L’italiano non è piú una lingua
Moderatore: Cruscanti
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Re: «vincere a mani basse»
Qui c'è fare man bassa, nel senso di «fare pulito di tutto»; vincere a mani basse invece non fa parte della mia competenza nativa.bubu7 ha scritto:Mi piace come espressione: è mutuata dal linguaggio dell'ippica: 'giungere al traguardo senza fatica e senza aver imposto sforzi al cavallo' (GRADIT).
- Ferdinand Bardamu
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Grazie Ferdinand per l'articolo. Magari ci fosse una qualche resistenza nei confronti dei forestierismi.
Ieri sera al telegiornale locale si parlava del countdown per l'apertura di uno store.
Stamattina mentre aspettavo il mio turno dal parrucchiere (ovviamente hair stylist sull'insegna, non vi preoccupate
), mi sono voluto male e ho preso una rivista a caso. Alcune chicche (poche, per fortuna poi mi hanno chiamato): «da parte del top management aziendale», «lusso riservato a un ristretto circolo di happy few (
), «non è l'unica [auto] a far parte delle car list nelle aziende», «un atout che non sembra...» (questo non lo conoscevo).
Ovviamente nessun corsivo.
Ho appena cercato happy few: si trova in ben due dizionario di «italiano», qui e qui, dove addirittura sembrerebbe risalire al 1867!
Ieri sera al telegiornale locale si parlava del countdown per l'apertura di uno store.

Stamattina mentre aspettavo il mio turno dal parrucchiere (ovviamente hair stylist sull'insegna, non vi preoccupate






Ovviamente nessun corsivo.
Ho appena cercato happy few: si trova in ben due dizionario di «italiano», qui e qui, dove addirittura sembrerebbe risalire al 1867!

- Ferdinand Bardamu
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Di nulla. Per restare in tema, anche una brava pubblicitaria come Annamaria Testa prende posizione contro l’abuso di anglicismi.Andrea Russo ha scritto:Grazie Ferdinand per l'articolo.
Una sola osservazione. Nicoletta Maraschio afferma che l'italiano è la quarta lingua straniera più studiata al mondo; secondo me è una statistica molto ottimistica, dato che le prime tre sono sicuramente inglese, spagnolo e francese e ho qualche dubbio che il tedesco sia meno studiato nel mondo dell'italiano. A meno che non si escluda l'inglese...
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Questa mi ricorda sempre Sergio Vastano al Drive InAndrea Russo ha scritto:Grazie Ferdinand per l'articolo. Magari ci fosse una qualche resistenza nei confronti dei forestierismi.
Ieri sera al telegiornale locale si parlava del countdown per l'apertura di uno store.![]()
Stamattina mentre aspettavo il mio turno dal parrucchiere (ovviamente hair stylist sull'insegna, non vi preoccupate), mi sono voluto male e ho preso una rivista a caso. Alcune chicche (poche, per fortuna poi mi hanno chiamato): «da parte del top management aziendale»

Ultima modifica di valerio_vanni in data mar, 04 mar 2014 12:56, modificato 1 volta in totale.
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I pubblicitari però dovrebbero essere i primi a usare meno l'inglese nelle pubblicità.Ferdinand Bardamu ha scritto:Di nulla. Per restare in tema, anche una brava pubblicitaria come Annamaria Testa prende posizione contro l’abuso di anglicismi.Andrea Russo ha scritto:Grazie Ferdinand per l'articolo.
Forse mi ripeto, ma penso l'italiano non si salverà mai finché pubblicitari, giornalisti, e personaggi televisivi non si daranno un codice di autoregolamentazione per la salvaguardia della lingua italiana (salvaguardia non solo grammaticale, ma anche proprio sul minor uso delle parole straniere).
- Ferdinand Bardamu
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Su questo sono pienamente d’accordo.PersOnLine ha scritto:Forse mi ripeto, ma penso l'italiano non si salverà mai finché pubblicitari, giornalisti, e personaggi televisivi non si daranno un codice di autoregolamentazione per la salvaguardia della lingua italiana (salvaguardia non solo grammaticale, ma anche proprio sul minor uso delle parole straniere).
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Grazie anche per quest'intervento.Ferdinand Bardamu ha scritto:Di nulla. Per restare in tema, anche una brava pubblicitaria come Annamaria Testa prende posizione contro l’abuso di anglicismi.Andrea Russo ha scritto:Grazie Ferdinand per l'articolo.

