«Morbus anglicus»

Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

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Marco1971
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«Morbus anglicus»

Intervento di Marco1971 »

Comincio col riportare tre passi significativi dell’articolo Morbus anglicus di Arrigo Castellani, apparso nel numero 13 (1987) della rivista Studi linguistici italiani (pp. 137-153).
I principi del purismo strutturale […] sono semplicissimi. Forestierismi accettabili, cioè compatibili colle strutture della nostra lingua: s’accettano (tango e simili). Forestierismi che non si possono accettare senza cambiamenti:
1) s’adattano (è il caso di filme e simili);
2) si sostituiscono con voci già esistenti (barca che estromette yacht);
3) si sostituiscono con neoformazioni.
Fra le neoformazioni si ricorderà per esempio regista, che grazie a Bruno Migliorini ha preso il posto di metteur en scène (in Germania régisseur). Per quel che riguarda il mio uso personale, ho citato, durante la tavola rotonda […], intrèdima (composto di èdima ‘settimana’, che è dell’italiano antico e vive ancora in qualche luogo della Toscana) al posto di weekend (tra l’altro, dal punto di vista storico il concetto di ‘fine della settimana’ è meno giusto di quello di ‘tra due settimane’, visto che la domenica è il primo giorno della settimana e non l’ultimo); e potrei aggiungere fubbia (fumo + nebbia al posto di smog (smoke + fog) o velopàttino al posto di windsurf.
Quindi: o un dato termine inglese s’adatta alla fonetica italiana, cambiando la sua forma, oppure rimane fuori della lingua, costituisce un corpo estraneo. Gli anglicismi non assimilati sono altrettanti corpi estranei, o, se vogliamo dir cosí, altrettanti sassolini nelle scarpe. Anche coi sassolini si può continuare a camminare, ma se non ci fossero si camminerebbe meglio. E se si moltiplicano, prima o poi bisogna fermarsi.
Siamo appena agl’inizi d’un processo di scadimento e frantumazione della lingua: solo crepe nei muri e qualche pavimento sconnesso. Ma bisogna intervenire, e bisogna farlo sia individualmente, sia attraverso i mezzi d’informazione e gli organi ufficiali.
Ecco l’elenco delle proposte del Castellani, in ordine alfabetico:
AIDS: [la] SIDA
baby: bebè / pupo
baby-sitter: guardabimbi
banjo: bangio
baseball: pallabase / pallabbase
basket: canestro
basketball: pallaccanestro
bazooka: bazzuca
beat: bitto
beatnik: bittone
bestseller: vendissimo
big: grande
big bang: gran botto
bikini: bichini
black-out: abbúio
blue-jeans: ginsi
bluff: bluffo
boogie-woogie: bughivughi
bookmaker: allibratore
boom: bum / bumme
boomerang: bumerango
boss: bosso
bow-window: bovindo
boxe: pugilato
brandy: brandi
bridge: briggio / brigge
budget: bilancio
bulldog: buldogo
bungalow: búngalo
bunker: búnchero
business: impresa / azienda
businessman: uomo d’affari
cameraman: telecamerista / camerista
camping: campeggio
canyon: canione
computer: computiere [vedi pallottoliere]
digital: numerico / cifrale
film: filme
hobby: ubíno [usato dall’Ariosto = ‘cavallino’; stessa etimologia di hobby]
intercity: intercittà
jogging: trotterello
knock-out: fuori combattimento
OK: va bene / sta bene / bene
performance: performanza
perform: performare
pesticide: insetticida
record: primato
shopper: sacchetto
smog: fúbbia [fumo + nebbia]
sport: sporte
standard: stàndaro [sul modello dello spagnolo estándar]
weekend: intrèdima [‘tra due settimane’][sf]
whisky: guisco
windsurf: velopàttino
windsurfer: velopattinista / [piú genericamente] velista

