«Fast(-)food»

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Ferdinand Bardamu
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Re: «Fast(-)food»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Canape lasco ctonio ha scritto: gio, 02 set 2021 13:18Per Lei, come per la maggioranza dei dizionari − va detto −, espresso concerne solo la vicinanza temporale tra comanda e consegna del cibo.
Per me espresso riguarda non tanto la vicinanza temporale tra comanda e servizio del piatto, ma la preparazione del piatto stesso, che non consta principalmente d’ingredienti precotti, ed è fatto appositamente per il cliente che lo chiede. Un risotto precotto, «ravvivato» e servito al cliente non è espresso, né è espressa una pizza surgelata e riscaldata al forno.

In Rete ho trovato qualche esempio di questa contrapposizione fra preparato al momento e precotto o surgelato (grassetti miei):

cibo molto buono fatto espresso non congelato (FONTE)

Ti consiglio vivamente questa location prosecco speciale cucina casalinga con pasta fatta in casa e tutto cibo espresso non surgelato (FONTE)

Il fritto di pesce era sicuramente riscaldato non espresso e malamente cotto. (FONTE)

Cibo riscaldato non espresso. (FONTE)
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Carnby
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Re: «Fast(-)food»

Intervento di Carnby »

Infarinato ha scritto: gio, 02 set 2021 12:10 in Toscana lesto è una parola comunissima
Confermo; oggi però è stato ampiamente sostituito dalla parola meno toscana svelto; quindi cibosvelto avrebbe forse più possibilità d’imporsi.
valerio_vanni
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Re: «Fast(-)food»

Intervento di valerio_vanni »

Non mi sembra male cibolesto. La minor diffusione non è detto che sia così problematica, fintanto che il termine si capisce. Potrebbe soddisfare il desiderio di "ricercatezza" di chi usa il termine inglese perché ritiene troppo banale la locuzione "cibo svelto".

Quindi quello che mi chiedo è: fuori dalla Toscana si capisce?
Ligure
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Re: «Fast(-)food»

Intervento di Ligure »

Ho apprezzato il senso della domanda. Mi permetto di fornire solo uno spunto, non necessariamente generalizzabile "in toto", anche se in molte zone dell'Italia settentrionale vale quanto riferisco.

A Genova (e anche in Liguria) - a parte l'attrazione irresistibile per tutto ciò che è straniero e, quindi, necessariamente "di classe", forma di fascinazione che non consente di poter riscontrare alcun tipo di differenza rispetto ad altre zone d'Italia, i locutori avrebbero difficoltà (in primis) di accettazione, ma anche - ed effettivamente - di buona comprensione.

Forse, i soliti criticoni potrebbero anche giungere a sostenere che vi si parli un italiano un po' "scheletrico", ma non è totalmente a caso che tutto ciò è storicamente avvenuto.

Come ho scritto molte volte, riferendo oggettivamente del "monumentale" processo" d'italianizzazione operato "in loco" dalla scuola, anche in questo caso va fatto riferimento a questo importante evento storico che ha contribuito in modo fondamentale (e, globalmente, con indiscusso successo) a "modellare" l'italiano locale e la sensibilità linguistica dei suoi locutori.

L'equivalente locale di "lesto" - in realtà, al masch., caratterizzato da "-u" finale - era l'unico termine che la parlata tradizionale (dialetto) conosceva e usava per "agile", ma anche per "rapido", voci che non venivano impiegate dai dialettofoni meno scolarizzati neppure parlando "in italiano".

La reazione della scuola non fu molto accomodante e - allo scopo di dotare i locali di un vocabolario ampio e variato, che includesse opportunamente, a seconda delle esigenze semantiche, voci quali "veloce", "agile", "rapido" ecc. (tutte estranee al dialetto verace) - intervenne chirurgicamente "demonizzando" e "proscrivendo" il povero agg. "lesto". Il quale, bandito dalla scuola e deprivato di qualsiasi dignità, non poté che essere ritenuto dai "discenti" e, in seguito, più in generale, da tutti i locutori quale "voce bassa", che - in quanto tale - contribuiva ad "abbassare" la considerazione sociale di chi avesse osato avvalersene.

