PS: queste forme "errate" noto, ahimè, sono registrate da molti vocabolari come varianti.

Moderatore: Cruscanti
Scrive Luciano Satta in Come si dice, riguardo a Irruente:Marco1971 ha scritto:Consiglierei anch’io di attenersi alla forma regolare irruente e di evitare irruento, forma che non sembra essere stata nell’uso prima del Novecento (ne ho trovato un esempio in Pirandello, in Pavese e in altri autori novecenteschi) e che il Devoto-Oli, come altri dizionari, considera «variante meno corretta».
Quindi un prescrittivista dirà che irruento è senz'altro da criticare e magari da correggere, mentre un descrittivista dirà che se tanti lo usano, è ammissibile.Si ricordi che questa è la grafia corretta, anche se spesso si legge (Dessì, Montanelli) irruento per analogia con violento.
Certamente. Ma sarebbe sufficiente che a un lettore che chieda un commento in merito alla Crusca per voi si risponda che sarebbe pedantesco opporsi alla diffusione di irruento per analogia con violento, ed ecco che tanti si sentirebbero autorizzati a non fare caso alla distinzione.Marco1971 ha scritto:Ma in questo caso direi che bisogna avversare il diffondersi di irruento, che nulla reca alla lingua se non confusione e inutile sovrabbondanza formale.
Penso che lei abbia ragione. Ad esempio, nella Garzantina Italiano, Luca Serianni scrive a proposito di reboante / roboante:Marco1971 ha scritto:Non penso però che gli Accademici, in questo specifico caso, consiglierebbero questa forma, che si fonda s’un’analogia anche discutibile (io parlerei piuttosto d’incuria, francamente). Ma ovviamente bisogna accertare la sua diffusione nell’uso cólto.
La "battaglia" è quindi affidata ai giornalisti e a chiunque altro abbia influenza in questo senso; lo stesso penso accadrà per irruente / irruento. E penso di conoscere già il vincitore, anche se ci vorrà un po' di tempo.la forma corretta è la prima, antico participio del latino REBOARE 'rimbombare'. Il diffuso roboante si spiega con l'assimilazione della prima alla seconda vocale, un fenomeno molto comune nell'evoluzione linguistica delle parole popolari. Solo che, trattandosi di parola dotta e per giunta di uso ricercato, chi l'adopera dovrebbe dar prova di maggiore sensibilità etimologica e attenersi alla variante reboante. L'uso giornalistico mostra che si tratta di una battaglia difficile, ma non ancora persa: nel "Corriere della Sera" del 1995 la forma corretta, singolare e plurale, ricorre 3 volte contro 36 esempi di quella spuria.
A proposito, c'è anche un caso inverso: violente invece di violento.Marco1971 ha scritto:Ma in questo caso direi che bisogna avversare il diffondersi di irruento, che nulla reca alla lingua se non confusione e inutile sovrabbondanza formale.
Non sarebbe il caso che i vocabolari (certi) registrassero solo le forme stàndare per non "confondere" le persone sprovvedute in fatto di lingua?Marco1971 ha scritto:La forma violente tuttavia esiste (il Battaglia la dà come variante antica e il GRADIT la considera obsoleta), ma non è forma oggi stàndara e come tale andrebbe evitata, anche perché non rispondente al normale esito nel passaggio dal latino all’italiano (lat. violentus e non *violentes).
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