E se ne potrebbero aggiungere migliaia. Propongo anche alcuni elenchi stesi dalla R. Accademia d’Italia ai tempi del fascismo, con quest’avvertenza: fascista non sono e lungi da me il voler imporre alcunché a chicchessia: qui faccio solo opera di divulgazione, perché il maggior numero possibile di utenti della lingua sappiano che esistono equivalenze che si possono usare. E teniamo a mente anche le considerazioni di Bruno Migliorini nel suo articolo La sostituzione dei forestierismi: improvvisa o graduale? (Lingua Nostra, III, 1946 pp. 138-140):
Le liste che si vengono pubblicando mirano a sostituire un consenso già formato intorno ad una parola forestiera con un nuovo consenso ancora da formare: a un uso per varie ragioni discutibile, ma insomma esistente, si mira a sostituire un nuovo consenso, un nuovo uso.
Ora in quest’azione bisogna considerare da un lato il pubblico e dall’altro la ristretta cerchia dei propulsori. Ciascuna sostituzione si potrà dire riuscita solo quando in luogo di un termine forestiero sarà effettivamente entrato nell’uso un termine italiano, cioè quando innumerevoli scelte regolate dal gusto individuale avranno operato una specie di plebiscito linguistico.
Il compito dei propulsori è quello di precorrere questa scelta puntando su una soluzione opportuna, cioè tale da poter essere accettata volentieri e atta a condurre ai risultati voluti.
Ma tra il dire e il fare, tra le proposte d’un singolo o quelle d’una commissione (anche le piú sagge e autorevoli che si possano immaginare) e il consenso definitivo, c’è di mezzo inevitabilmente un certo tempo e una certa resistenza.
Ecco, adunque, le liste che trovo nel numero III di Lingua Nostra, che completeremo e, eventualmente, modificheremo:

addition: conto
affiche: affisso, manifesto, avviso; cartellone (teatrale); cartello o cartellone (illustrato)
agreement: accordo
arrangement: combinazione, accomodamento
autocar: torpedone (turistico); autocarro (militare), ecc.
bascule: staderone
bijouterie: (bigiotteria) = contería
brioche: brioscia
brochure: opuscolo, fascicolo
cachet: cialdino
camion: autocarro (o anche càmion invar.)
cellophane: cellòfane
challenge: gara periodica [ma perché non sfida?]
cherry-brandy: ratafià di ciliegie
cliché: lastrino, lastro
cocktail: arlecchino
confiture: marmellata
corvée: comandata (mar.); servizio, fatica (mil.); faticaccia (trasl.)
cottage: villetta
dessert: fin di pasto
drop: gócciola
féerie: fantasia
festival: festivale
frac: marsina
garage: rimessa
gargote: béttola
gin: gineprella
handicap: corsa pareggiata, corsa a compensazione [?]
hublot: portellino
in brochure: non rilegato
kümmel: cumino
linotype: (la) linotipo
monotype: (la) monotipo
parquet: pavimento di legno, tassellato, parchetto [esiste anche ‘palchetto’]
passe-partout (chiave): comunella, (contorno) = sopraffondo
photomontage: fotocomposizione
pick-up: fonogeno
praline: pralina, fondente
presspan: semicuoio, cartone pressato lucido
sport e tennis: ammessi come sostantivi maschili invariabili
tram: approvato per la vettura; tranvia per la linea
yacht: pànfilo

Bisognerà poi occuparsi anche della terminologia informatica. Ecco le parole per le quali opterei (elenco da discutere — ma non piú archivio, ché è ufficiale — e da completare):

browser: navigatore
chat: ciatte; ciattare
click: clicche; cliccare
download: scaricare; scaricamento
file: archivio
link: collegamento
monitor: schermo
mouse: topolino
scan: scandire; scansione
scanner: scanditore
web: rete

Segnalo, infine, un sito elvetico ufficiale che potrebbe aiutarci in questa nostra impresa:

Cancelleria federale

Buon’intredima a tutti! ;)
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Marco1971
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Aggiunte (1)

