Qualche termine mancante

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Moderatore: Cruscanti

Bue
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Intervento di Bue »

Fabbe, così non parlano nemmeno al dipartimento di linguistica, glielo assicuro. Una frase del genere può andare bene se detta da una segretaria e riferita a qualche programma che elabora documenti di testo.

Non potrà mai essere né usata né compresa da chi con "software" intende non un programma ma una gigantesca architettura informatica fatta di centinaia di programmi e interfacce, e con "file" intende certe particolari collezioni di migliaia di eventi simulati di fisica delle alte energie.

La mia frase di esempio non voleva essere un'indicazione di quali parole si dovrebbero usare, era una testimonianza di quali parole si usino nella realtà quotidiana, e nella realtà si usa spesso girare come traducente di to run.
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giulia tonelli
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Intervento di giulia tonelli »

Infarinato ha scritto:A questo punto, m’interesserebbe conoscere il parere di Giulia Tonelli e Freelancer…
Ipoteticamente a me suona molto meglio autoavvio di autolancio. Nella realtà dei fatti ricorrerei a una perifrasi (tipo "il tale programma non si può far partire automaticamente", invece di "non ha la funzionalità di autoavvio").

Dall'Osservatorio sulla Vita Reale, vi porto questa chicca: "Hai saputo che siamo stati cortolistati in Morgan Stanley?" Visto che di solito si dice "siamo stati inseriti nella (o esclusi dalla) short list", lo registro come un microsuccesso. Tra l'altro, dimostra che perfino un neologismo, se coniato sul campo dagli addetti al settore, non crea difficoltà alcuna. Un addetto al settore sa, istintivamente, cosa è accettabile e cosa è ridicolo in un certo ambiente.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Mentre se cortolistare fosse stato proposto in queste stanze, tutti a sbellicarsi, e lei in prima fila. ;)

Aggiungo alcuni termini il cui equivalente è già lemmatizzato:

damper: smorzatore
dark focus: miopia notturna
domain name: nome di dominio
drummer: batterista
drums: batteria

Per dark room proporrei lo spiccio e semplice buia.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Federico
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Intervento di Federico »

giulia tonelli ha scritto:Tra l'altro, dimostra che perfino un neologismo, se coniato sul campo dagli addetti al settore, non crea difficoltà alcuna. Un addetto al settore sa, istintivamente, cosa è accettabile e cosa è ridicolo in un certo ambiente.
Sicuramente è meglio se i neologismi sono creati da chi li deve effettivamente usare e ne conosce l'ambito, tuttavia da qui a dire che un neologismo se creato dagli addetti è sicuramente giusto (per magia? per quali motivi arcani che non rendano possibile altro percorso?) mentre uno suggerito dall'esterno non può che risultare dannoso e controproducente, ne corre...
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Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:Per dark room proporrei lo spiccio e semplice buia.
Questa non l'ho capita. Sarebbe la nuova versione della camera oscura?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

La camera oscura si usa in fotografia. Guardi invece nel GRADIT la definizione di darkroom. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Freelancer
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Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:La camera oscura si usa in fotografia. Guardi invece nel GRADIT la definizione di darkroom. ;)
Ma lei non è un proponente dell'estensione del campo semantico del termine italiano corrispondente al significato originale, come ad esempio conto per account nel significato sia bancario che telematico? Allora usi lo stesso termine come fanno gli americani e la chiami camera oscura!
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Certamente, sono per l’estensione semantica in molti casi. Ma nel caso specifico, la buia mi pare piú adeguato (anche per il suo carattere gergale). Se l’immagina, lei, un dialogo di questo tipo: «O dov’eri sparito?» - «Ero in camera oscura» - «A sviluppare le foto?». In buia, invece, appare per quel che è. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Federico
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Intervento di Federico »

damper: l'Hazon in linea traduce con smorzatoio per l'ambito musicale, ma in effetti vedo che il Treccani in linea riporta solo smorzatore per questo caso, distinguendo in elettrico e meccanico: dampers è usato per entrambi?
dark focus: non si direbbe molto diffuso, ma miopia notturna è già usato, perciò nessun problema.

Quanto alle darkroom, si intende quelle di cui si parla qui? In effetti camera oscura non è altro che una definizione senza connotazioni, perciò non può essere un problema, e mantenere l'analogia con un calco può essere interessante.
Anche buia è interessante; personalmente mi ricorda gattabuia e segreta.
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Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:Certamente, sono per l’estensione semantica in molti casi. Ma nel caso specifico, la buia mi pare piú adeguato (anche per il suo carattere gergale). Se l’immagina, lei, un dialogo di questo tipo: «O dov’eri sparito?» - «Ero in camera oscura» - «A sviluppare le foto?». In buia, invece, appare per quel che è. ;)
Quindi si presta a bonarie prese in giro, il che non guasta. Altro esempio: «Sei riuscito ad aprire il conto?» - «Non ancora, la procedura è complicata» - «Ma cambia banca, che diamine!»
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

E nel suo esempio potrebbe trattarsi d’una banca dati... Ma mi garba il controesempio. Solo che, in quel senso, mi pare che nessuno direbbe camera oscura... Tutto qui.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Decimo
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Intervento di Decimo »

Compagnie aeree low cost, low fare e no frills in Italia.

Ricordo che "aeree" è parola italiana, pertanto non vada letta /'ɛəri:/! :D
Tutti d'accordo, credo, per economico e a basso costo in luogo di low cost... Degli altri due però sconosco anche il significato.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Veramente low fare significa lo stesso di low cost: fra le due locuzioni corre la stessa differenza che tra basso costo e bassa tariffa. No frills vale senza fronzoli. Che slògano del menga! :D
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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giulia tonelli
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Intervento di giulia tonelli »

Marco1971 ha scritto:Mentre se cortolistare fosse stato proposto in queste stanze, tutti a sbellicarsi, e lei in prima fila.
Esattamente come, nel caso "vendissimo" l'avessi proposto io, vorrei proprio vedere quanti l'avrebbero trovato "sublime".
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giulia tonelli
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Intervento di giulia tonelli »

Marco1971 ha scritto:Solo che, in quel senso, mi pare che nessuno direbbe camera oscura... Tutto qui.
Stupendo. Quando si tratta di termini informatici, allora le estensioni semantiche vanno benissimo, e se uno osa dire "ma nessun informatico direbbe mai cosi'!" si viene subissati di sprezzanti commenti, di non tanto velati insulti di codardia, di essere reazionari, assurdi e incapaci di cogliere le meravigliose rivoluzionarie opportunita' che la lingua offre, pecoroni che non siamo altro. Ma quando si tratta di un termine che uno CONOSCE, un termine di cui sa le sfumature, un termine che sa come si usa, allora si rende conto perfettamente che l'estensione semantica e' impossibile. Un applauso.
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