E che cosa si fingeva Leopardi nell’Infinito? Non certo le squallide o rosee avventure di personaggi insulsi, ma sempre di fizione si tratta.Il Battaglia ha scritto:Fizióne 4. Finzione poetica; favola, mito, leggenda.
5. Opera figurativa o plastica; dipinto, scultura.
= Voce dotta, dal lat. fictio -ōnis, che aveva la duplice accezione del verbo fingěre: ‘formazione, creazione’ e ‘finzione, simulazione’.
«Fizione»
Moderatore: Cruscanti
«Fizione»
Il prepostero fiction che risuona una serqua di volte il giorno sulle onde nazionali andrebbe sostituito dal normale fizione, con diafana derivazione da questi due significati e appoggiandoci all’etimo latino:
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Disseppellisco questo vecchio filone per ribadire l’assoluta necessità di attingere al nostro invidiabile serbatoio lessicale soprattutto nel caso di derivazione diretta e palmare: l’inglese fiction viene dal latino fictio, -onis attraverso la mediazione del francese, e la parola fizione è registrata nel GRADIT e nel Battaglia. Piú sopra avevo riportato le accezioni 4 e 5, ecco la 3:
Fizióne 3. Invenzione dell’intelletto o della fantasia, immaginazione; supposizione, ipotesi.
Perché dire /'fikSOn/? Perché abbiamo in noi il senso dell’autodistruzione?
Fizióne 3. Invenzione dell’intelletto o della fantasia, immaginazione; supposizione, ipotesi.
Perché dire /'fikSOn/? Perché abbiamo in noi il senso dell’autodistruzione?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Sono perfettamente d'accordo con lei, caro Marco. Fiction un po' fa ridere e un po' indigna.
Vedo però un problema con fizione: l'assonanza con finzione, che creerebbe forse confusione e incertezza nell'ascoltatore (implicitamente ci riferiamo, immagino, a chi le fizioni le segue in televisione).
La fiction non è in fondo un teleromanzo? So che ai miei tempi si definiva così l'adattamento televisivo di un'opera narrativa nata come romanzo, circoscritta a un numero piuttosto limitato di puntate, ma forse una ripresa del vocabolo sarebbe possibile.
Penso che sarebbe utile discutere di questi argomenti con i giornalisti televisivi, che hanno il grande potere di lanciare (o non lanciare) parole e modi di dire attraverso un mezzo di comunicazione che arriva davvero in tutte le case. Sono quasi sempre persone di buona cultura, uscite molto spesso dalle facoltà umanistiche. Credo che, soprattutto quando messi di fronte alla maggior resistenza di altre lingue all'uso indiscriminato degli anglismi, sarebbero ben contenti di collaborare alla difesa dell'italiano. O il mio è un pensierino natalizio?
Vedo però un problema con fizione: l'assonanza con finzione, che creerebbe forse confusione e incertezza nell'ascoltatore (implicitamente ci riferiamo, immagino, a chi le fizioni le segue in televisione).
La fiction non è in fondo un teleromanzo? So che ai miei tempi si definiva così l'adattamento televisivo di un'opera narrativa nata come romanzo, circoscritta a un numero piuttosto limitato di puntate, ma forse una ripresa del vocabolo sarebbe possibile.
Penso che sarebbe utile discutere di questi argomenti con i giornalisti televisivi, che hanno il grande potere di lanciare (o non lanciare) parole e modi di dire attraverso un mezzo di comunicazione che arriva davvero in tutte le case. Sono quasi sempre persone di buona cultura, uscite molto spesso dalle facoltà umanistiche. Credo che, soprattutto quando messi di fronte alla maggior resistenza di altre lingue all'uso indiscriminato degli anglismi, sarebbero ben contenti di collaborare alla difesa dell'italiano. O il mio è un pensierino natalizio?
Grazie a Carnby. Ma essendo evidentemente parecchio più anziano di lui posso dire che teleromanzo preesisteva a telenovela e non era la stessa cosa. D'accordo per miniserie per le produzioni brevi. D'accordo per sceneggiati. Il punto è che fizione secondo me non funziona. Abbiamo, evidentemente, parecchi termini che si possono usare, a seconda dei casi. Fiction è superfluo.
Per la televisione vanno benissimo sceneggiato e tutte le altre menzionate sopra. Quando invece si parla di genere letterario, manca, mi sembra, un termine preciso. Il francese ha fiction, lo spagnolo ficción e il portoghese ficção. Dal latino fictio se ne ricava fizione, parola esistente e registrata.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Beh, sono in buona compagnia se anche Cesare Segre, prima di me, aveva suggerito fizione, fizionale, fizionalità. Si veda qui. 
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Narrativa è termine piú ampio: nella narrativa ci sono anche autobiografie, per esempio, che non sono storie inventate. Se si preferisce finzione, per me va bene ugualmente.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Chi c’è in linea
Utenti presenti in questa sezione: Amazon [Bot] e 2 ospiti