"Considerazioni" sulla lingua italiana
Moderatore: Cruscanti
-
- Interventi: 1725
- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
"Considerazioni" sulla lingua italiana
Segnalo alcune "considerazioni" sulla lingua italiana
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Come odio queste tesi pedagostiche «moderne»: sconfinata tracontanza nel demolire tutto quanto si è fatto negli ultimi secoli e millenni (si scomoda addirittura Aristotele!) e nessuna proposta concreta per sostituirla. In mezzo al desolante deserto di vaghezze, buone intenzioni e banalità una sola idea forte, «Che vi sia infine un rapporto sotterraneo ma sicuro tra le capacità più propriamente verbali, e le altre capacità simboliche ed espressive [...] buona parte degli errori di lettura e di ortografia [...] vadano curati [...] insegnando a ballare, ad apparecchiare ordinatamente la tavola, ad allacciarsi le scarpe [...]»; e che si debba sempre piú ridurre l'insegnamento dell'italiano, che tanto non serve a nulla, e trasformare la scuola in un grande gioco (ultrascientifico e ipereducativo, naturalmente) — scusatemi l'estremizzazione e banalizzazione.
Se le interessa l'argomento, Fausto, ho un libriccino da consigliarle, di cui però in questo momento non ricordo gli estremi...
Se le interessa l'argomento, Fausto, ho un libriccino da consigliarle, di cui però in questo momento non ricordo gli estremi...
- giulia tonelli
- Interventi: 370
- Iscritto in data: mar, 12 lug 2005 10:51
- Località: Stoccolma
"Tesi pedagogistiche moderne"?!?! E' un documento di TRENTADUE anni fa! Mi fa morire dal ridere, sembra un vecchietto in un ospizio che sputa veleno contro questi giovani moderni... i vecchi di ogni generazione (di qualunque eta' essi siano) pensano sempre che le generazioni successive stiano distruggendo tutto senza creare niente. Non li sfiora nemmeno l'idea che se fosse veramente cosi' saremmo ancora all'eta' della pietra, e quindi non e' che non si crea niente, e' che si creano cose che loro non capiscono.
Senza contare che i "giovani moderni" che hanno fondato il GISCEL e scritto quelle tesi ora sono maturi sessantenni, almeno.
Senza contare che i "giovani moderni" che hanno fondato il GISCEL e scritto quelle tesi ora sono maturi sessantenni, almeno.
-
- Interventi: 1725
- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
È vero ciò che scrive, gentile Giulia. C'è da dire, però, che l'argomento trattato è stato "riveduto e aggiornato" abbastanza recentemente: il 6-10-2003. E per l'evoluzione della lingua - a mio avviso - tre anni non sono nulla. 

«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Ebbene? Le sembra un tempo enorme? E poi bisognerebbe contare fino al 1996-1997, piú che altro.giulia tonelli ha scritto:"Tesi pedagogistiche moderne"?!?! E' un documento di TRENTADUE anni fa!
È colpa mia; sono stato poco prudente nel radicalizzare il mio sentimento, e non posso pretendere che non si giudichi superficialmente la mia opinione.giulia tonelli ha scritto:Mi fa morire dal ridere, sembra un vecchietto in un ospizio che sputa veleno contro questi giovani moderni...
Il libro anzidetto è Giulio Ferroni, La scuola sospesa. Istruzione, cultura e illusioni della riforma, Einaudi, 1997: si trova anche a metà prezzo ad esempio qui, e secondo me vale la pena di dedicargli una sera.
-
- Interventi: 235
- Iscritto in data: mar, 28 dic 2004 6:54
DOMANDA
Non ho ben capito. Il libro che suggerisce riporta le tesi del Giscel?Federico ha scritto:Il libro anzidetto è Giulio Ferroni, La scuola sospesa. Istruzione, cultura e illusioni della riforma, Einaudi, 1997: si trova anche a metà prezzo ad esempio qui, e secondo me vale la pena di dedicargli una sera.
Grazie in anticipo per la risposta.
Uri Burton
Non l'argomento ma la pagina...Fausto Raso ha scritto:C'è da dire, però, che l'argomento trattato è stato "riveduto e aggiornato" abbastanza recentemente: il 6-10-2003.
Non è proprio la stessa cosa.

