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Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

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methao_donor
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Intervento di methao_donor »

Marco1971 ha scritto:
methao_donor ha scritto:Certo che no ma, non potendo sovvertire di colpo la tendenza, a una certa passività ci siam costretti.
Per quanto mi riguarda, quel che è in mio potere lo faccio.
Ovvero, cerco di immunizzarmi dal "morbus anglicus" da un lato e sensibilizzare alla questione chi mi può ascoltare dall'altro.
Naturalmente, avessi maggiore visibilità/influenza sarebbe più semplice. Purtroppo non le ho.
Sono contento. È già molto quel che fa. :)

Per Roberto:

Naturalmente nelle chiacchiere quotidiane ci sono relativamente pochi anglicismi. Ma la lingua scientifica ne abbonda; in questo senso parlavo di relegazione tra i vernacoli.
Vero, ma quello che più mi turba è onestamente il problema contrario.
Voglio dire che nel linguaggio tecnico l'anglicismo non è eccessivamente problematico. Scrivo questo perché stavo giusto appunto programmando, e qui capita di usare sovente funzioni i cui nomi sono rigorosamente in inglese. Ma penso anche alle sigle, vedasi DNA. Qui ci sarebbero alcune cose da dire, ma si sopporta. (Più che altro, non dovrebbero essere estese a quei "concetti" tecnologici di diffusione universale, ma questo è un altro discorso).
Più sintomatico è l'uso dei termini inglesi nella conversazione comune. Per fortuna son pochi, ma tra i giovani vi è chi li adopera. Non sono poi così rari. Io non ho gli elementi per dire se questo costituisca un serio attacco all'integrità della nostra lingua. Credo che solo il tempo potrà dircelo.
Semplicemente trovo la cosa assolutamente di cattivissimo gusto (oltre che, per molti versi, immorale).
Il vero problema è quando i forestierismo sono del tutto gratuiti e inutili.
Nel caso della programmazione, per tornare a quanto sopra, ovviamente non avrebbe senso mettersi a tradurre i nomi delle funzioni.
Nelle chiacchiere quotidiane, invece, nel sentirmi dire "mi sento well" (e ribadisco che l'ho sentito; certo, si tratta di adolescenti che magari cresceranno e impareranno un po' di rispetto; ma l'ho sentito), ebbene in queste circostanze io non mi sento per niente... well.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Ovviamente nel linguaggio della programmazione (che è un linguaggio artificiale fuori della realtà comunicativa) non si traduce: è un codice e basta. Nella lingua vera e propria, invece, si dovrebbe tradurre, e anche certe sigle, come quella da lei menzionata (che in francese è ADN, come AIDS è SIDA).

P.S. Le ho scritto un messaggio privato, che forse non ha visto (cancellerò questo poscritto al momento opportuno).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
methao_donor
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Intervento di methao_donor »

Non sapevo che in francese fossero tradotte pure le sigle.
Comunque, effettivamente non ho visto il suo messaggio privato. Purtroppo difatti non mi è proprio arrivato. :shock:
Non rilevo nuovi messaggi nella mia cartella. :shock:
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