini spagnoli sono gli unici a non usare la parola selfie nel titolo della voce, mentre francese e portoghese mostrano una traduzione parziale (rispettivamente perche à selfie e bastão de selfie). In italiano, io direi asta per autoscatto.
Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

Certo che gli ispanofoni usano il termine: https://www.google.es/?gws_rd=ssl#q=%22 ... e+stick%22+

La differenza è che l'Accademia Spagnola (e la Fundéu) fa le sua raccomandazioni, che non sono sempre seguite, soprattutto in America, ma spesso neanche in Spagna, o perché non ne prendono coscienza o perché uno preferisce parlare come gli pare.
(rispettivamente perche à selfie e bastão de selfie).
Ho già sentito nei media brasiliani pure pau de selfie. In televisione, non personalmente, perché da cinque anni vivo all'estero.
Ultima modifica di Brazilian dude in data ven, 24 apr 2015 13:40, modificato 1 volta in totale.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

La ringrazio. Sí, ha ragione, sono stato troppo ottimista. Per lo meno, però, gl’ispanofoni hanno un’istituzione ufficiale che dà delle raccomandazioni.
Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

Letture interessanti:

http://www.nytimes.com/2015/04/01/opini ... .html?_r=0 (in inglese)

http://www.fundeu.es/recomendacion/self ... de-selfie/ (in spagnolo)

Non difendo il fenomeno, solo dico che esiste in altre lingue/culture (ma è vero, in italiano anche a me sembra che sia molto più diffuso).
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Cito da questo collegamento:
Fundéu ha scritto:… la evidencia del uso abrumador de la voz inglesa, tanto en medios hablados como escritos, sugiere la pertinencia de proponer la adaptación selfi (plural selfis), que refleja en español la pronunciación de este término inglés y no ofrece problemas de adaptación a nuestro sistema ortográfico.
È un atteggiamento pragmatico che non è privo di buone ragioni. Io però rimango fermo nel mio uso esclusivo di autoscatto, parola che si usava prima che i giornali introducessero selfie.
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Ferdinand Bardamu ha scritto:È un atteggiamento pragmatico che non è privo di buone ragioni.
In fondo, è l’atteggiamento castellaniano, che però oggigiorno in Italia incontra un’ingiustificata censura sociale, per cui selfi sarebbe percepito dai piú come una scrizione sgrammaticata di selfie. :(
sempervirens
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Re: «Selfie stick»

Intervento di sempervirens »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Per i benavventurati che non abbiano idea di cosa sia un selfie stick, ecco un’immagine.

Stando alla vichipedia, i cugini spagnoli sono gli unici a non usare la parola selfie nel titolo della voce, mentre francese e portoghese mostrano una traduzione parziale (rispettivamente perche à selfie e bastão de selfie). In italiano, io direi asta per autoscatto.
Buongiorno! Sono nuovo in questo forum e sbirciando qua e là vedo articoli interessanti ai quali vorrei contribuire. Recentemente in una traduzione dal giapponese all'italiano ho tradotto "selfie stick" con prolunga per autoscatto.

Asta mi dà l'idea di un oggetto di lunghezza definita. Prolunga invece potrebbe essere regolabile in lunghezza.

Non mi ci profidio più di tanto però. Se sbaglio, fatemelo notare!
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Prolunga per autoscatto non mi disgarba. Ho pensato subito ad asta perché è un bastone a un’estremità del quale è fissato qualcosa, es. l’asta della bandiera. Bastone mi pareva un calco un po’ troppo grossolano e impreciso, anche se diffuso. Però forse mi perdo in minuzie: al netto del solito selfie, pare che bastone prevalga come traduzione di stick in selfie stick, almeno dando un rapidissimo sguardo agli annunci a pagamento di Google.
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Trovo validi sia prolunga che asta.
Bastone, invece, non mi piace.
sempervirens
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Intervento di sempervirens »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Prolunga per autoscatto non mi disgarba. Ho pensato subito ad asta perché è un bastone a un’estremità del quale è fissato qualcosa, es. l’asta della bandiera. Bastone mi pareva un calco un po’ troppo grossolano e impreciso, anche se diffuso. Però forse mi perdo in minuzie: al netto del solito selfie, pare che bastone prevalga come traduzione di stick in selfie stick, almeno dando un rapidissimo sguardo agli annunci a pagamento di Google.
In verità precedentemente avevo scritto altro in merito alle mie motivazioni, sulla scelta di un sostantivo rispetto ad un altro. Preso dai rimorsi ho poi cancellato quello che ritenevo essere superfluo.