Nell'articolo però leggo: «non ce l’ho su con l’inglese, né con alcuna altra lingua straniera. [...] Non ce l’ho su nemmeno con chi non parla inglese alla perfezione [...] Infine, non ce l’ho su neanche coi molti termini inglesi [...]».
Io ho sempre detto e sentito dire avercela con qualcuno/qualcosa, senza su. La forma sopra riportata è semplicemente una variante regionale o c'è qualcos'altro che mi sfugge?
- Animo Grato
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Anch'io dico solo avercela, senza su. Credo che sia una variante regionale di area lombarda: a Bergamo e dintorni questo su salta fuori quando meno te l'aspetti, ad esempio in far su al posto del semplice fare. Ricordo che una volta, in un'officina, dopo che un pezzo di ricambio originale si era fatto attendere troppo a lungo, mi proposero una soluzione dicendo: "Caso mai te lo facciamo su noi". Al mio roteare gli occhi verso il soffitto, in cerca della possibile provvidenziale fucina, mi spiegarono: "È una bergamascata".Andrea Russo ha scritto:Nell'articolo però leggo: «non ce l’ho su con l’inglese, né con alcuna altra lingua straniera. [...] Non ce l’ho su nemmeno con chi non parla inglese alla perfezione [...] Infine, non ce l’ho su neanche coi molti termini inglesi [...]».
Io ho sempre detto e sentito dire avercela con qualcuno/qualcosa, senza su. La forma sopra riportata è semplicemente una variante regionale o c'è qualcos'altro che mi sfugge?
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
- Ferdinand Bardamu
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Molti giornalisti non sembrano essere dei fenomeni in geografia: quando parlano dei Marò (pronunciato spesso come se fosse Maró, ma lasciamo perdere) molte volte sento New Delhi, quando è d'uso comune Nuova Delhi. Che senso ha usare il nome inglese? Che usino il nome hindi a questo punto.
Comunque se continuano ad alternare inizierò a credere che ritengano Nuova Delhi e New Delhi due città diverse!

Comunque se continuano ad alternare inizierò a credere che ritengano Nuova Delhi e New Delhi due città diverse!

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- Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09
...aiuto... vi prego, una parola di conforto...
Parlo al telefono con un amico informatico che fa rievocazione storica (cioè si veste da medievale la domenica e racconta al pubblico com'era il medioevo...) e finiamo a discutere di castelli.
E mi fa l'esempio: "no, al massimo si tratta di motte-and-bailey , non di edifici come lo Sforzesco".
... ho dovuto chiedergli "cosa sono"...
non avevo mai sentito il termine, eppure ho una laurea in storia medievale e una vasta biblioteca storica letta e spremuta...
In cui anche dei termini francesi (la storia medievale è campo francese, non certo inglese, come studi) si conosce e si dà la traduzione italica... ah, questi obsoleti letterati umanisti!!!...
Perché fare la fatica mentale di tradurre, dal *uorgheim di turno un termine, e passare per "antiquato"?...
p.s. controllato su uichipidia: noi li chiamiamo fortificazione su una motta.
Parlo al telefono con un amico informatico che fa rievocazione storica (cioè si veste da medievale la domenica e racconta al pubblico com'era il medioevo...) e finiamo a discutere di castelli.
E mi fa l'esempio: "no, al massimo si tratta di motte-and-bailey , non di edifici come lo Sforzesco".
... ho dovuto chiedergli "cosa sono"...

In cui anche dei termini francesi (la storia medievale è campo francese, non certo inglese, come studi) si conosce e si dà la traduzione italica... ah, questi obsoleti letterati umanisti!!!...
Perché fare la fatica mentale di tradurre, dal *uorgheim di turno un termine, e passare per "antiquato"?...
p.s. controllato su uichipidia: noi li chiamiamo fortificazione su una motta.
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