«Il fònte» o «la fónte»?

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Marco1971
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«Il fònte» o «la fónte»?

Intervento di Marco1971 »

Debbo tornare sui miei passi: fui tratto in inganno dal De Mauro, che, per «insieme completo dei caratteri di uno stesso tipo», ha il fònte, maschile e con ‘o’ aperta. Dato che la parola deriva dal francese la fonte /la'fo~t/, ritengo preferibile conservare il genere e la ‘o’ chiusa (piú vicina alla nasale /o~/), come fa il Treccani in linea (e il Gabrielli, sia bi sia monovolume, e il Devoto-Oli, e lo Zingarelli [undicesima]).

Che ne dite?
Ultima modifica di Marco1971 in data dom, 03 dic 2017 14:05, modificato 1 volta in totale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Re: «Il fònte» o «la fónte»?

Intervento di Infarinato »

Marco1971 ha scritto:Che ne dite?
Non lo so, caro Marco: sono perplesso.

Come sempre, l’«etimologismo» del Treccani è impeccabile, la sua aderenza all’uso un po’ meno (anche se questo —lo sappiamo— non è sempre né di per sé un male). Non solo font /fQnt/ (in italiano /font/ [GRADIT??]… ma anche e soprattutto /fOnt/ [Devoto-Oli, Garzanti, Treccani, DISC]!) è, come ognun sa, la forma di gran lunga maggioritaria, ma non è usato «per lo piú al femm[inile] ma talora anche al maschile»: è usato solo al maschile, come giustamente nota il GRADIT.

Mi sembra quindi che l’adattamento italiano [con maggiori speranze di successo] non possa che essere il fònte, che, come ancora una volta giustamente (?) nota il il GRADIT, non deriva direttamente dal francese, ma passa attraverso l’inglese. ;)
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Incarcato
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Intervento di Incarcato »

Io credo invece che, come giustamente faceva notare Infarinato, essendoci giunto attraverso l'inglese sia da pronunciarsi fònte.
I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Incarcato ha scritto:Io credo invece che, come giustamente faceva notare Infarinato, essendoci giunto attraverso l'inglese sia da pronunciarsi fònte.
Questo però lo dice solo il GRADIT. Nel DELI non è trattato fonte², e nel Devoto-Oli si legge:
Dal fr. fonte ‘fusione’, der. di fondre ‘fondere’, con riferimento al modo con cui in passato venivano fabbricati i caratteri dal piombo fuso // 1956.
E come ci sarebbe giunta la forma il fònte dall’inglese, che il GRADIT fa risalire anch’esso al 1956? E come mai non ve n’è traccia negli altri vocabolari?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Infarinato »

Marco1971 ha scritto:E come ci sarebbe giunta la forma il fònte dall’inglese, che il GRADIT fa risalire anch’esso al 1956? E come mai non ve n’è traccia negli altri vocabolari?
Bella domanda. :roll: Qui c’è chiaramente qualcosa che non quadra, ma non so cosa… :?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

E fónte femminile è termine adoprato negli ambienti tipografici: qui e qui, ad esempio. ;)

Nel secondo collegamento si legge:

120.3.2 Caratteristiche di una fonte.

P.S. E aggiungo questo (documento PDF).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Infarinato »

Bene. A questo punto l’ipotesi piú plausibile sembra essere che il GRADIT abbia «pasticciato» un po’ (…con fonte², cosí come con la pronuncia italianizzata di font): non sarebbe la prima volta! ;)

Si potrebbe pensare di salvare capra e cavoli ipotizzando che il GRADIT abbia voluto registrare un’inversione di tendenza nella pronuncia e nel genere del termine tipografico tradizionale fonte² per l’influsso dell’ormai preponderante anglicismo font, ma è ipotesi che andrebbe debitamente giustificata.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Ho appena scoperto che nella tradizione tipografica italiana, font equivale a fonte e typeface a polizza (tipografica o di caratteri). Quindi Bodoni è una polizza, Bodoni corsivo 12 punti è una fonte. Va aggiunto, credo, alla lista.
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Intervento di Antujo »

Riguardo al genere di font, c'è anche una scheda della Crusca.
Ultima modifica di Antujo in data ven, 15 nov 2019 10:14, modificato 1 volta in totale.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Accademia della Crusca ha scritto:È preferibile, in ogni caso, impiegare il maschile font per la terminologia informatica e ripristinare il termine originario femminile fonte per quella tipografica; in questo modo, oltre a mantenere la distinzione semantica connessa ai due ambiti, si renderebbe conto della diversa origine inglese e francese delle due forme.
Non si capisce bene (almeno per me) quale distinzione semantica ci sia (né perché si debba dare un peso tale all'etimologia), visto che si tratta dello stesso concetto; né perché ci sia qualcosa da ripristinare, dato che la fonte è da tempo nell'uso tipografico. E infine, mi stupisco che l'Accademia della Crusca dia raccomandazioni, per di piú irraccomandabili... :shock:
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Carnby »

Accademia della Crusca ha scritto:È preferibile, in ogni caso, impiegare il maschile font per la terminologia informatica e ripristinare il termine originario femminile fonte per quella tipografica [...]
Se l’avesse scritto un qualsiasi linguista descrittivo, non mi sarei stupito e l’avrei, a malincuore, accettato. Quello che non accetto è che la Crusca (la Crusca!) «consigli» font e dica di «ripristinare» fonte per l’uso tipografico.
Marco1971 ha scritto:E infine, mi stupisco che l'Accademia della Crusca dia raccomandazioni, per di piú irraccomandabili...
L’Accademia della Crusca è l’unica istituzione che dovrebbe dare raccomandazioni sul buon uso italiano; certo se queste «raccomandazioni» sono il «consigliare» una parola fonotatticamente non italiana e «ripristinare» un uso che in realtà non è mai cessato, forse è meglio che stia zitta.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Noi diremo la fonte in tutti i contesti e la Crusca può andare a scruscarsi. :-D
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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