Al contrario: si tratta di una posizione realistica fondata sull’analisi dei lessici.Federico ha scritto: Capisco la sua posizione, ma mi sembra decisamente troppo astratta…
Anche questa è un’informazione che emerge da alcuni dei nostri dizionari: ogni dizionario ha le sue regole di lettura, più o meno esplicite. Solo un’assidua frequentazione dei nostri lessici può renderci sensibili a interpretare queste sfumature secondarie.Federico ha scritto: E poi non mi sembra affatto chiaro quali siano le forme prevalenti…
No, non è ovvio e non è una costante, come ho sottolineato in precedenza. Conosco la storia del DOP e del GRADIT, chi ci ha lavorato e chi ci lavora: le mie valutazioni sono puntuali e non generiche. In particolare, nel caso del GRADIT, da cui ho in parte desunto le informazioni, siamo di fronte a un’opera completamente nuova nell’impostazione teorica e nella realizzazione: quanto di più lontano si possa immaginare dal risultato di aggiornamenti di facciata.Federico ha scritto: Inoltre, non è affatto ovvio che il DOP sia meno aggiornato di altri dizionari, GRADIT compreso: sappiamo benissimo che gli aggiornamenti sono generalmente di pura facciata…