La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
V. M. Illič-Svitič
Re: DOMANDA
Non credo. Forse le può interessare questa recensione.Uri Burton ha scritto: Non ho ben capito. Il libro che suggerisce riporta le tesi del Giscel?

La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
V. M. Illič-Svitič
-
- Interventi: 235
- Iscritto in data: mar, 28 dic 2004 6:54
Re: DOMANDA
Grazie per la segnalazione, bubu.bubu7 ha scritto:Non credo. Forse le può interessare questa recensione.Uri Burton ha scritto: Non ho ben capito. Il libro che suggerisce riporta le tesi del Giscel?
Vedo che non sono l'unico a ritenere attuale la questione (si guardi d'altronde questa pagina).
Ho letto oggi per caso un articolo veramente sconfortante di Luigi Berlinguer (''il manifesto'', 8 luglio 2007), la cui conclusione, incredibile, è questa:
Col che si vede che la squalificazione dell'istruzione (che naturalmente per Berlinguer va chiamata education) è perpetrata scientemente.Ma si può considerare compito facile fare apprendere tutti, e tanto, e bene? Conciliare equità socio-culturale e qualità? Un tempo si sarebbe detto: ma questa è un'utopia. Si, è un'utopia, di quelle che si possono realizzare però, di quelle che talvolta i rivoluzionari si sono impegnati a realizzare. Quel che so è che non c'è altra via: o si abbassa la qualità per la massa, o si abbassa la massa (escludendo) per la qualità. La via che propongo è obbligata: bisogna volerla perseguire, liberandosi del vecchio.
- giulia tonelli
- Interventi: 370
- Iscritto in data: mar, 12 lug 2005 10:51
- Località: Stoccolma
Luigi Berlinguer non propone affatto di abbassare la qualita' dell'insegnamento: pone infatti l'alternativa "o si abbassa la qualita', o si esclude la massa", come una deplorevole scelta obbligata, nel caso non si riesca a fare una scuola di alta qualita' per tutti, cosa che lui auspica, dicendo infatti che e' un'utopia di quelle che si possono realizzare. Del resto, basterebbe leggere e comprendere il suo intero intervento (per esempio qui: http://www.proteofaresapere.it/contributi.asp?id=1411) per rendersi conto che lui non propone certo di abbassare la qualita' per raggiungere la massa. "La via che lui propone" nel finale e' di fare una scuola di alta qualita' per tutti, ed e' una via obbligata, perche' se non si riesce a perseguirla, si rimane con l'orribile alternativa di abbassare la qualita' o di escludere la massa. QUESTO e' quello che dice Berlinguer nel suo articolo.
Non mi sembra affatto: non è una scelta di ripiego, è la spiegazione dell'utopia e della difficoltà della strada da seguire.giulia tonelli ha scritto:pone infatti l'alternativa "o si abbassa la qualita', o si esclude la massa", come una deplorevole scelta obbligata, nel caso non si riesca a fare una scuola di alta qualita' per tutti
Certo, ma il finale chiarisce perfettamente che quelle parole sono un inganno: o comunque, che si vuole perseguire l'alta qualità per tutti, ma abbandonando la via attuale, cioè cambiando i criteri e i metodi dell'insegnamento e i parametri della qualità, cioè appunto abbassandola per renderla democratica invece che aristocratica, per pochi, esclusiva.giulia tonelli ha scritto:cosa che lui auspica, dicendo infatti che e' un'utopia di quelle che si possono realizzare. Del resto, basterebbe leggere e comprendere il suo intero intervento (per esempio qui: http://www.proteofaresapere.it/contributi.asp?id=1411) per rendersi conto che lui non propone certo di abbassare la qualita' per raggiungere la massa.
Ancora, non capisco proprio su che base interpreta in questo modo le sue parole: «Quel che so è che non c`è altra via», dice, e allora com'è possibile che questa sia un'"orribile alternativa" che rimane se non si fa qualcos'altro?giulia tonelli ha scritto:"La via che lui propone" nel finale e' di fare una scuola di alta qualita' per tutti, ed e' una via obbligata, perche' se non si riesce a perseguirla, si rimane con l'orribile alternativa di abbassare la qualita' o di escludere la massa. QUESTO e' quello che dice Berlinguer nel suo articolo.
- giulia tonelli
- Interventi: 370
- Iscritto in data: mar, 12 lug 2005 10:51
- Località: Stoccolma
Chi c’è in linea
Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 2 ospiti