«Flashback»

Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

Moderatore: Cruscanti

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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Grazie. :) Mi rassicura: temevo che divergessimo anche su questo! :D
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Federico
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Intervento di Federico »

Marco1971 ha scritto:Retrospezione andrebbe bene, anche se ha già un’accezione in psicologia e una in filosofia. Retrolampo avrebbe il vantaggio della valenza unica
Ma retrospezione è talmente chiaro che non c'è davvero possibilità di confusione. L'unico vantaggio di retrolampo (anche rispetto a rievocazione) è che mantiene l'idea di un'immagine istantanea, che però non sempre si adatta alle analessi chiamate talvolta flash back, ma altre volte è fondamentale; come anche nel caso di déjà vu.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Infatti, nella frase riportata piú sopra non andrebbe bene neanche retrospezione («ho avuto una retrospezione della mia infanzia»?). Si può dire, come suggerisce Freelancer, «m’è tornata in mente la mia infanzia», che però non evoca con altrettanta efficacia il carattere repentino e intenso del retrolampo.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Freelancer »

Non bisogna mai dimenticare che quasi sempre esiste un contesto, che permette di completare l'informazione ricevuta; è così che funziona la comunicazione. A meno di non essere Marcel Proust, nessuno che dica di avere ricordato un episodio della sua infanzia guardando la televisione, vorrebbe dire di averlo fatto con un lento e faticoso recupero dei ricordi; oppure si direbbe: ...in un lampo mi è tornato in mente un episodio della mia infanzia... o frase simile.
Lei non avverte l'artificiosità di un parlare in cui si dica ...ho avuto un retrolampo, quando il concetto si può esprimere in modo diverso e genuinamente italiano anziché ricalcando la struttura inglese?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Per me, caro Roberto, non v’è in ciò artificiosità (forse perché come poeta non mi spaventa la novità di vocaboli ben costrutti). Tuttavia son d’accordo con lei: va benissimo, in questo caso, «in un lampo m’è tornata in mente la mia infanzia». Il problema è che a chi usa flashback in questo senso sembrerebbe artificiosa – o letteraria –, forse, questa stessa formulazione.

Non c’è nulla di male nel ricalcare certi forestierismi (come grattacielo), secondo me. O vogliamo chiudere le porte a tutt’i neologismi, e o gonfiarci fino a scoppiare di prestiti integrali, o escludere ogni novità contentandoci del lessico consolidato e facendo uso di perifrasi?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Freelancer »

Se considera perifrasi una frase così banale... Vede che anche lei soggiace alla frenesia di voler esprimere qualsiasi concetto con una parola-lampo, all'inglese, anche adoperando calchi inutili?

Guardi che grattacielo precede di circa 700 anni skyscraper. Vedi la voce corrispondente in Profili di parole, di Bruno Migliorini.
:wink:
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Freelancer ha scritto:Se considera perifrasi una frase così banale... Vede che anche lei soggiace alla frenesia di voler esprimere qualsiasi concetto con una parola-lampo, all'inglese, anche adoperando calchi inutili?
In questo caso non è inutile, altrimenti non si userebbe flashback, appunto.
Freelancer ha scritto:Guardi che grattacielo precede di circa 700 anni skyscraper. Vedi la voce corrispondente in Profili di parole, di Bruno Migliorini.
:wink:
No, il GRADIT dice che grattacielo è del 1908 e skyscraper del 1891.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:
Freelancer ha scritto:Guardi che grattacielo precede di circa 700 anni skyscraper. Vedi la voce corrispondente in Profili di parole, di Bruno Migliorini.
:wink:
No, il GRADIT dice che grattacielo è del 1908 e skyscraper del 1891.
Lei ha più fiducia nel Gradit o in Bruno Migliorini, che ricorreva sempre a spogli originali?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Freelancer ha scritto:Lei ha più fiducia nel Gradit o in Bruno Migliorini, che ricorreva sempre a spogli originali?
Bruno Migliorini ha scritto:Dopo i francesismi, il contingente più numeroso di forestierismi penetrati in italiano in questo periodo è quello degli anglicismi. Sono termini di politica (meeting), di economia [...]; sono voci riferite alla città (sky-scraper, tradotto in grattacielo)... (Storia della lingua italiana, Firenze, Sansoni, 1988, vol. II, p. 663)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
methao_donor
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Intervento di methao_donor »

