«Portacontainer»

Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

Moderatore: Cruscanti

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arianna
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«Portacontainer»

Intervento di arianna »

In alcuni dizionari, dopo portacontainer segue il termine portacontenitori (agg. s.m. e f. lo stesso che portacontainer).
Non capisco l'utilità del forestierismo (o non viene piú considerato tale?!)

Alla lista manca anche rack: scaffalatura? :roll: (proposta nel Devoto-Oli) (Apro un altro filone)
Felice chi con ali vigorose
le spalle alla noia e ai vasti affanni
che opprimono col peso la nebbiosa vita
si eleva verso campi sereni e luminosi!
___________

Arianna
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

È il solito discorso: il forestierismo è un modo per non nominare la realtà, o per nominarla in maniera estraniante (per svariati motivi). Non è un caso che portacontenitori sia marcato «basso uso» e portacontainer, invece, «comune»... :cry:
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Federico
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Intervento di Federico »

Be', è ovvio che l'alternanza portacontainer/portacontenitori segua lo stesso destino di quella container/contenitori. Anche se nella maggior parte dei casi basta dire che è una nave merci: tranne pochissime tipologie di merci, ormai si trasporta tutto in contenitori.
(Ad esempio, parlando del recente incidente nello stretto di Messina che bisogno c'è di specificare che cosa trasportasse la nave? Importa solo che era una nave merci di notevoli dimensioni.)
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Federico
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Intervento di Federico »

Federico ha scritto:tranne pochissime tipologie di merci, ormai si trasporta tutto in contenitori.
Per la precisione – mi sono informato – le navi tradizionali sono ormai pochissime e vecchissime, usate quasi solo per brevi viaggi nel Mediterraneo per trasportare (in parte) granaglie, prodotti chimici/petroliferi liquidi in grosse quantità e trasporti eccezionali.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Ma non è solo una nave, è anche un autocarro.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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