Intervento di Marco1971 »

Gentilmente, l’utente Freelancer mi ha mandato un altro articolo del Castellani, apparso sul numero 4 della Crusca per voi. Possiamo quindi aggiungere queste altre equivalenze:

flash: lampo
freelance: libero (giornalista libero; indossatrice volante)
handout: datino (sul modello di statino)
input: entrata, immissione; immettere
junior: giuniore
lay-out: progetto (o, secondo i casi, tracciato) [e in informatica: impaginazione]
marketing: vendistica
network: rete
senior: seniore
slip: perizoma; mutandina
spot: spotto
stand: stande

Continua al prossimo numero…
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Incarcato
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Intervento di Incarcato »

Sinceramente, opino che si debba inserire nella lista junior: basta continuare a pronunciarlo alla latina.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Sí, è vero. Ma queste sono solo proposte provvisorie. Col concorso di tutti (espressione di giudizi, altre proposte, ecc.) potremmo forse trovare la soluzione ideale per ogni parola.

Nel GRADIT sono presenti ben 5058 anglicismi crudi (comprese le sigle, che però tralascio). Oggi mi sono dedicato alla sola lettera A e ho riempito tre pagine e mezzo a mano. Svelerò presto il frutto delle sudate carte...

Anteprima: airglow («luminosità che si può osservare, spec. di notte, nell’alta atmosfera, dovuta a fenomeni fotochimici prodotti dai gas emessi dalle radiazioni solari»): luminàura (da lume + in + aura). Che ne dite? Altri suggerimenti?
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Infarinato
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Aggiunte (2)

Intervento di Infarinato »

Vorrei aggiungere, ché «mi rodono» (da tempo):

database: banca dati;
hardware: «apparecchiatura» [IBM], macchina;
software: programmi, «componenti di programmazione» [IBM];
third-party (attrib.): terzo (posp.), di terzi, prodotto/sviluppato da terzi (non «[di] terze parti» [sic]... che, poi, party è «parte in causa», «partito», non «parte»).
Ultima modifica di Infarinato in data dom, 10 apr 2005 22:52, modificato 1 volta in totale.
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arianna
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Intervento di arianna »

Camping, set, tilt, dock, canter, ecc. ecc. EH sì la lista è lunga! E se ci mettessimo a sfogliare i dizionari chissà quanti forestierismi verrebbero fuori! Perciò mi rallegra la lista del Castellani e del Migliorini, anche se sono proposte provvisorie è già un buon inizio, e sono convinta che con la partecipazione di tutti potremmo allungare la lista (o modificare qualche termine) e diffondere questi adattamenti sia individualmente, sia attraverso i mezzi di comunicazione.:wink:
Ultima modifica di arianna in data dom, 10 apr 2005 22:24, modificato 1 volta in totale.
Felice chi con ali vigorose
le spalle alla noia e ai vasti affanni
che opprimono col peso la nebbiosa vita
si eleva verso campi sereni e luminosi!
___________

Arianna
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Incarcato
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Intervento di Incarcato »

Software e database (sulla sua pronuncia se ne sentono di tutti i colori) li trovo ben tradotti. Meno invece hardware.

Per airglow la faccenda è meno semplice del previsto: questo è infatti un termine usato a livello internazionale in àmbito geofisico per indicare la luminosità (rilevante solo per la luminosità — scusate il bisticcio — globale del cielo notturno) prodotta dai gas atmosferici. L'airglow fa parte d'una pletora di sei o sette altri fenomeni che servono a valutare la luminosità naturale del cielo notturno.

Per pura accademia, io suggerirei il termine nigrèdo, sulla scia del suo «foto-antonimo» albèdo. :wink:
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

incarcato ha scritto:Per airglow la faccenda è meno semplice del previsto: questo è infatti un termine usato a livello internazionale in àmbito geofisico per indicare la luminosità (rilevante solo per la luminosità — scusate il bisticcio — globale del cielo notturno) prodotta dai gas atmosferici. L'airglow fa parte d'una pletora di sei o sette altri fenomeni che servono a valutare la luminosità naturale del cielo notturno.

