«Lo stàndaro, gli stàndari»

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Federico
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Intervento di Federico »

methao_donor ha scritto:Se io scrivessi: "le auguro una buona goirnata" (o giù di li), dubito che lei avrebbe difficoltà a capirmi. Cionnondimeno, non percepirebbe come italiano e corretto il termine "goirnata".
L'ipotesi è che leggendo di fretta (quando non ci si sofferma su ogni lettera, ma solo sulla forma delle parole, quasi) non si percepisca come errore (o comunque stranezza) standaro.
Il problema è che leggendo in fretta non ci si accorge anche di altri refusi innegabilmente tali.
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Marco1971
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Re: «Lo stàndaro, gli stàndari»

Intervento di Marco1971 »

Riporto alla luce questo filone per ricordare che, accanto all’adattamento possibile ma ai piú inviso stàndaro, ci sono altre possibilità per evitare la parola inglese standard, di conformazione fonetica anitaliana:
  1. ricorrere a italiano normale o a norma italiana (di castellaniana memoria) o a italiano tipo;
  2. usare italiano senz’aggettivi, espressione del linguista Piero Fiorelli, siglabile in ISA. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Lorenzo Federici
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Re: «Lo stàndaro, gli stàndari»

Intervento di Lorenzo Federici »

Una cosa che nessuno ha proposto e che m'azzardo a proporre io è quella di rendere stendardo (dalla stessa radice) un aggettivo, replicando lo stesso processo avvenuto in inglese, piuttosto che adattare standard. Si avrebbero quindi l'italiano stendardo, la lingua stendarda, lo stendardo nel settore e simili.

Stendardo è un termine non troppo comune con un significato specifico e viene proprio dalla parola franca da cui viene, probabilmente, anche standard in inglese. Risemantizzarlo non creerebbe problemi e s'avrebbe, suppongo, la metafora che percepisco nel termine inglese dello stendardo come punto di riferimento.

Stàndaro non riesco a non sentirlo come estraneo, standàro mi sembra molto più italiano. L'altra alternativa a cui avevo pensato era stànte, per mantenere l'accento sulla prima sillaba e anche per richiamare l'etimo (non certo) dal verbo to stand, che ha la stessa radice del nostro stare. Dubito, però, che possa funzionare, vista la somiglianza di significato tra standard («nella norma») e stante («che sta», «in corso»): una cosa che sta non è molto lontana dall'essere una cosa che deve stare così, che non cambia perché va bene così, quindi uno dei due significati scalzerebbe l'altro.
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Carnby
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Re: «Lo stàndaro, gli stàndari»

Intervento di Carnby »

L’avevo già scritto, ma mi ripeto: esiste anche standarta, nel linguaggio fotografico.
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