Di fatto "lesto" - come molte altre voci, per altro perfettamente corrette - scomparve dall'uso e, a poco a poco, tranne in persone molto anziane e, ormai, ai margini della vita sociale, scomparve anche la conoscenza del loro significato, non essendo più adoperate.

La scuola, se pure con mezzi talora definibili come "un po' spicci", ma che sembra la situazione linguistica davvero richiedesse, ha vinto ampiamente la sua battaglia. L'italianizzazione è, ormai, totale, robusta, pervasiva.

Probabilmente sarebbe abbastanza improbabile che, in un contesto quale quello delineato, il generico locutore, per altro visceralmente "attaccato" a tutto ciò che è - non solo linguisticamente - "straniero", potesse avvertire il bisogno di "onorare" in "lesto", parola che non adopera mai e che non conosce, in quanto è stata "abolita" dalla scuola prima che dall'uso, una delle non poche "vittime" - forse, inevitabili - dell'epoca dell'italianizzazione scolastica.

La quale ha rappresentato un periodo storico che il parlante medio - per motivi anagrafici - non può aver vissuto direttamente, dando, quindi, per totalmente scontato il contesto linguistico locale in cui si trova (in merito al quale non si pone alcun tipo di problemi, men che meno relativamente alle modalità e all'epoca della sua effettiva "costituzione"). Quest'ambito di comunicazione sociale esclude tassativamente dal lessico tanto "lesto" quanto, ad es., "desco" esattamente come non consente espressioni quali "la mia mamma" o "la mia sorella" (tuttora fieramente "ostracizzate" dall'istruzione pubblica di qualsiasi ordine e grado nel caso in cui qualche malcapitato osasse proporle - anche solo verbalmente - dotate dell'articolo determinativo).
Ultima modifica di Ligure in data dom, 05 set 2021 13:33, modificato 2 volte in totale.
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marcocurreli
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Re: «Fast(-)food»

Intervento di marcocurreli »

L'unica equivalenza che mi è capitato di vedere nelle insegne dei locali è "pasti veloci".
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domna charola
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Re: «Fast(-)food»

Intervento di domna charola »

Marco1971 ha scritto: dom, 27 mag 2007 3:24 In italiano non c’è che l’imbarazzo della scelta (volendo!): cibo rapido, pasto veloce, prontomangiare, piattopronto, ecc.
Personalmente, mi viene da tornare a una delle proposte fatte all'inizio da Marco1971, e cioè piattopronto, o qualcosa del genere, perché il termine in discussione, anche se tradotto alla lettera significa "cibo veloce", nella pratica fa riferimento precipuamente a alimenti di produzione industriale o comunque di catena, sia pur piccola o locale, piuttosto standardizzati, e che vengono rianimati al momento. In questo senso, può addirittura assumere un vago senso dispregiativo, in contrapposizione al cibo espresso di cui sopra, che viene preparato appositamente su richiesta del consumatore, e che quindi connota un livello di ristorazione più elevato.

Così può essere fast-food la pizza surgelata cotta e poi infilata in microonde, in catene di di cui evito i nomi e la pubblicità ma che tutti abbiamo presenti, mentre la stessa pizza fatta da un pizzaiolo serio rientra nel cibo espresso, anche se la consumassi velocemente e anche se a spianarla, condirla e cuocerla nel forno passano al massimo 5 minuti o giù di lì.

D'altra parte, non è l'unico piatto che in un buon ristorante puoi ottenere in breve tempo perché breve è il tempo della sua preparazione, a volte addirittura più breve della coda in un DiDonaldo, anche se quest'ultimo è classificato come fast-food...
Utente cancellato 676

Re: «Fast(-)food»

Intervento di Utente cancellato 676 »

Ferdinand Bardamu ha scritto: gio, 02 set 2021 13:40
Canape lasco ctonio ha scritto: gio, 02 set 2021 13:18Per Lei, come per la maggioranza dei dizionari − va detto −, espresso concerne solo la vicinanza temporale tra comanda e consegna del cibo.
Per me espresso riguarda non tanto la vicinanza temporale tra comanda e servizio del piatto, ma la preparazione del piatto stesso, che non consta principalmente d’ingredienti precotti, ed è fatto appositamente per il cliente che lo chiede. Un risotto precotto, «ravvivato» e servito al cliente non è espresso, né è espressa una pizza surgelata e riscaldata al forno.
Allora sono io a non seguirLa, perché da questa ulteriore risposta sembra pensarla come me su «espresso».
Utente cancellato 676