Per pura accademia, io suggerirei il termine nigrèdo, sulla scia del suo «foto-antonimo» albèdo. :wink:
Ma se l’airglow suggerisce di per sé la luminosità (glow: luce [diffusa], bagliore, luminosità, ecc.), oltreché per il suo significato («luminosità [...] nell’atmosfera alta...»), non capisco nigrèdo, che rimanda al nero, al buio, alla notte. D’altra parte, il significato, in fisica, di albèdo è «rapporto tra la quantità di energia riflessa da una superficie sferica e la quantità totale che l’ha colpita» (GRADIT). Non vedo il nesso... :roll:
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Incarcato
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Intervento di Incarcato »

L'albèdo è un'unità di misura studiata apposta per quantificare un effetto proprio di tutti i pianeti con atmosfera, detto appunto effetto-albèdo.
L'energia riflessa dall'atmosfera rende un pianeta luminoso per chi lo vede dall'esterno. L'effetto-albèdo (per esempio della Terra) è la luminosità che essa manifesta in virtú della luce solare che viene rilfessa, sarebbe la sua propria luminosità.

Detto questo, ho scelto nigrèdo — ripeto, per pura accademia — perché l'airglow è visibile solo di notte, nel buio appunto, ed è alquanto debole per l'occhio umano, sicché piú che aumentare una luminosità (che è scarsetta), tende a ridurre l'oscurità della notte. Trovo, insomma, che luminàura, pur nella sua letterarietà di cristallo (che mi ricorda le aurore polari), sia un termine iperbolico se paragonato al fenomeno reale, poco percettibile dall'occhio umano.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Va bene, ma allora è inappropriato il termine inglese airglow, che significa letteralmente «bagliore dell’aria»...
Avatara utente
Incarcato
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Iscritto in data: lun, 08 nov 2004 12:29

Intervento di Incarcato »

Sí, penso sia vero quello che dici: infatti quando sono andato ad informarmi meglio su cosa fosse, sono rimasto stupito dall'esiguità del fenomeno: un «bagliore» nell'aria notturna non è certo. Pensa che nella notte la sua potenza è circa un terzo della luce zodiacale, cioè della luce del Sole diffusa dalle particelle di polvere interplanetaria.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Qui ci addentriamo in considerazioni di «verità scientifiche». Io credo che il termine inglese sia in sé poetico e non vedo perché non tradurlo anche noi in modo poetico, con luminàura o un altro termine. Ma siccome la definizione implica il concetto di luminosità (visibile o non visibile), definire il fenomeno con una radice che intrinsecamente esprime l’idea di «nero» non mi appare molto felice.
Moxnox
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Intervento di Moxnox »

E chiamarlo noxlux?
È generico come airglow, ma volete mettere? 8)
A parte la mia ciancia, propongo di dare il foglio di via anche a claim(pubblicitario), e ai "pandemici" trend(y) e target, tutti inutili e facilmente sostituibili.
Avatara utente
Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Ma noxlux, sebbene stupendo in latino, è estraneo alla nostra fonetica...
E escludo una cosa del tipo «nosselusse»...
Avatara utente
miku
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Iscritto in data: lun, 21 feb 2005 18:33
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Noctiluca

Intervento di miku »

Si tratta di questo fenomeno che ho trovato descritto nel Devoto-Oli, forse?

nottilucente (not-ti-lu-cèn-te) agg. ~ In meteorologia, di nubi che si formano talvolta in estate nella mesosfera, visibili soltanto dopo il tramonto, quando i raggi solari riflessi risaltano sullo sfondo scuro del cielo; si ritiene che siano costituite da minuscoli cristalli di ghiaccio o di metano. [Comp. di notte e lucente].
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