Nasce a Bracciano la prima casa di riposo per cani orfani.
Questo il titolo di un articolo giornalistico.
Cani orfani, non cani terminali. Ci siamo?
Qui uno stralcio, del suddetto articolo, che vorrei porre all'attenzione degli utenti di Cruscate:
Una vita dedicata ai cani - Daniela Salvi in passato si è occupata di formare insegnanti e istruttori di cani, della Protezione Civile e della Polizia, per affrontare disastri e terremoti e, dopo l’11 settembre, si è specializzata nell'insegnamento per la ricerca di esplosivi. Con la nascita dell'hospice ha deciso di continuare a dedicarsi a loro e di "accompagnarli verso la fine dei loro giorni, perché anche i cani orfani possono avere una seconda vita".
Al di là della lodevole iniziativa, l'anglicismo hospice era proprio necessario?
Un saluto a tutti i Cruscanti.
«Hospice» dal latino «hospitium»
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«Hospice» dal latino «hospitium»
Arriveremo al giorno in cui, per chiamare "pietre" le pietre bisognerà sguainare la spada. La mia mano stringe l'impugnatura.
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Oltre che in maniera provinciale, nel suo caso il termine è usato anche in maniera impropria. Non sono esperto ma se non ricordo male hospice in italiotese indica una casa di cure palliative per malati terminali (ospedale per infermi terminali) dove si combatte il dolore, non una casa di riposo (ospizio).
In questo caso quindi il traducente sarebbe casa di cure palliative, o volendo usare una formazione univerbale neoclassica si può coniare algocomio:
Andrea
In questo caso quindi il traducente sarebbe casa di cure palliative, o volendo usare una formazione univerbale neoclassica si può coniare algocomio:
Saluti(algo dolore + comio- ospedale o casa di cura).
Andrea
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