Ma cosa sarebbe stato a designare "grattacielo" nel 1300? oO
Non mi è molto chiara la cosa...
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Intervento di Freelancer »

Ecco qua, dato che Marco è come San Tommaso.
:wink:
In [i]Profili di parole [/i]Bruno Migliorini ha scritto:Nomina ante res intitolò alcuni anni fa un linguista tedesco un suo saggio sulle parole che esistevano già prima degli oggetti che poi passarono a designare abitualmente.[...]
Un'altra parola è grattacielo, adoperato in Italia molti secoli prima degl'immensi buildings americani. I quali, com'è noto, si cominciarono a costruire verso il 1883-1884, e solo qualche anno dopo (verso il 1891) ricevettero il nome scherzoso di sky-scraper, presto tradotto in tutte le lingue europee, come grattacieli o come grattanuvole (tedesco Wolkenkratzer). Il vocabolo entrò rapidamente nell'uso non solo come voce scherzosa, ma anche come termine architettonico obiettivo.
L'immagine era ovvia, ed era stata applicata in inglese, prima che agli altissimi palazzi, a persone o cose che eccedessero l'altezza consueta, per esempio ai biciclisti arrampicati su quei vecchi congegni con la ruota grande.
Tanto era evidente l'immagine scherzosa, che non ci meraviglieremo di trovarla molti secoli prima. Fra i testimoni di un atto vergato a Rosia, in quel di Siena, nel 1135, troviamo un Grattacielo; fra gli assessori del podestà di Firenze nel 1252 c'era un dominus Iacobus Grattacielo. Saranno stati omaccioni alti un paio di metri? Forse. Ma è più probabile che l'origine del soprannome sia diversa: che non si tratti di altezza fisica, ma di altezzosità. Sembra confermarlo un passo della Giostra delle virtù e dei vizi, poemetto allegorico marchigiano della fine del Duecento, in cui è descritta

l'arrogante Superbia
ke li nuvoli gracta...

Le vie della fantasia e quelle della lingua sono molte; ma non tante che qualche volta non si tornino a battere, magari a distanza di secoli.

(1945)
Ultima modifica di Freelancer in data sab, 17 feb 2018 7:01, modificato 1 volta in totale.
methao_donor
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Intervento di methao_donor »

Caro Roberto, la ringrazio per aver riportato tale brano, che m'ha assai incuriosito e destato l'immaginazione. :D

Tuttavia, mi sembra che c'entri pochino in questo caso. :shock:
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Tutto questo, in qualche modo, porta acqua al mio mulino. Ma che esistesse un grattacielo con significato diverso non inficia l’affermazione posteriore dello stesso Migliorini nella sua Storia (ricopiata sopra). E questo è un caso singolo, avrei potuto citare, come calco, anche parafulmine, e mille altri.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
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Intervento di Freelancer »

Serve solo a far vedere che grattacielo non è un calco vero e proprio, esisteva già nel nostro patrimonio linguistico ed è stato semplicemente ripreso, sia pure incosciamente, quando è servito; perché la formazione della parola rispondeva a un concetto generale, che anche noi condividiamo con altri popoli. Non così *retrolampo, a noi estraneo per esprimere il concetto che in inglese è espresso con flashback. Infatti in italiano genuino ci serviamo di altri termini o modi di dire. Tutto qui.
Ultima modifica di Freelancer in data ven, 20 apr 2007 0:24, modificato 1 volta in totale.
methao_donor
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Intervento di methao_donor »

Serve solo a far vedere che grattacielo non è un calco vero e proprio, esisteva già nel nostro patrimonio linguistico ed è stato semplicemente ripreso, sia pure incosciamente, quando è servito; perché la formazione della parola rispondeva a un concetto generale, che anche noi condividiamo con altri popoli.
Non mi sento molto d'accordo con questa affermazione.
Chi ha cominciato a usare grattacielo (nel senso moderno) secondo lei l'ha fatto perché aveva in mente il cognome di un tizio del 1252?
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