"affermare" dal lat. "affirmo"

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NightSwimmer
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"affermare" dal lat. "affirmo"

Intervento di NightSwimmer »

Buonasera a tutti, questo è il primo messaggio che scrivo sul forum, spero perciò di aver scelto la sezione appropriata.
Traducendo una versione di latino, mi sono imbattuto nel verbo "adfirmare" ("affirmare" per assimilazione). Mi chiedo come mai l'esito italiano del termine sia stato "affermare": il passaggio contrario, da "e" a "i", considerando la posizione protonica, sarebbe stato facilmente spiegabile, ma questo mi sfugge.
Grazie anticipate!
amicus_eius
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Intervento di amicus_eius »

La "i" di firmus, l'aggettivo da cui adfirmare deriva, è in sé breve (ancorché la sillaba fir- sia lunga, in quanto chiusa), e dà luogo alle forme romanze con vocalismo /e/. Il verbo affirmare finisce poi per derogare alla legge della chiusura delle vocali pretoniche, perché agisce il fenomeno dell'analogia. La tendenza della morfologia lessicale a rendere entro certi limiti trasparente la formazione di un verbo deaggettivale ("affermare" da "fermo", come "accertare" da "certo"), ha forzato la mano al mutamento fonetico, azzerandone l'azione.
Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

La "i" di firmus, l'aggettivo da cui adfirmare deriva, è in sé breve (ancorché la sillaba fir- sia lunga, in quanto chiusa), e dà luogo alle forme romanze con vocalismo /e/.
Ma in praticamente tutte le lingue romanze tranne l'italiano si ha la i: afirmar in portoghese/spagnolo/catalano, affirmer in francese, a afirma in rumeno, oppure non ho colto il significato di questo brano.

Brazilian dude
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Intervento di Infarinato »

Brazilian dude ha scritto:
La "i" di firmus, l'aggettivo da cui adfirmare deriva, è in sé breve […], e dà luogo alle forme romanze con vocalismo /e/.
Ma in praticamente tutte le lingue romanze tranne l'italiano si ha la i: afirmar in portoghese/spagnolo/catalano, affirmer in francese, a afirma in rumeno…
In francese, affirmer è una voce dotta:
Il [url=http://atilf.atilf.fr/dendien/scripts/tlfiv5/displayp.exe?45;s=384378585;i=ft-1-5.htm;;][i]TLFi[/i][/url] (sottolineature mie) ha scritto:Empr. au lat. affirmare « donner (une chose) pour vraie » attesté dep. PLAUTE. Pers., 141 ds TLL s.v. 1222, 80; cf. forme pop. corresp. a. fr. afermer au sens 1
…e cosí —credo— anche nelle altre lingue citate, e in italiano, dove, però, ha prevalso l’analogia con fermo e fermare (cf. fr. fermer). ;)
Ultima modifica di Infarinato in data ven, 14 set 2007 10:26, modificato 1 volta in totale.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Brazilian dude ha scritto: Ma in praticamente tutte le lingue romanze tranne l'italiano si ha la i: afirmar in portoghese/spagnolo/catalano, affirmer in francese, a afirma in rumeno, oppure non ho colto il significato di questo brano.
Con le etimologie bisogna andarci sempre con i piedi di piombo, caro Brasilian.
Il ragionamento di amicus mi sembra accettabile anche se sarebbe molto raccomandabile una certificazione documentale.
Prendiamo il francese. Dalla sezione etimologica del Tresor in linea si ricava che affirmer, attestato dal 1222, è un calco dal latino affirmare ma che esisteva nell'antico francese la forma popolare afermer, attestata dal 1115.

A proposito, benvenuto NightSwimmer! :)

P. s.
Non vale, Infarinato! :evil:
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
Ladim
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Intervento di Ladim »

L'analogia è anche sulle voci dell'indicativo presente, mi pare.

