Toponomastica e antroponimia

Spazio di discussione semiseria sui traducenti di toponimi e antroponimi

Moderatore: Cruscanti

methao_donor
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Toponomastica e antroponimia

Intervento di methao_donor »

Spero sia la sezione giusta dove inserire questo filone.
Ebbene, il mio dubbio è presto detto.
Come vi comportate nell'usare i nomi stranieri di luoghi o persone?
Mi pare di osservare un'inversione di tendenza, che ha portato al sovrapporsi di due usi diversi. Mentre un tempo si adattavano questi nomi, oggi (e non solo in Italia, mi pare) si tende a conservare la forma originale.
Cosí abbiamo, ad esempio: Londra, Parigi, Praga, Germania; Gesù, Riccardo Cuor di leone (o Cuordileone?), Alessandro Mango ecc.
Mentre, per termini entrati nel gergo comune recentemente, si usa la forma originaria. Quindi a nessuno verrebbe in mente Giorgio Cespuglio (o Giorgio Bush). Allo stesso modo, s'inizia a conservare il nome originale delle varie personalità del passato. Ergo abbiamo Friedrich Nietzsche o Wolfgang Amadeus Mozart (rammento di aver letto, in testi più datati, Federico Nietzsche e Volfgango Mozart).
Cosa ne pensate in proposito? Ad esempio, meglio New York o Nuova York? (O altro).

La questione mi lascia un poco perplesso, e mi tocca da vicino pure per motivi strettamente personali. In quanto scrittore fantasy ho una gran mole di nomi (luoghi e persone, appunto) con cui non so esattamente come comportarmi.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Penso che coi nomi di persona e di luogo non ci sia nulla da fare: bisognava farlo subito e non aspettare diversi secoli. E per i nomi di persona è anche comprensibile rispettare la forma originaria; ma i toponimi, almeno quelli di Stati e di città importanti, si sarebbero dovuti adattare fin dall’inizio.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Federico
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Intervento di Federico »

Personalmente credo che dei nomi stranieri si debba usare la traduzione qualora questa abbia una certa storia, perciò sicuramente Cartesio, Francesco Bacone, la regina Elisabetta e via dicendo.
Le traduzioni che siano passate attraverso il latino quando questo era lingua franca europea sono a mio parere inattaccabili; non si può dire altrettanto di Alberto Einstein e Leone Trotsky (e qui però si apre il capitolo probabilmente ancor piú spinoso della traslitterazione), che pure si trovano, ad esempio nei nomi delle vie; è sicuramente inaccettabile la traduzione forzata non solo del nome ma anche del cognome, come nel fascista (questo sí) Luigi Braccioforte.
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Federico
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Intervento di Federico »

Ne avevamo parlato già qui (ampiamente), e l'argomento è poi riemerso qui.

Non capisco una cosa: quasi nessuno ormai dice o scrive Nuova York, ma Nuova Delhi sembra riscuotere maggior apprezzamento. Questa differenza di trattamento è giustificata?
CarloB
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Intervento di CarloB »

Non capisco una cosa: quasi nessuno ormai dice o scrive Nuova York, ma Nuova Delhi sembra riscuotere maggior apprezzamento. Questa differenza di trattamento è giustificata?
Forse perché si percepisce che Delhi è toponimo in lingua hindu (?) e il New appiccicato dagli inglesi è ritenuto impunemente traducibile. Mentre New York fu denominata così dagli inglesi negli anni '60 del Seicento, e tradurre il New sembra una forzatura, la creazione di un ibrido mezzo inglese e mezzo italiano.
Da un punto di vista logico non ha molto senso, ma non sempre gli usi linguistici sono logici, mi pare.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Infatti, questi ibridi mi fanno accapponare la pelle: o si lascia la forma originale tutt’intera (New York), o s’adatta tutta in Nuova Iorca (cfr l’aggettivo e nome nuovaiorchese).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Decimo
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Intervento di Decimo »

Marco1971 ha scritto:(cfr l’aggettivo e nome nuovaiorchese).
E sul modello di neozelandese (da Nuova Zelanda) potremmo fare neoiorchese, che avrebbe il vantaggio di non allontanarsi troppo dall'attuale forma ibrida newyorkese.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Marco1971 ha scritto:Infatti, questi ibridi mi fanno accapponare la pelle: o si lascia la forma originale tutt’intera (New York), o s’adatta tutta in Nuova Iorca (cfr l’aggettivo e nome nuovaiorchese).
Nuova Eboraco? :)
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Carnby ha scritto:Nuova Eboraco? :)
Il nostro Carnby naturalmente scherza. ;) Eboracum era il nome latino della città inglese di York*, nome di tale opacità nel mondo d’oggi che ne diventa improponibile. E comunque s’è visto che i nomi propri sono ormai immodificabili, se non per anglomorfizzazione: presto Roma diverrà Rome e Firenze si trasformerà in Florence. ;) Scherzo anch’io? Sí e no... :roll:

*Capologuogo dello Iorcascia. :mrgreen:
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Federico
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Intervento di Federico »

