"Mastruzzo"

Spazio di discussione su questioni di lessico e semantica

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Federico
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Intervento di Federico »

bubu7 ha scritto:Questa è la dimostrazione che anche parlando in italiano non ci si capisce, figuriamoci se ognuno si mettesse a usare regolarmente qualche dialettismo locale. Perché di uso regolare si tratterebbe se avessimo intenzione di diffonderlo.
Non so, bubu, secondo questo suo ragionamento non bisognerebbe mai usare parole che possano essere ignote all'interlocutore. Non dovrebbero esistere gli anglicismi, fra l'altro.
CarloB
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Intervento di CarloB »

Che ci azzecca è un'espressione dialettale (molisana? più generalmente meridionale? Chiedo lumi in proposito) che nessuno a mia memoria aveva mai usato in un contesto colto (televisione, quotidiani, settimanali, conversazione tra laureati) prima che Di Pietro la rendesse nota al paese grazie al mezzo televisivo e al rilancio della stessa espressione fatto dai quotidiani e dai settimanali che seguivano la cronaca politico-giudiziaria. Oggi la sento usare da parlanti settentrionali dotati di un livello di istruzione superiore. Ha avuto fortuna, e non me ne dolgo affatto. La uso anch'io tranquillamente, ben contento di colorire il mio lessico. Proviamo a far lanciare mastruzzo dalla televisione e stiamo a vedere.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Federico ha scritto:
bubu7 ha scritto:Questa è la dimostrazione che anche parlando in italiano non ci si capisce, figuriamoci se ognuno si mettesse a usare regolarmente qualche dialettismo locale. Perché di uso regolare si tratterebbe se avessimo intenzione di diffonderlo.
Non so, bubu, secondo questo suo ragionamento non bisognerebbe mai usare parole che possano essere ignote all'interlocutore. Non dovrebbero esistere gli anglicismi, fra l'altro.
Secondo quel mio ragionamento non si dovrebbero usare dialettismi locali ignoti all'interlocutore e assenti nei vocabolari.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
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u merlu rucà
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Intervento di u merlu rucà »

Mi domando, a questo punto, come abbiano fatto a entrare nella lingua italiana: scippo, mugugno, sfizio.....
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

u merlu rucà ha scritto:Mi domando, a questo punto, come abbiano fatto a entrare nella lingua italiana: scippo, mugugno, sfizio.....
Ma l'ho già detto.
Hanno trovato dei canali di diffusione che ne hanno fatto, da termini locali termini nazionali.
A questo punto, già abbastanza diffusi e compresi su gran parte del territorio nazionale, sono stati accolti nei vocabolari.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
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u merlu rucà
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Intervento di u merlu rucà »

bubu7 ha scritto:
u merlu rucà ha scritto:Mi domando, a questo punto, come abbiano fatto a entrare nella lingua italiana: scippo, mugugno, sfizio.....
Ma l'ho già detto.
Hanno trovato dei canali di diffusione che ne hanno fatto, da termini locali termini nazionali.
A questo punto, già abbastanza diffusi e compresi su gran parte del territorio nazionale, sono stati accolti nei vocabolari.
Ma per trovare dei canali di diffusione, qualcuno deve pur aver, inizialmente, usato dei dialettismi non comprensibili. Mi sembra il gatto che si morde la coda :D .
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

u merlu rucà ha scritto:Ma per trovare dei canali di diffusione, qualcuno deve pur aver, inizialmente, usato dei dialettismi non comprensibili. Mi sembra il gatto che si morde la coda :D .
Non è il gatto che si morde la coda.
Lo ridico.
Questi dialettismi sono usati localmente da secoli, senza che si siano diffusi sul territorio nazionale. Perché questo possa accadere è necessario che qualcuno, che disponga di "autorità" e della necessaria cassa di risonanza, ad esempio il Gabibbo, cominci a usarli regolarmente.
Se invece "il qualcuno" fosse un perfetto sconosciuto, l'uso dei dialettismi fuori della Liguria, renderebbe la comunicazione solo più problematica.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
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Intervento di u merlu rucà »

Esiste, oltre al mastruzzo ligure anche un mastruzar nell'area veneta, equivalente a 'gualcire, schiacciare'. Alla base potrebbe esservi mastra 'madia' (lat. mactra, greco maktra). Si dovrebbe partire quindi, per entrambe le forme, da un significato originale di 'impastare' che evolve nel ligure in 'pasticciare' e, successivamente, in 'imbrogliare'. Da mastra si potrebbe ricostruire un *mastrūceare.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

A proposito di mastruzzo, questo fine settimana mi sono imbattuto in questo verbo del Battaglia:

Mantrugiare: (toscano popolare). Etimologia: Derivato dal latino volgare *manutrusāre, composto da manū ablativo di mănus ‘mano’, e trusiāre ‘spingere’.
Il DEI fa mantrugiare di origine settentrionale e il GDLI riporta la seguente lista di significati (le accezioni sono separate dal punto e virgola): strapazzare, rompere, gualcire con le mani; malmenare; brancicare senza delicatezza; sbriciolare, sminuzzare; in senso figurato: rielaborare in modo grossolano, senza arte, senza perizia, manipolare volgarmente, sconciare.

Mi sembra molto probabile la comune etimologia di mastruzzare e mantrugiare. :)
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Intervento di u merlu rucà »

bubu7 ha scritto:A proposito di mastruzzo, questo fine settimana mi sono imbattuto in questo verbo del Battaglia:

Mantrugiare: (toscano popolare). Etimologia: Derivato dal latino volgare *manutrusāre, composto da manū ablativo di mănus ‘mano’, e trusiāre ‘spingere’.
Il DEI fa mantrugiare di origine settentrionale e il GDLI riporta la seguente lista di significati (le accezioni sono separate dal punto e virgola): strapazzare, rompere, gualcire con le mani; malmenare; brancicare senza delicatezza; sbriciolare, sminuzzare; in senso figurato: rielaborare in modo grossolano, senza arte, senza perizia, manipolare volgarmente, sconciare.

Mi sembra molto probabile la comune etimologia di mastruzzare e mantrugiare. :)
L'accostamento è interessante. Ci sarebbe qualche problemino di carattere fonetico. L'esito dialettale ligure, infatti, è una s sorda (o z sorda nei dialetti che la mantengono), mentre da una s intervocalica latina semplice (non intensa) si ha s sonora.
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Intervento di bubu7 »

La (parziale) sovrapposizione semantica e l’indicazione dell’origine settentrionale segnalata dal DEI, depongono a favore della comune origine dei termini.
Non sono un esperto di dialetti liguri e non avanzo quindi ipotesi di trasformazioni strutturali ma, a mio parere, qualche perplessità potrebbe nascere unicamente se si trovasse che i due termini si sovrappongono nella stessa area con significati diversi.
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