Nuove regole di dizione?!?

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l'italiana
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Nuove regole di dizione?!?

Intervento di l'italiana »

Buongiorno a tutti.
Leggo pochi minuti fa, su un forum di lingua italiana (copio e incollo):
Adesso pero' la dizione tende ad avvicinarsi alla pronuncia alla milanese devolgarizzata, a causa delle televisioni diffuse negli anni settanta e ottanta.
Qualcuno potrebbe illuminarmi al riguardo?
Grazie mille per la vostra disponibilità.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

C’è del vero nell’affermazione che hai citato.

La pronuncia nordica è vista come una pronuncia di prestigio e quindi tende a diffondersi anche in altre zone d’Italia. Questa diffusione di pronunce nordiche non può, a lungo andare, non provocare modifiche nella pronuncia modello.
Uno dei vettori principali della diffusione delle pronunce nordiche è proprio costituito dalle televisioni private nazionali la maggior parte delle quali ha il proprio centro di gravità nel Nord.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Fuor dello scherzo, non c’è scuola di dizione che ardirebbe proporre come pronuncia normativa quella ambrosiana. Suonerebbe eccessivamente provinciale. Il modello attuale, come tutti sanno, è quello descritto da Luciano Canepàri nel suo Manuale di Pronuncia italiana (MaPi).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Marco1971 ha scritto:Fuor dello scherzo, non c’è scuola di dizione che ardirebbe proporre come pronuncia normativa quella ambrosiana.
Non mi sembra questo il problema sollevato dalla citazione.

Stiamo parlando di tendenze e influenze.
Tagliato il cordone ombelicale con «mamma Roma» e ripudiata la vecchia «nonna Firenze», oggi il nostro sistema dell'etere ha disgraziatamente ceduto alla «matrigna Milano». L'avvento delle televisioni private non ha solo modificato tutta una serie di questioni che vanno dalla politica alla cultura, ma, purtroppo, ha influito anche sul linguaggio.
Error communis facit ius: quando, infatti, coloro che parlano la lingua in modo competente e spontaneo al tempo stesso, fanno un uso diverso e nuovo delle regole, ci troviamo di fronte a un cambiamento della pronuncia, a volte sorto per errore, ma, in ogni caso normale e auspicabile.
Citazioni tratte da Canepari, La buona pronuncia italiana del terzo millennio (2007).
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Tra le persone che «parlano la lingua in modo competente» dobbiamo annoverare i conduttori televisivi? Nessuna provocazione, è una vera domanda. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
methao_donor
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Intervento di methao_donor »

Direi di no :D
ma non è questo il punto.
Di fatto esercitano un'influenza sicuramente maggiore del Canepari o chi per lui, e non è quindi campata per aria l'affermazione citata dall'italiana a inizio filone.
Il sonno della ragione genera mostri.
Dario Brancato
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Intervento di Dario Brancato »

Marco1971 ha scritto:Tra le persone che «parlano la lingua in modo competente» dobbiamo annoverare i conduttori televisivi? Nessuna provocazione, è una vera domanda. :)
Certamente non i più famosi (Costanzo, Mentana, ecc.) :D
l'italiana
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Intervento di l'italiana »

Grazie a tutti per le risposte.
Quello che volevo capire è se io, toscana, devo modificare tutta la pronuncia di e aperte ed e chiuse e compagnia bella. Con tutto il rispetto per i lombardi, sia chiaro, nulla contro di loro.
Giusto una pura curiosità. C'è qualche "istituzione linguistica" che ha approvato la cosa?
Provo a scrivere all'Accademia della Crusca? Verrà un infarto a qualcuno? :roll:
Sono alquanto confusa.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

l'italiana ha scritto:Quello che volevo capire è se io, toscana, devo modificare tutta la pronuncia di e aperte ed e chiuse e compagnia bella.
Stia tranquilla, e continui a usare il vocalismo toscano, sarà meglio. ;)
l'italiana ha scritto:Giusto una pura curiosità. C'è qualche "istituzione linguistica" che ha approvato la cosa?
Provo a scrivere all'Accademia della Crusca? Verrà un infarto a qualcuno? :roll:
Sono alquanto confusa.
Non credo proprio... Nessuna istituzione seria farebbe una cosa simile...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

l'italiana ha scritto:Quello che volevo capire è se io, toscana, devo modificare tutta la pronuncia di e aperte ed e chiuse e compagnia bella.
Sono d’accordo con Marco.
Anche se la pronuncia toscana delle vocali non coincide sempre con la pronuncia italiana moderna, i casi di disaccordo sono talmente pochi che non mi sembra il caso di preoccuparsene.
Diverso è il caso delle pronunce nordiche o meridionali.
Ma poiché la lingua è parlata soprattutto da gente che non si pone problemi di pronuncia, si possono verificare (e si sono verificati) diffusioni di pronunce anomale influenzate da fattori sociolinguistici. Alla fine questi cambiamenti possono venir adottati anche dai parlanti competenti provocando variazioni nella norma.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Infatti, i casi si contano, per cosí dire, sulle dita d’una mano, e il piú famoso è senza dubbio léttera per lèttera. Però, se porgete un orecchio attento a pubblicità e doppiaggi, sentirete come ancora resistano bene lèttera e le zeta sorde iniziali, tipicamente in zio /tsio/ e zucchero /'tsukkero/ (sento regolarmente /,sEntsats'tsukkero/).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
l'italiana
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Intervento di l'italiana »

Ringrazio tutti per gli interventi.
Se vi va di commentarla, ecco la parte della discussione a cui mi riferivo.
A partire dal messaggio numero 26.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Mi sembra che sia stato detto tutto al riguardo: esiste un modello di pronuncia (che corrisponde tuttora, con pochissime differenze, al fiorentino emendato) adottato dagli attori, dai doppiatori, da chi presta la voce per documentari, ecc., e accanto a questo (da nessuno parlato spontaneamente) ci sono centinaia di accenti regionali e locali, che vanno benissimo – anzi, sarebbe affettato non conformarvisi – per la comunicazione quotidiana nella zona in cui si risiede. Nella discussione in Wordreference mi pare che alcuni non abbiano ben chiara la distinzione fra questi due piani.

È certamente sbagliato quel che afferma non ricordo chi: i doppiatori non adottano una pronuncia milanesizzante, ma, come dice lei, pronunciano senza inflessioni dialettali (almeno quelli piú bravi ;)) e nel rispetto dei timbri vocalici, ecc.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
l'italiana
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Intervento di l'italiana »

Grazie Marco. Le sue risposte sono, per me, sempre molto utili ed esaustive.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
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Intervento di Marco1971 »

Grazie a lei degli spunti di riflessione che ci offre. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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