Mi spiace, ma non riesco proprio a essere d'accordo con lei. Una lettera, stando al Treccani in linea (
accezione 4a), è una
[c]omunicazione scritta che una persona indirizza a un’altra, oppure a un ufficio, a un ente pubblico o privato, talora anche – con carattere ufficiale – a più persone insieme[.]
Anche il messaggio di posta elettronica è una comunicazione scritta indirizzata a un'altra persona o a piú persone. Non mi pare rilevante il fatto che la lettera elettronica talvolta differisca nello stile da quella cartacea: ciò pertiene piuttosto alla natura del mezzo che a quella del messaggio.
Se poi volessimo davvero sottilizzare fino in fondo, sarebbe inaccurato dire che un messaggio promozionale da parte d'un'azienda sia una lettera: meglio dire «volantino»; né si potrebbe sostenere che un'elle contenente molti allegati sia un messaggio, piuttosto un plico.
E cosí via. Ma mi parrebbe un esercizio un po' pedante.
marcocurreli ha scritto:Il "messaggio" si compone sostanzialmente di due parti: la prima è costituita dalle intestazioni (headers), non visibili (o visibili in piccola parte); la seconda è il corpo del messaggio. Solo il contenuto di quest'ultima parte può definirsi lettera.
Messaggio è un termine troppo generico
e astratto per poterne distinguere delle parti.
E poi l'intestazione
e l'oggetto sono parte integrante di una lettera,
e non è affatto vero che essa si riduca al solo corpo del messaggio.
Si può poi opinare che
elèttera non sarebbe un traducente del tutto perspicuo
e immediatamente comprensibile; ma questo, a mio avviso, non tocca l'equivalenza fra
e-mail (in senso concreto)
e lettera elettronica.
marcocurreli ha scritto:Vero. Però, non vorrei che per evitare prestiti dall'inglese ne prendessimo in prestito gli usi e le consuetudini.
Suvvia, non tutto quello che proviene dall'inglese è perciò stesso da evitare. In questo caso, non vedo nulla di particolarmente censurabile nell'uso dell'aggettivo
elettronico, a meno che non si voglia per forza evitare qualsiasi punto di contatto con una lingua straniera (il che sarebbe niente piú che una pia illusione).