CarloB ha scritto:Forse perché si percepisce che Delhi è toponimo in lingua hindu (?) e il New appiccicato dagli inglesi è ritenuto impunemente traducibile. Mentre New York fu denominata così dagli inglesi negli anni '60 del Seicento, e tradurre il New sembra una forzatura, la creazione di un ibrido mezzo inglese e mezzo italiano.
Da un punto di vista logico non ha molto senso, ma non sempre gli usi linguistici sono logici, mi pare.
Ha un suo senso se si considera che leggiamo Delhi all'italiana (tanto varrebbe allora togliere quella h, però), quando è – credo – una traslitterazione inglese di un nome che si dovrebbe pronunciare [d̪ɪlːiː].
D'altronde a volte si incontra persino Mexico City o Cape Town, che non dovrebbero essere giustificati dall'uso locale (spero che usino la loro lingua), e si traducono agevolmente.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Per te intendo
ciò che osa la cicogna quando alzato
il volo dalla cuspide nebbiosa
rèmiga verso la Città del Capo.
(Montale, Le Occasioni)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
CarloB
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Intervento di CarloB »

Mexico City mi pare un'aberrazione ingiustificabile. E' come se chiamassimo Londra Londres o New York Nueva York.
Per Cape Town il caso forse è un po' diverso, perché la città non fu fondata dagli indigeni, ma dagli europei, e dalla fine del Settecento fu sotto controllo inglese e venne in seguito popolata da immigranti anglofoni o divenuti tali (anche se con il tempo la popolazione nativa, credo principalmente xhosa, è diventata preponderante), quindi Cape Town è un toponimo antico e proprio. O si traduce con Città del Capo o si lascia com'è.
Vorrei però aggiungere (ripetendomi, temo) che come a me dà un po' fastidio vedere tradotto Genova in Gênes/Genua/Genoa (beh, quest'ultima traduzione in realtà non mi dispiace :wink:) o Venezia in Venise/Venice/Venedig, allo stesso modo non mi preoccuperei troppo di tradurre i toponimi altrui. Dove esiste un uso consolidato teniamolo; dove si sta affermando o si è già affermato l'uso dell'originale (come per New York o per l'appunto Cape Town ) accettiamolo senza problemi.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Marco1971 ha scritto:Penso che coi nomi di persona e di luogo non ci sia nulla da fare: bisognava farlo subito e non aspettare diversi secoli.
Da notare che i nomi dei sovrani (tranne quelli «esotici» come Haakon) vengono sempre adattati. Ci sono strane eccezioni però, come Juan Carlos: forse «re Giancarlo» suona troppo «plebeo»?
CarloB ha scritto:Forse perché si percepisce che Delhi è toponimo in lingua hindu
Lingua hindi semmai. Hindu (in italiano indù) è il sostantivo/aggettivo relativo alla religione induista.
CarloB ha scritto:Mentre New York fu denominata così dagli inglesi negli anni '60 del Seicento, e tradurre il New sembra una forzatura, la creazione di un ibrido mezzo inglese e mezzo italiano.
Infatti portoghesi e spagnoli dicono, rispettivamente, Nova Iorque e Nueva York. E sulla Wikipedia latina è spuntata una Urbs Novum Eboracum... Generalmente le altre lingue non traducono.
Federico ha scritto:Ha un suo senso se si considera che leggiamo Delhi all'italiana (tanto varrebbe allora togliere quella h, però), quando è – credo – una traslitterazione inglese di un nome.
In hindi è Dillii (la seconda i è lunga) e in urdu Dehli (non sono sicuro sulla lunghezza dell'ultima vocale). Riguardo al digramma lh potrebbe trattarsi di un'antica traslitterazione inglese di «l» geminata o di una trascrizione approssimativa del nome urdu della città.
Invece qui si sostiene un possibile incrocio di Dillii con Delphi.
CarloB ha scritto: Dove esiste un uso consolidato teniamolo; dove si sta affermando o si è già affermato l'uso dell'originale (come per New York o per l'appunto Cape Town ) accettiamolo senza problemi.
A me dà un po' fastidio Göteborg, che in passato veniva spesso chimata Gotemburgo, come fanno ancor oggi spagnoli e portoghesi (oggi si può trovare, raramente, anche Gothenburg, all'inglese). La pronuncia italiana di Göteborg è molto differente da quella locale, per cui sarebbe bene usare la parola italiana (tra l'altro simile alla forma inglese, che è sempre la più «cool»). Analoghe considerazioni potrebbero valere per Bruxelles (da preferirsi Brussel o Brusselle) e Gent/Gand (da preferirsi Ganda, dato che in questo caso non c'è coerenza e, a seconda dei casi, prevale la forma fiamminga o quella vallone).
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Scusate, ma cos’è questa storia di Capetown? La mia Enciclopedia Universale Garzanti, alla voce Capetown, scrive:

nome inglese di –> Città del Capo.

Stiamo regredendo, cancellando i nomi italiani per sostituirli coi corrispondenti inglesi?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Un po' come quando, al tempo della Prima guerra del Golfo, Madinat Al-Kuwait (o, semplicemente, Città di Kuwait) divenne Kuwait City.
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