Re: «Fast(-)food»

Intervento di Utente cancellato 676 »

domna charola ha scritto: lun, 13 set 2021 16:08
Marco1971 ha scritto: dom, 27 mag 2007 3:24 In italiano non c’è che l’imbarazzo della scelta (volendo!): cibo rapido, pasto veloce, prontomangiare, piattopronto, ecc.
Personalmente, mi viene da tornare a una delle proposte fatte all'inizio da Marco1971, e cioè piattopronto, o qualcosa del genere, perché il termine in discussione, anche se tradotto alla lettera significa "cibo veloce", nella pratica fa riferimento precipuamente a alimenti di produzione industriale o comunque di catena, sia pur piccola o locale, piuttosto standardizzati, e che vengono rianimati al momento. In questo senso, può addirittura assumere un vago senso dispregiativo, in contrapposizione al cibo espresso di cui sopra, che viene preparato appositamente su richiesta del consumatore, e che quindi connota un livello di ristorazione più elevato.
I panini preparati dalle ben note catene nordamericane non dovrebbero avere elementi precotti (la carne trita, le patatine, la pancetta non mi risulta lo siano).
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Ferdinand Bardamu
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Re: «Fast(-)food»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Canape lasco ctonio ha scritto: ven, 17 set 2021 10:38
Ferdinand Bardamu ha scritto: gio, 02 set 2021 13:40Per me espresso riguarda non tanto la vicinanza temporale tra comanda e servizio del piatto, ma la preparazione del piatto stesso, che non consta principalmente d’ingredienti precotti, ed è fatto appositamente per il cliente che lo chiede. Un risotto precotto, «ravvivato» e servito al cliente non è espresso, né è espressa una pizza surgelata e riscaldata al forno.
Allora sono io a non seguirLa, perché da questa ulteriore risposta sembra pensarla come me su «espresso».
Ma lei considera cibo espresso una buona traduzione di fast food? Stante la definizione di espresso, per me è una traduzione inadeguata.
Utente cancellato 676

Re: «Fast(-)food»

Intervento di Utente cancellato 676 »

No, non la considero preferibile in ragione proprio dell’ambiguità di espresso.
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
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Re: «Fast(-)food»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Ah ecco, allora ho frainteso io: la pensiamo allo stesso modo. Grazie.
domna charola
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Re: «Fast(-)food»

Intervento di domna charola »

Canape lasco ctonio ha scritto: ven, 17 set 2021 10:40 I panini preparati dalle ben note catene nordamericane non dovrebbero avere elementi precotti (la carne trita, le patatine, la pancetta non mi risulta lo siano).
La svizzera, il pesce panato e il pollo panato e le patatine sono surgelati, quindi tecnicamente già semipronti. E il menù è standardizzato e non modificabile a scala nazionale. Poi ci sono le sfumature, perché magari piccole catene hanno più elasticità, allora non si sa come classificarle, ma concettualmetne siamo da quelle parti.
Daphnókomos
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Iscritto in data: sab, 08 giu 2019 14:26
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Re: «Fast(-)food»

Intervento di Daphnókomos »

Nei dizionari italiani:
ristorazione rapida/veloce (Devoto-Oli, De Mauro, Battaglia)
mordi e fuggi (De Mauro)

Nei dizionari bilingui:
pasto rapido (Garzanti)
cibo rapido/pronto/svelto (Picchi)
cibo veloce (Sansoni)
Luke Atreides
Interventi: 412
Iscritto in data: gio, 16 dic 2021 23:26

Re: «Fast(-)food»

Intervento di Luke Atreides »

Io suggerisco questa denominazione "ristorante mangia e fuggi".
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marcocurreli
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Re: «Fast(-)food»

Intervento di marcocurreli »

Vado, lo mangio e torno
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