La natura dell'oggetto in questione e il suo nome in inglese, selfie stick, in italiano un'asta, una bacchetta, un bastone, o come altro si voglia chiamarlo, riporta alla memoria del sottoscritto un altro oggetto particolare, il ciughi (chyugi, 籌木). Uno dei possibili traducenti non ufficiali di questo caratteristico oggetto è talune volte la parola toscana steccolo e quella italiana, stecca, infine in inglese stick, che per me fa rima con stecca.
Per delicatezza o per ripicca decisi di rinunciare alla parola steccolo, e di conseguenza stecca e stecco, che mi fa ricordare troppo da vicino gli impellenti bisogni corporali e il rimedio in situ durante le mie passeggiate nella macchia.

Chiedo venia per la digressione.
Avatara utente
Carnby
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Intervento di Carnby »

Stecca qui ha una valenza positiva, dato che è una specialità popolare del biliardo. Non escluderei neppure bacchetta, per analogia con la bacchetta magica.
Avatara utente
marcocurreli
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Intervento di marcocurreli »

Voto per asta. Mi piace anche prolunga, ma questa potrebbe essere anche un filo, non necessariamente un'asta.
Avatara utente
Carnby
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Intervento di Carnby »

Qui c'è scritto asta per [gli] autoscatti. Mi domando se qualcosa del genere non fosse già in uso tra fotografi o cineamatori: in tal caso basterebbe estendere il significato.
Avatara utente
Scilens
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Intervento di Scilens »

Ho sentito che i ragazzi chiamano l'accessorio "prolunga", "asta telescopica" e "braccio estensibile". Voto per 'asta telescopica'; anche se sembra troppo generico, s'individua l'oggetto dal resto del discorso, come succede in tantissimi altri casi.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
sempervirens
Interventi: 599
Iscritto in data: gio, 23 apr 2015 15:14

Intervento di sempervirens »

Pure a me pare un'ottima soluzione. Sì, asta telescopica (per autoscatto).

Io conto tre parole, che con quelle tra parentesi fanno cinque. L'espressione inglese ne ha due.

Se interessa sapere la mia opinione. Secondo me bisognerebbe per questo tipo di parole essere elastici e utilizzare un italiano alla cinese, un sinoitaliano . Sì, avete capito bene. Un tipo di lingua italiana che si distacca dall'italiano comune. Dove tutto si può mettere assieme, possibilmente senza coniugazioni né declinazioni.
Un italiano rozzo, omnitraducente , nel quale non si faccia distinzione tra veri suffissi, suffissoidi e parole. Insomma un italiano usato alla cinese solo per le traduzioni delle parole inglesi.

Tale supporto linguistico lo chiamerei I.P.T.I Italiano Pro Traduzione Inglese.

Se ci pensiamo bene selfie stick non è parola molto trasparente. Uno capisce più o meno a che cosa voglia riferirsi solo se vede l'oggetto che lo designa.

E allora, mi chiedo, vale la pena dedicare tanto tempo a rintracciare parole o sintagmi ai quali dobbiamo associare per forza tratti semantici anche se questi non sono rintracciabili nei neologismi che ci capitano tra capo e collo dall'Oltremanica? Tirate fuori l'intelligentissimo selfie stick? Ecco allora subito pronto il bastonscatto. Non vi garba? E perché a me garba selfie stick?

Non l'ho detto in apertura ma quando sentii dire in giro selfie stick
:) la prima cosa che mi venne in mente qui in Giappone furono gli steccoli rimuovifeci , personali, non in comune, che si usavano un tempo qui in questi lidi. Poi capii e me ne feci una ragione.

Il discorso è carente di tecnicismi, d'altronde non faccio di mestiere il linguista.
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