«Rave party»

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G. M.
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«Rave party»

Intervento di G. M. »

Dal Treccani; un paio di corsivi miei:
rave partyrèiv pàati› locuz. ingl. (propr. «festa di delirio»; pl. rave parties ‹… pàati∫›), usata in ital. come s. m. – Grande raduno di giovani, notturno, per lo più clandestino e di carattere trasgressivo, la cui ubicazione viene generalm. resa nota solo poche ore prima dell’inizio della festa, per evitare possibili interventi delle forze dell’ordine. Si svolge all’aperto o in locali adatti ad accogliere migliaia di persone, che ballano e ascoltano musica elettronica, house o techno ad altissimo volume, e che spesso fanno uso di sostanze stupefacenti.
Secondo la consuetudine dei forestierismi, si trova anche abbreviato, in rave e basta. Commenti, proposte?
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andrea scoppa
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Re: «Rave party»

Intervento di andrea scoppa »

Tregenda? sabba? ridda? riddaccia? delirio? rave? Non so... forse simposio!
È cosí piana e naturale e lontana da ogni ombra di affettazione, che i Toscani mi pare, pel pochissimo che ho potuto osservare parlando con alcuni, che favellino molto piú affettato, e i Romani senza paragone.
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G.B.
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Re: «Rave party»

Intervento di G.B. »

andrea scoppa ha scritto: gio, 19 ago 2021 1:31 Tregenda? sabba? ridda? riddaccia? delirio? rave? Non so... forse simposio!
Lasci stare streghe e demoni. E per carità! lasci stare pure i simposi, che nulla ebbero che vedere con quello di cui stiamo parlando. Ora, io mi chiedo se quel «raduno... perlopiú clandestino» del Treccani non possa essere ridotto al solo «raduno clandestino» (cosí fa il Sabatini-Coletti), visto che non trovo notizie di rave parties che non si siano conclusi con l'intervento delle forze dell'ordine. Quindi festa clandestina mi pare una discreta soluzione.

Forse, però, l'anglicismo riveste qui anche un ruolo eufemistico... Certamente, non si può prescinderne in ambito descrittivo, perché il termine s'intreccia con tutta una «cultura».
G.B.
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Carnby
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Re: «Rave party»

Intervento di Carnby »

Ma non si potrebbe adottare l’anglismo e pronunciarlo /ˈrave/? Mi pare la soluzione più comoda.
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Ferdinand Bardamu
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Re: «Rave party»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Noi in questa sede possiamo solo limitarci a una traduzione descrittiva, una perifrasi ad uso dei giornalisti: per averne una altrettanto efficace, invece, dovremmo… chiedere a chi li frequenta. Forse costui o costei usa una parola italiana almeno nella forma. Movendoci nel campo del gergo, dobbiamo agire cosí.
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Re: «Rave party»

Intervento di Carnby »

Ho notato che -ino puö avere una connotazione di licenziosità e illegalità (festino, garino ecc.). Forse potrebbe essere usato in questo contesto.
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andrea scoppa
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Re: «Rave party»

Intervento di andrea scoppa »

G.B. ha scritto: gio, 19 ago 2021 9:43 E per carità! lasci stare pure i simposi, che nulla ebbero che vedere con quello di cui stiamo parlando.
Lei ha fatto bene a specificarlo. E se mai scriverò di nuovo una cosa simile, allora mi ricorderò di aggiungere, conchiusa la frase, tre quattro simpatiche faccine per esporre con piú evidenza l'ironia del commento.
Ferdinand Bardamu ha scritto: gio, 19 ago 2021 10:45 Noi [...] una traduzione [...] altrettanto efficace, invece, (la) dovremmo… chiedere a chi li frequenta. Forse costui o costei usa una parola italiana almeno nella forma.
Ho appena chiesto a chi li frequenta, e mi è stato detto che rave party, rave e free party sono le espressioni piú in voga. Nel gergo degli assidui si dice anche «andare in festa» riferendosi soltanto alle feste libere; per le feste non clandestine, invece, si dice «andare a una festa». Credo che occorra mantenere la parola «festa». Alle corte: festa libera e festa clandestina mi sembrano i termini piú acconci. Festa libera sarebbe un calco scrio scrio dell'espressione inglese free party, e ve ne allaccio una curiosa pagina; festa clandestina, una perifrasi che ne mostra l'aspetto irregolare. A me, comunque, va bene anche rave /'rave/ o reive /'rɛive/.

E i frequentatori di queste feste, dai giornalisti, sono chiamati alla maniera italiana o inglese?
È cosí piana e naturale e lontana da ogni ombra di affettazione, che i Toscani mi pare, pel pochissimo che ho potuto osservare parlando con alcuni, che favellino molto piú affettato, e i Romani senza paragone.
Utente cancellato 676

Re: «Rave party»

Intervento di Utente cancellato 676 »

In questo articolo si propone non so quanto ironicamente una traduzione letterale: festa al delirio
https://urbanpost.it/rave-party-significato-cosa-e/

Chissà che non venga usata anche da qualche giovane. Del resto già usano abbondantemente espressioni come alla goccia per indicare la bevuta di un cicchetto di superalcolico tutta in un sorso.
Daphnókomos
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Re: «Rave party»

Intervento di Daphnókomos »

Festa delirante?
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