Marco1971 ha scritto:Sono d’accordo anch’io, né intendevo suggerire che il Gabrielli fosse uno scienziato… Tuttavia, mi sembra che non bisogni accanirsi contro di lui: il suo dizionario bivolume è per molti versi insostituibile, e dà indicazioni che gli altri vocabolari non danno, come ad esempio i plurali di certi alterati – di cui discorrevo privatamente con Infarinato qualche giorno fa – e mille dettagli sui quali gli altri tacciono maestosamente.
Verissimo. Si trattava in effetti di un dizionario che aveva molti pregi e un'indubbia originalità e peculiarità d'impostazione. Se avessero emendato i suoi difetti approntando una seconda edizione (anche se alcuni difetti vennero eliminati nell'edizione monovolume del 1993), probabilmente sarebbe riuscito benissimo a far concorrenza ad altre opere più diffuse.
Tra l'altro, sono riuscito a ripescare dal mio archivio la lettera che spedii ben 17 anni fa alla Mondadori e che accompagnava la restituzione del Gabrielli bivolume che avevo chiesto in visione (in realtà non potei acquistarlo anche perché all'epoca ero un dottorando con poche risorse; ma motivai il mancato acquisto anche con critiche nello specifico). Riproduco qui di seguito la lettera, perché immagino che alcune annotazioni possano interessare i partecipanti a questa lista di discussione: noterete forse qualche intemperanza, dovuta alla giovane età (25 anni) e a posizioni che oggi ho riveduto.
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Roma, 18 novembre 1990
Egregio Dottor Ermanno Conti -
Direttore Grandi Opere
CDE - Mondadori
Spettabile CDE,
mi vedo costretto, dopo averne preso ampia visione, a restituire il Grande
Dizionario della lingua italiana di Aldo Gabrielli, perché non corrisponde alle aspettative e ai criteri lessicografici che improntano altre opere analoghe ed autorevoli. Esso viene giustamente definito un "dizionario d'autore", in quanto frutto, in gran parte, dell'opera di un solo lessicografo anziché di un'
équipe redazionale come i più recenti dizionari della lingua italiana. Tale caratteristica viene presentata piuttosto come un pregio che come un difetto, in quanto essa garantirebbe l'unitarietà dell'opera come un complesso organico e compatto, e non come una "semplice elencanzione di vocaboli con accanto una fredda esposizione di significati". In realtà, essendo Gabrielli morto nel 1979, appare evidente che il dizionario, per soddisfare esigenze incontrate nell'ultimo decennio e per ovviare alle ubbie puristiche dell'autore, ha subito con tutta probabilità un notevole lavoro di revisione ed integrazione, tanto che esso appare un'opera con almeno due stratificazioni. Di questo obsoleto purismo qua e là restano pittoresche tracce: non si può dimenticare, senza con ciò volere in nessuna maniera offenderne la memoria, bensì con l'intenzione di collocarlo nella giusta luce, che Aldo Gabrielli ancora nel 1976 aveva il coraggio di dare alle stampe una riedizione di quel
Dizionario dello stile corretto dove innocue parole come 'controllare', 'terrorizzare', 'decollare', 'constatare', ecc. venivano etichettate (o meglio definite, ché 'etichettare' è voce barbara!) come brutti francesismi. Pertanto, come rilevò Tullio De Mauro nella presentazione del dizionario tenutasi a Roma lo scorso anno, mentre in Italia cominciavano vigorosamente ad attecchire nuove pratiche didattiche per un'educazione linguistica democratica e linguisti innovativi introducevano nel nostro Paese la grammatica generativo-trasformazionale di Chomsky, c'era ancora chi, come Gabrielli e altri, sparuti pedanti, pretendeva di imporre la cintura di castità alla lingua, con intenzioni tanto infantili nel loro sterile estremismo quanto totalmente inefficaci sul piano pratico. In effetti, Gabrielli più che un autentico linguista era un dilettante appassionato di lessicografia (seppur d'ingegno, senza il minimo dubbio) e ciò non soltanto per la mancanza di qualifiche accademiche (il che non vorrebbe dire, considerando che in passato fior di studiosi non conseguirono mai cattedre universitarie), ma anche perché le sue pubblicazioni erano per lo più repertori compilativi o prontuari alfabetici di modesta originalità e metodologicamente altrettanto insensibili a qualsiasi istanza della linguistica post-saussuriana quanto pronti a riportare come oro colato le opinioni di ostinati pedanti come Fanfani, Arlia, Rigutini, Ranalli, Monelli, Pestelli e via elencando. Si noti tra l'altro che esisteva comunque un neopurismo moderato, fondato dallo storico della lingua Bruno Migliorini, che ripudiava il "purismo ingenuo e sentimentale" (De Mauro) per ispirarsi ai criteri di una rigorosa (o presunta tale) glottotecnica, in virtù della quale respingeva i forestierismi e i neologismi solo allorché effettivamente mal foggiati e non integrabili nella lingua italiana: ma a leggere Gabrielli, sembra che anche tale posizione non sia da accogliere e sia invece da perseguire un nazionalismo linguistico senza altro criterio se non l'avversione indiscriminata per i cosiddetti barbarismi.
In effetti, che il dizionario anche a questo proposito sia costituito da due "strati" appare evidente dal diverso trattamento che tocca a vocaboli come 'installare' e 'realizzare', entrambi biasimati dall'autore, e a vocaboli più recenti come 'deresponsabilizzazione", che Aldo Gabrielli non avrebbe esitato a bollare come deformi e barbari ma che, inseriti palesemente non da lui ma dalla redazione, sono semplicemente definiti senza commenti.
