«-ware» e «-ario»

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Marco1971
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«-ware» e «-ario»

Intervento di Marco1971 »

Oltre a una certa assonanza, questi due suffissi (ormai considero -ware un suffisso) condividono lo stesso concetto di collettività (silverware = argenteria, ecc.). L’avevo già proposto tempo fa, e lo ripropongo in forma piú sistematica: -ario (in francese da logiciel hanno tratto -iciel) potrebbe fornire all’italiano un valido corrispettivo dell’inglese -ware. È ovvio che vi soneranno strane le proposte che sto per fare (come tutte le parole nuove), né le considero come le uniche soluzioni possibili: forse ne avrete di migliori.

bloatware (fatware): enfiario, inflario
bridgeware: convertario
careware (charityware): beneficenzario
dribbleware: aggiustario
firmware: basario
freeware: gratuitario
groupware: collaborario
hardware: strumentario, macchinario
intraware: intranettario
malware: malevolario, malignario
middleware: mediario
shareware: condivisario, provario
shovelware: colmario, rabboccario
software: programmario (a piece of software: un programma)
spyware: spiario
vaporware: fantasmario
wankware: pornario
wetware: ?

Ne ho sicuramente dimenticati molti (crescono come i funghi). :D

Approfitto dell’occasione per segnalare questa pagina, che elenca tutta una serie di dizionari e glossari d’informatica. Particolarmente ricco questo qui.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Decimo
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Re: «-ware» e «-ario»

Intervento di Decimo »

Ahimè... sono rimasto un po' deluso: mi aspettavo trovate piú geniali. :D
In passato condividevo appieno la sua idea, caro Marco, di sviluppare un equivalente italiano al suffisso -ware, e ammetto che -ario mi aveva molto affascinato.

Tuttavia, ricollegandomi a un principio esposto da Giulia Tonelli (non ricordo la metafora sulla lingua italiana), sono indotto a credere che, a causa dell'orribile onomaturgia anglosassone che tecnicizza quanto di piú volgare offra la lingua inglese, non sia il caso di dar vita a neologismi che calchino anche il carattere popolare (e spesso assurdo) del termine: riesco pertanto ad accettare solo spiario, programmario e sturmentario.
Marco, chiaramente a conoscenza di questo disagio, dà grande prova di abilità nell'arte del neologismo... e nonostante il mio disagio nell'accogliere vocaboli come aggiustario, collaborario e fantasmario non sono in grado di proporre alcunché di migliore.
Ciò di cui posso andar sicuro è che -ario è una soluzione sterile... poiché il concetto di collettività espresso induce automaticamente a repulsione se proposto quale indicatore di unità. Problema analogo a quando si boccia archivio per file.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

E il tempo d’incubazione, caro Decimo?

Vorrei anche far presente che -ario è, in italiano, un suffisso produttivo, che non indica soltanto la collettività ma anche l’agente (che si riallaccia a sostantivi derivati dal latino), come avversario, bibliotecario, falsario, ecc.; in fondo, con una lieve trasposizione, questi programmi sono degli agenti, che compiono azioni...

Ciò detto, comprendo perfettamente le reticenze. Ma allora, a parte polirematiche come programma spia, ecc., che per la loro lunghezza non iscalzeranno gli anglicismi, dobbiamo tenerci questi termini tali e quali?

In un articolo di Insolera (mi pare che fosse) riportato in queste pagine si diceva che bisogna «svecchiare» l’italiano, introducendovi nuovi costrutti, e via discorrendo, per rivaleggiare con l’inglese. Secondo me, si può fare. Basta volere.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Decimo
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Intervento di Decimo »

Marco1971 ha scritto:Vorrei anche far presente che -ario è, in italiano, un suffisso produttivo, che non indica soltanto la collettività ma anche l’agente (che si riallaccia a sostantivi derivati dal latino), come avversario, bibliotecario, falsario, ecc.; in fondo, con una lieve trasposizione, questi programmi sono degli agenti, che compiono azioni...
Chiedo scusa per il grave errore di valutazione. :)
Ozioso
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Intervento di Ozioso »

A me sta bene -ario per -ware, soprattutto in base alla definizione che ne da il Treccani in linea.
Non pigra quies.
Utente cancellato 676

Re: «-ware» e «-ario»

Intervento di Utente cancellato 676 »

Marco1971 ha scritto: ven, 29 giu 2007 19:04 Oltre a una certa assonanza, questi due suffissi (ormai considero -ware un suffisso) condividono lo stesso concetto di collettività (silverware = argenteria, ecc.). L’avevo già proposto tempo fa, e lo ripropongo in forma piú sistematica: -ario (in francese da logiciel hanno tratto -iciel) potrebbe fornire all’italiano un valido corrispettivo dell’inglese -ware. È ovvio che vi soneranno strane le proposte che sto per fare (come tutte le parole nuove), né le considero come le uniche soluzioni possibili: forse ne avrete di migliori.

bloatware (fatware): enfiario, inflario
bridgeware: convertario
careware (charityware): beneficenzario
dribbleware: aggiustario
firmware: basario
freeware: gratuitario
groupware: collaborario
hardware: strumentario, macchinario
intraware: intranettario
malware: malevolario, malignario
middleware: mediario
shareware: condivisario, provario
shovelware: colmario, rabboccario
software: programmario (a piece of software: un programma)
spyware: spiario
vaporware: fantasmario
wankware: pornario
wetware: ?
Altrove ha proposto malignario per malware, ma concordo nel preferire malevolario.
Ne ho sicuramente dimenticati molti (crescono come i funghi). :D
Ad esempio l'attualissimo (da almeno un paio di anni anche in Italia) ransomware. Ossia un codice criptatore con cui richiedere un riscatto per il decriptaggio.

Nella lista traducenti malware alla fine è stato reso con codice maligno. Codice malevolo è altrettanto attestato nei siti che trattano di sicurezza informatica. Non pensate sia il caso di aggiungerlo?
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