Il confronto. Sul futuro della lingua italiana

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PersOnLine
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De Mauro ha scritto:La buona circolazione linguistica entro una comunità non si garantisce dunque intervenendo sulle parole e regole, ma, caso mai, migliorando le conoscenze (anche linguistiche) e le possibilità di commercio intellettuale e civile dei parlanti.
Mi chiedo come De Mauro pensa (o pensava) di «migliorare» magicamente le conoscenze dei parlanti - almeno Catellani implicitamente proponeva una strategia concreta -; personalmente trovo molto più attuabile un qualcosa come un "dizionario ufficiale dei traducenti tecnici" o un "codice di autoregolamentazione [per la tutela] linguistica" rivolto ai responsabili dei media, ai pubblicitari e ai giornalisti, così come esiste già per i minori.
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G.B.
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Iscritto in data: gio, 15 ago 2019 11:13

«Gli atti impuri della lingua»

Intervento di G.B. »

Un secondo confronto tra De Mauro e Castellani (ma sono presenti anche altre voci), sulla questione degli anglicismi, si può trovare in questo articolo della Repubblica del 28/03/1994. Il tema era che «il sindaco leghista di Pavia [aveva] deciso che le insegne della sua città non [dovessero] portare iscritte parole straniere, ma soltanto italiane». L'opinione del Castellani è dapprima gustosamente litotica: «[L'iniziativa] non mi trova dissenziente»; diventando esplicita poco dopo, all'insistere del giornalista. Ma piú non isvelo.

Buona lettura.
G.B.
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