ADFIRMO dà regolarmente affermo.
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Intervento di Infarinato »

Ladim ha scritto:L'analogia è anche sulle voci dell'indicativo presente, mi pare.
In che senso, scusi?
Ladim ha scritto:ADFIRMO dà regolarmente affermo.
Teoricamente, sí, ma tutt’i dizionari paiono concordi nel ritenerla voce dotta, ergo mi sa che la spiegazione sta nell’analogia, o piú precisamente nella «ricomposizione» (a + fermo)…
Ladim
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Iscritto in data: lun, 08 nov 2004 14:36

Intervento di Ladim »

Non mi pareva voce dòtta (perdoni la mia leggerezza) – ché il vocalismo, a colpo d'occhio, potrebbe spiegarsi anche con un'analogia su un 'probabile' uso. Ma se lei mi dice che è voce libresca, allora sì, potrebbe essere una ricomposizione culta, su un fermo continuato ininterrottamente (il dubbio, se vuole, mi proveniva dal raffronto col più 'coerente' [e forse più tardo] corradicale firmare firmo).
Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

Forse in francese è dotta, ma questo per me non significa assolutamente niente (e io non la considero dotta). Afirmar in spagnolo/portoghese/catalano è una parola quotidiana derivata da firme, aggettivo che ha mantenuto la i originale.

Brazilian dude
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Intervento di Infarinato »

Brazilian dude ha scritto:Forse in francese è dotta, ma questo per me non significa assolutamente niente (e io non la considero dotta). Afirmar in spagnolo/portoghese/catalano è una parola quotidiana derivata da firme, aggettivo che ha mantenuto la i originale.
Caro Brazilian, come Lei ben sa, una parola non si definisce «dotta» perché poco usata (o usata solo dai «dotti»), ma semplicemente perché «appresa per via scritta» (magari in epoca antichissima) invece che per essersi tramandata ininterrottamente per via orale.

Ci sono delle parole dotte che sono oggi comunissime, e delle parole «popolari» che sono ormai scomparse dall’uso. Ad esempio, facile è una parola «fondamentale» oggigiorno in italiano, ma, tecnicamente, è una «voce dotta»… Ovviamente, gli antichi fiorentini/toscani avevano una parola per esprimere quel concetto, ma non era facile, bensí agevole, che oggi è meno comune/usata di facile. ;)

Quindi afirmar potrebbe essere una voce dotta in ispagnolo/portoghese.

«Mantenere la i originale» non significa nulla, ché quella i era in realtà una ĭ (tonica), pronunciata [I] (non [i], né tantomeno ī [i:]), e l’esito nella gran parte delle lingue romanze, incluso lo spagnolo, è appunto /e/.

Ora, io non sono un ispanista (né un lusista), e quindi non so quale sia stata esattamente l’evoluzione delle parole in oggetto, né se afirmar sia dotta e firme invece no. Noto però che firme deriva dal latino tardo firmis, anziché dal classico fĭrmus: firmis, che potrebbe quindi presentare la lunga anziché la breve, e quindi l’evoluzione di firme e firmar (e forse anche di afirmar) sarebbe «regolare»… Del resto, anche l’italiano lupo deriva da una forma volgare *lūpu(m) anziché dal classico lŭpu(m) (che ha dato invece regolarmente lobo in ispagnolo con /o/ [e sonorizzazione dell’occlusiva]). :)
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Infarinato ha scritto: una parola non si definisce «dotta» perché poco usata (o usata solo dai «dotti»), ma semplicemente perché «appresa per via scritta» (magari in epoca antichissima) invece che per essersi tramandata ininterrottamente per via orale.
Proprio così.
Una voce introdotta dai dotti sarebbe stata affirmare (voce latina e presente comunque, come variante, nella nostra letteratura delle origini).
Invece – proprio perché si tratta, probabilmente, di una composizione analogica sotto l'influsso di fermo – l'ipotesi più probabile è che non si tratti di una voce di tradizione ininterrotta oppure introdotta da veri conoscitori del latino degli antichi romani, ma di una reintroduzione da parte di persone di ambienti di cultura non troppo elevata.
Il Dizionario etimologico italiano parla infatti di voce semidotta.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
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