«Écru»

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Marco1971
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«Écru»

Intervento di Marco1971 »

Coll’accento acuto sulla e, che manca nella lista, nella quale il termine viene tradotto con tessuto grezzo. Circonlocuzione. La voce è derivata da cru («crudo») col prefisso e[x]- (cfr TLFi).

In italiano esiste l’aggettivo crudo (e i verbi scrudare e scrudire!). Dal Battaglia:
Crudo 7. Non bollito, greggio; non bollito dopo la filatura (la seta, il filo).
– Fatto di seta o di lino crudo (un tessuto).
Gli esempi vanno dagli Statuti dell’Arte della seta a Montale. E qual mai piú semplice cosa della sostantivazione d’un aggettivo?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Millermann
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Intervento di Millermann »

Attualmente, sull'elenco dei forestierismi, è riportato solamente: «écru : tessuto grezzo, crudo».
Oltre a osservare che la versione adattata «ecrù» rispetta la fonotassi italiana, ed è diffusissima in rete (molto più di quella francese: 165.000 risultati contro 61.000, in italiano), vorrei far notare che, ormai, il termine ecrù descrive principalmente un colore, e raramente un tipo di tessuto "crudo". E, in questo caso, i traducenti piú appropriati sono (anche secondo il Treccani): bianco sporco, (color) corda e greggio.
In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Millermann ha scritto:Oltre a osservare che la versione adattata «ecrù» rispetta la fonotassi italiana…
La ringrazio per aver sollevato la questione dell’accezione cromatica: in effetti è assente dalla nostra lista. Vorrei però far notare anch’io che il rispetto della fonotassi italiana non è una condizione sufficiente per accettare un forestierismo, se, come in questo caso, esistono, traducenti validi.
domna charola
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Intervento di domna charola »

Di solito nel campo della storia del tessuto viene usato grezzo o di colore naturale, perché si ha a che fare propriamente non con un colore preciso, ma con uno stato del materiale tessile, il cui colore può variare molto.
Escludendo tutti i processi di sbiancamento a caldo e/o chimici, resta la fibra originale, che a seconda della provenienza può andare da tonalità avorio o nocciola, sino a toni grigiastri (ad esempio, un lino grezzo è di un colore molto diverso da una lana grezza).
D'altra parte, il "bianco sporco" è una definizione molto colloquiale, che cromaticamente non vuol dire nulla; intanto, occorrerebbe definire il tipo di bianco. Il bianco attuale, ottenuto con gli sbiancanti ottici, sporcandosi non darebbe mai un colore "ecrù", come viene inteso oggi.
Del resto, sporcare il colore bianco per immaginare l'originario colore della fibra non trattata mi sembra un inutile contorcimento mentale.
Prima viene il colore naturale, grezzo, poi con artifici i più vari ci si è ingegnati a sbiancarlo, o a tingerlo di bianco, ogni volta con esiti - e bianchi - diversi.
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