«Suzerain» e «suzeraineté»

Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

Moderatore: Cruscanti

Intervieni
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

«Suzerain» e «suzeraineté»

Intervento di Marco1971 »

Non capisco la necessità di questi due termini (presenti nel GRADIT e nel Treccani in linea): il suzerain era il signore feudale, il feudatario (e suzeraineté la signoria, la dignità di feudatario [da cui si potrebbe ricavare feudatariato]). E se i termini italiani non bastano, sarebbe possibile adattare i francesismi in susorano e susoranità.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Carnby
Interventi: 5246
Iscritto in data: ven, 25 nov 2005 18:53
Località: Empolese-Valdelsa

Intervento di Carnby »

Mi ci sono imbattuto in questi giorni. Feudatariato mi pare una buona soluzione. I dizionari bilingui traducono con sovranità, che però è ambiguo.
Avatara utente
Scilens
Interventi: 1097
Iscritto in data: dom, 28 ott 2012 15:31

Intervento di Scilens »

Mi sembra appropriato anche Signoria.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
domna charola
Interventi: 1624
Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09

Intervento di domna charola »

La Signoria, storicamente parlando, indica una cosa ancora diversa. Inoltre, se parlo di signoria, in genere addirittura specifico che tipo di signoria, perché da solo il termine è molto vago e con un significato insufficiente.
Propendo per l'adattamento proposto all'inizio, susorano o altro simile, in quanto il termine - molto tecnico - indica un ben preciso tipo di rapporto all'interno dei legami vassallatici.
Così anche la susoranità, che non è assolutamente coincidente con la sovranità - secondo alcuni autori può esere alla sua origine - nè tantomeno con l'essere feudatario, che anzi, il feudatario ha in feudo il beneficio, cioè in concessione, mentre il susorano sarebbe quello che a monte concede il beneficio. Cioè, la susoranità è l'essere all'apice della catena delle concessioni beneficiarie (non necessariamente feudali), non il beneficiarne.
Insomma, i termini tecnici esistono perché in ambito tecnico conta molto poter esprimer eunivocamente le sfumature.
In questo caso, l'unica via d'uscita produttiva è l'adattamento o la creazione di un nuovo termine, che non si confonda con altri già esistenti e aventi significato proprio.
Avatara utente
Carnby
Interventi: 5246
Iscritto in data: ven, 25 nov 2005 18:53
Località: Empolese-Valdelsa

Re: «Suzerain» e «suzeraineté»

Intervento di Carnby »

Non è attestato nessun traducente nella letteratura italiana specialistica?
Ligure
Interventi: 402
Iscritto in data: lun, 31 ago 2015 13:18

Re: «Suzerain» e «suzeraineté»

Intervento di Ligure »

La definizione di Marc Bloch, uno dei più famosi storici di questi argomenti, la quale viene tuttora riproposta agli studenti francesi, riportata nei vari testi, nelle dispense e nei "famosi", almeno in Francia, "que sais-je" e che ho potuto ascoltare nelle lezioni quando studiavo a Parigi è, in estrema sintesi, la seguente:

Le régime féodal est fondé sur le contrat de fief unissant deux hommes (le bailleur, dit suzerain, est toujours un noble), contrat qui entraîne entre seigneurs suzerains et vassaux des obligations réciproques, en vertu de l'adage: “Tu me gardes, je te sers”...

Il "bailleur", cioè il concedente, "deve" essere nobile, il vassallo non necessariamente. Egli è "suzerain" in quanto "seigneur" di ciò che concede, nell'ambito del "bail", e in virtù della disparità di condizione tra i due che gli consente di "attivare" il "bail" e, appunto, di concedere al vassallo da lui stesso designato, il quale gli deve, pertanto, oltre al resto pattuibile, in primis la propria personale "loyauté" – corrispondente al concetto reso dall'espressione "je te sers" – che deve essere formalmente attestata in una manifestazione/cerimonia di "giuramento".

La rottura del quale implica il gravissimo crimine di "fellonia" e le pene relative.

Il sito Treccani risulta molto sintetico, ma assolutamente in linea con la dottrina storica riferita:

https://www.treccani.it/vocabolario/suzerain/

https://www.treccani.it/vocabolario/suzerainete

https://www.treccani.it/enciclopedia/suzerainete

P.S.: Nel diritto medievale italiano scritto in latino ci si avvaleva del termine "superiorem". Un solo esempio. Genova, formalmente città di diritto imperiale, dal quale ambiva affrancarsi, scriveva ufficialmente "res publica superiorem non recognoscens". Un assurdo per il diritto dell'epoca e, quasi, una dichiarazione autentica di fellonia. Ma, evidentemente, poteva permetterselo. Grazie ai quattrini e alla lontananza "fisica" dell'imperatore... Quel "superiorem" sta esattamente per "suzerain". Anche etimologicamente.

Anche gli storici italiani – se pure l'estrema limpidezza della trattazione di Marc Bloch risulta difficilmente raggiungibile – hanno sempre trattato (nel contesto dello stesso identico concetto) di "superiorità". Talora anche di "supremazia", che rimanda sempre a chi dei due personaggi coinvolti abbia il diritto di poter "innescare" il "bail":

https://it.wikipedia.org/wiki/Omaggio_feudale

E' ovvio che si tratti di un rapporto tra "superiore" e "inferiore", ma il francese usa i termini - foneticamente tra loro non lontani per quanto semanticamente opposti - di "suzerain" e "sujet". L'italiano, nell'uso più diffuso, risponde a quest'ultimo con "suddito", riservando a "soggetto" altre accezioni. Non v'era, d'altronde, alcuna possibile "suzeraineté" senza una corrispondente "sujétion". Ça va sans dire, messeigneurs :wink:

P.P.S.: Mentre il "souverain" stava al vertice della piramide costituita dai "suzerains". Nelle parole degli storici "c'était le suzerain des suzerains", dal momento che in tutto il territorio vigeva il concetto espresso dall'adagio "nulle terre sans seigneur". Detto ancora altrimenti: un feudatario che avesse esercitato direttamente in proprio il potere sul suo feudo ne era certamente "seigneur" - ed era, a sua volta, "vassallo" del "suzerain" che glielo aveva concesso tramite investitura -, ma non era "suzerain" nei confronti di nessuno in quanto il termine "suzerain" possiede un significato relazionale (ovviamente asimmetrico). Ogni "suzerain" era, inevitabilmente, "seigneur" di "qualcosa"- su cui poteva esercitare la "suzeraineté" -, ma non tutti i "seigneurs" (se non "concedevano" tramite "baux" adeguati parte dei loro diritti a qualcun altro) erano necessariamente "suzerains". Potenzialmente, per altro, rimanevano tutti certamente tali.
Avatara utente
Lorenzo Federici
Interventi: 766
Iscritto in data: sab, 27 ago 2022 16:50
Località: Frosinone

Re: «Suzerain» e «suzeraineté»

Intervento di Lorenzo Federici »

Oltre a susorano, come adattamento proporrei susrano (/zr/ esiste in srotolare) e sursano, per analogia con sovrano che ha tre sillabe. Surs-, volendo, può essere anche un rimando a sur (cioè su prima di una vocale) e al latino sūrsum (da cui suso).
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 12 ospiti