«Kazoo»

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Carnby
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«Kazoo»

Intervento di Carnby »

Ho notato che non c’è nella lista dei forestierismi. Per chi non lo sapesse, è un semplice strumento musicale appartenente ai membranofoni. Può andare casù, un banale adattamento fonetico?
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G.B.
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Re: «Kazoo»

Intervento di G.B. »

Qui e qui è riportata anche la pronunzia /kadzˈdzu/.
G.B.
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Millermann
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Re: «Kazoo»

Intervento di Millermann »

Ehm... Certo che, a cercare di italianizzare questo termine, si va un po' su un terreno minato. :mrgreen:
Pertanto, preferirei evitare parole inizianti per c; magari, ispirandosi al francese gazou, si potrebbe fare gazú? :D
Oppure si potrebbe puntare sul fatto che il kazoo appartiene alla famiglia di strumenti musicali chiamati mirliton (termine usato anche come sinonimo da spagnoli e francesi) e partire da lí. ;)
In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
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Carnby
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Re: «Kazoo»

Intervento di Carnby »

Sia caz(z)ù che gaz(z)ù creano entrambi problemi, a mio avviso: basti pensare a quante battute sono sorte su Gazzo in provincia di Padova. Per questo avevo scelto la possibilità di -s- /z/, anche perché a me viene spontaneo pronunciare le s (o z) straniere con la sonora.
valerio_vanni
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Re: «Kazoo»

Intervento di valerio_vanni »

L'accento spostato e la zeta sonora dovrebbero attenuare parecchio il "problema".
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G.B.
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Re: «Kazoo»

Intervento di G.B. »

Sembra che il cazú fosse
Dizionario classico di storia naturale (1833) ha scritto: un animale poco noto delle coste d'Africa, che si è paragonato allo scoiattolo, la cui coda è uno dei fetisci pei popoli di quelle contrade, i quali fanno la caccia al cazú per rapirgliela.
oppure
Dizionario classico di storia naturale (1833) ha scritto: un frutto della grossezza d'un mellone, che contiene da quindici a venti noccioli farinosi e buonissimi da mangiare, che alcuni viaggiatori hanno paragonato al cacao, ma che ci pare provenga da una specie di artocarpo. Cresce sulle coste dell'Africa al nord del Zairo.
G.B.
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Ferdinand Bardamu
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Re: «Kazoo»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Carnby ha scritto: mer, 13 gen 2021 11:41 Sia caz(z)ù che gaz(z)ù creano entrambi problemi, a mio avviso: basti pensare a quante battute sono sorte su Gazzo in provincia di Padova. Per questo avevo scelto la possibilità di -s- /z/, anche perché a me viene spontaneo pronunciare le s (o z) straniere con la sonora.
Gazzo c’è anche in provincia di Verona (il toponimo, derivante dal longobardo, indica un luogo boscoso). :)

Ad ogni modo, io credo che le preoccupazioni riguardo alle assonanze oscene lascino il tempo che trovano, anche perché le stesse allusioni si fanno già ora, sebbene la parola non sia adattata: non so se ricordate la canzone degli Elio e le storie tese «La visione». :mrgreen:
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Carnby
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Re: «Kazoo»

Intervento di Carnby »

Ferdinand Bardamu ha scritto: mer, 13 gen 2021 12:36 Gazzo c’è anche in provincia di Verona (il toponimo, derivante dal longobardo, indica un luogo boscoso).
Per completezza, diciamo che deriva da gahagi, da cui l’emiliano Gaggio e il toscano Cafaggio. :)
Ferdinand Bardamu ha scritto: mer, 13 gen 2021 12:36 Ad ogni modo, io credo che le preoccupazioni riguardo alle assonanze oscene lascino il tempo che trovano [...]
Quindi, quale pensa che sia il miglior adattamento?
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Ferdinand Bardamu
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Re: «Kazoo»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Direi cazzú.
domna charola
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Re: «Kazoo»

Intervento di domna charola »

Discussione interessante - al di là dell'oggetto e dei problemi inerenti - perché mi suggerisce una risposta alla domanda che mi pongo da tempo, cioè "perché in antico era normale adattare le parole in italiano mentre oggi si scrivono direttamente in inglese?". Una componente potrebbe essere l'oralità predominante sino al secolo scorso, nel senso che sì, si andava a scuola e si sapeva leggere e scrivere, ma poi nella vita comune si comunicava soprattutto oralmente; quando serviva di scrivere il termine nuovo, si scriveva "come si era abituati a sentirlo dire", senza porsi problemi su come in origine doveva essere scritto.
Lungo fuori-filone (ff?), me ne scuso, però mi è venuto pensando che al corso di improvvisazione teatrale (sembra un controsenso, ma invece esiste e ha senso...) abbiamo sempre visto questo strumento e ne parlavamo come cazù e punto. L'ho sempre immaginato scritto così, e, dato che lo avevo in mano, non avevo nemmeno bisogno di cercarlo in rete. Quindi il problema della sua grafia originaria non si poneva nemmeno.
Quando ho letto il titolo di questo filone, sono dovuta andare al testo per capire che si stava parlando del cazù...
Ecco, questo è come ci si complica la vita leggendo invece testi scritti da persone che non sanno immaginare che un oggetto nuovo può mantenere il suo nome, anche scrivendolo con altri simboli fonetici che ne rendano il suono nella nuova lingua di arrivo... paura di sembrare "provincialotti", e supina accettazione di quanto arriva da fuori, a costo di fare i salti mortali per per riuscire poi a pronunciarlo correttamente.
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Freelancer
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Re: «Kazoo»

Intervento di Freelancer »

domna charola ha scritto: sab, 16 gen 2021 12:39 [...]una risposta alla domanda che mi pongo da tempo, cioè "perché in antico era normale adattare le parole in italiano mentre oggi si scrivono direttamente in inglese?". Una componente potrebbe essere l'oralità predominante sino al secolo scorso, nel senso che sì, si andava a scuola e si sapeva leggere e scrivere, ma poi nella vita comune si comunicava soprattutto oralmente; quando serviva di scrivere il termine nuovo, si scriveva "come si era abituati a sentirlo dire", senza porsi problemi su come in origine doveva essere scritto.
Questo l'aveva già detto (in termini un po' più tecnici magari) Bruno Migliorini più di ottant'anni fa in Purismo e neopurismo. Basta cercare nel sito per trovare numerosi riferimenti a questa apparentemente eterna domanda sul perché la capacità dell'italiano di adattare si sia grandemente indebolita rispetto ai tempi di lanzichenecco, bistecca ecc.
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