Ma ciò che mi ha più sfavorevolmente impressionato, è l'assenza di molti neologismi, più frequente nelle prime lettere (A e B, evidentemente compilate molto prima delle altre e poi mal revisionate), presenti invece in altre opere lessicografiche che vanno per la maggiore come lo Zingarelli (XI edizione, ristampa leggermente arricchita del 1987), il Devoto-Oli (edizione in due volumi del 1987) e il Garzanti (1987), nonché i due supplementi del DEI della Treccani (1974 e 1984). Queste assenze sono in realtà da imputare non certo a Gabrielli, che comunque era uno studioso di estrema scrupolosità, quanto alla redazione che ha poi completato il suo lavoro e che evidentemente ha operato con una certa fretta e approssimazione.
Prendendo come parametri i due supplementi del DEI della Treccani ho compilato una breve lista di omissioni, che qui riporto con a fianco le registrazioni in altri dizionari (in particolare Devoto-Oli e Zingarelli), tanto più gravi se si considera che ho volutamente evitato tecnicismi troppo speciali e se si tiene conto che alcuni di questi termini erano già registrati nel supplemento al DEI del 1974 (De=Devoto-Oli, Zi=Zingarelli):
ABALIETÀ (ma c'è 'aseità' con rimando!): Devoto-Oli, ABIOTICO Zingarelli, ABUSIVISMO De, Zi, ACCULTURARSI (ma c'è 'acculturazione'!), ACTION PAINTING De, ADATTIVO, AFFIDABILE, AFFIDABILITÀ De, Zi (omissione, questa, del tutto ingiustificabile e che rende il dizionario scarsamente...affidabile), AFTER SHAVE, AGRITURISMO De, Zi, AIDS Zi, ALCOLOMANIA, ALGHICIDA Zi, ALLITTERARE, ALGOL De, AMMANICATO Zi, ANECOICO Zi, ANGIOPLASTICA, ANTAGONIZZARE, ANTICAPITALISMO, ANTICOLONIALISMO, ANTIDROGA De, Zi, ANTIPSICHIATRIA Zi, ANTISKATING Zi, ANTISTATICO Zi, ANTOLOGIZZARE Zi, ARTICOLATORIO Zi, ASCII, ASSEMBLATORE Zi, AVIONICA Zi, De, BASS-REFLEX De, BIOINFORMATICA, BIOMEDICO, BIRRIFICIO Zi, BRUTALISMO, BUROSAURO De, CADUCAZIONE Zi, CAPACIMETRO Zi, CARBURIZZAZIONE, CARENZIALE Zi, CARTELLINARE Zi, COBOL De, COMPOSTAGGIO Zi, COMPUTAZIONALE Zi, De, CRONOBIOLOGIA De, Zi, DEATTIVARE De, DEBUGGING, DECISIONISMO-STA (incredibile svista: c'è l'aggettivo 'decisionistico' che rimanda all'inesistente 'decisionismo'), DEFIBRILLATORE De, DELEGIFICARE De, DEMITOLOGIZZARE De, DEPOTENZIARE Zi, DEREPRESSIONE, DESTABILIZZARE De, Zi (altra svista marchiana), EGEMONISMO De, Zi, ENCEFALINA Zi, ENERGIZZARE De, ENVIRONMENT De, Zi, ETNOCENTRISMO Garzanti, EUROCENTRISMO De, Zi, FILOVEICOLO De, FILTRAGGIO Zi, De, FITNESS Zi, FORMATTARE-AZIONE Zi, De, FRICCHETTONE Zi, FUNTORE, GAMBIZZARE De, Zi, GIRANASTRI Zi, GLOSSEMATICA Zi (ma c'è glossema), GLOTTODIDATTICA Zi, HOMING Zi, IDIOTIPO, INIZIALIZZARE, IPOSEMA, JOGGING Zi, LOGOGRAMMA Zi, MINIMALISMO Zi, MONOPEZZO Zi, MONOSCOCCA, MOTOMEZZO Zi, OPTOELETTRONICA Zi, ORTOPEDAGOGIA, PALAZZINARO Zi, PARTICOLATO, PATACCARO Zi, POLICARBONATO, POLITOLOGIA (questo vocabolo si trova, ma con la datazione del 1982: peccato che lo registrasse già il Devoto minor del 1979) POSTMODERNO Zi, De (omissione assurda), PRECONFEZIONATO Zi, REGIONALIZZARE Zi, RETRIBUTIVO (come faranno a scioperare per i loro livelli retributivi i vari redattori del dizionario?), RIDUZIONISMO Garzanti, SCIACALLAGGIO Zi, STAGFLAZIONE Zi, De, TELEFAX Zi, ZOOSEMIOTICA Zi, ZWINGLISMO Zi, ZZZ Zi.
Ora, è ben vero che un dizionario non va giudicato soltanto per l'esaustività e per il numero di neologismi, ma qui mi sembra davvero che il lavoro di revisione sia stato eseguito in maniera un po' frettolosa. Ciò non toglie che l'opera possegga molti pregi: dalla ricchezza di citazioni ed illustrazioni a molte definizioni felici (più soddisfacenti di quelle dello Zingarelli, scarne, essenziali ed asettiche, ma comunque lontane dalla potente efficacia e precisione di quelle del Devoto-Oli), fino alla cura grafica.
Tuttavia, in attesa di una (si spera prossima) seconda edizione che colmi le lacune e integri le omissioni della presente (in fondo, come ha scritto Luciano Satta, nel compilare un dizionario occorre sempre avere sott'occhio le opere analoghe più autorevoli), preferisco restituire l'opera al mittente, come del resto è previsto dagli accordi.
Con i migliori saluti.
Teo Orlando
Università di Firenze - Dipartimento di Filosofia