«Bamboo»

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Ferdinand Bardamu
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«Bamboo»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Come ha spiegato Marco, la tendenza attuale dell’italiano è di sostituire progressivamente vocaboli del lessico comune coi corrispettivi inglesi, percepiti come «piú precisi».

Ciò si manifesta non soltanto nell’adozione di parole nuove, ma perfino nell’«adattamento» di termini italiani alla forma inglese. Per esempio, bamboo per bambú:

Cupole di bamboo per evitare il Coronavirus al mare. (FONTE)

Questa non so davvero come spiegarmela, al pari di tattoo, oggi in voga al posto di tatuaggio

P.S. Ho preso lo spunto per questo filone da un intervento di Giulio Mainardi su Dirlo in italiano. :)
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Marco1971
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Re: «Bamboo»

Intervento di Marco1971 »

Credo che queste grafie anglicizzanti riflettano una sorta d’insofferenza verso il carattere funzionale della grafia italiana (molto piú vicina alla pronuncia, come lo spagnolo), e che questo sentimento possa scaturire da un ingenuo senso d’inferiorità (in soldoni: è troppo semplice, quindi bisogna complicare), come se un sistema grafico di tipo etimologico alla francese o all’inglese fosse piú prestigioso.

Ma in nessun altro Paese europeo una grafia di corso plurisecolare subitamente stravolta sarebbe stata accettata dalla popolazione senza scandalo; di piú: nessuno si sarebbe sognato di farlo!

Di questo passo, città diventerà molto presto city (perché y è una sciccheria, anzi no, fa chic).

Che cosa possiamo concludere da tutto questo cafàrnao? Certo, come annunciato oltre un secolo fa, che «l’italiano sarà quello che gl’Italiani sapranno essere», è una realtà oggi verificabile; e gli italiani, o quegli italiani che diffondono la lingua, non l’amano cosí com’è – o, forse, come fu.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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marcocurreli
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Re: «Bamboo»

Intervento di marcocurreli »

La cosa curiosa è che per moltissimi stranieri l'italiano è la più bella lingua del mondo. Nemo propheta in patria.
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Marco1971
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Re: «Bamboo»

Intervento di Marco1971 »

Sí, in effetti, gli stranieri vedono le cose in maniera piú oggettiva. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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